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Diario degli Australian Open: giorno 2

La sfida che ha visto Djokovic opporsi a Krueger non ha offerto alcuno spunto interessante, se non il break iniziale con il quale l’americano ha aperto la partita. I due esprimono un livello di tennis troppo distante per poter imbastire uno spettacolo allettante ed il serbo gestisce a proprio piacimento le energie da spendere nel corso del tabellone che lo attende. È fenomenale, Nole, nel trovare angoli apparentemente impensabili con il rovescio bimane, grazie al quale, complice un lungolinea simile, per precisione, a quello di Nalbandian, riesce ad aprirsi in ogni frangente l’angolo sinistro su cui poi affonda con il colpo incrociato. Il percorso del serbo non è dei più probanti, e sarà ancora lui a rivestire il ruolo di favorito in un torneo, finalmente, dal risultato incerto. Salvo giornate particolarmente probanti, è attualmente il più forte tra tutti.

Dominic Thiem ha giocato un vincente con il rovescio bimane. Mi chiedo dove risiedano le mie certezze, che fondamenti abbiano i dogmi sui quali ho basato centinaia di articoli tennistici. È stato un momento magico, forse irripetibile, per cui sono entusiasta di averlo gustato.

Serena Williams bissa il successo della sorella demolendo la malcapitata Maria a cui lascia giusto la possibilità di sprofondare in una crisi di confidenza al termine del match. Un paio di servizi troppo rapidi per poter essere impattati, vincenti scagliati a profusione con una pesantezza di palla che spezza le fragili ossa teutoniche. Due game ceduti ed una superiorità totale messa in mostra sul rettangolo di gioco. L’impatto di Serena con il 2019, a livello di colpi, è ottimo. Ora occorre valutarla sulla lunga distanza con una regolarista che sappia farla correre e le impedisca di schioccare da ferma.

Fognini e Giorgi avanti con agio. Fabio approfitta di un ritiro a partita ormai vinta, Camila schiaccia, in una morsa asfissiante di traccianti, l’avversaria impotente costretta a difendere senza grandi risultati. I due sono ancora i paladini più credibili sui quali poggiare le flebili speranze italiche e, soprattutto, gli unici interpreti di un gioco che stimoli almeno un accenno di attenzione. Vedere una partita di entrambi, con la Giorgi che ora pare improntata verso un lento ma costante processo di miglioramento tattico, offre spunti interessanti dai quali partire per sviluppare un’analisi tecnica. Auguro a loro di rendersi protagonisti di un ottimo torneo.

Kyrgios esce al primo turno per mano di Raonic, In tre set piuttosto netti all’interno dei quali non è mai stato in grado di imporre il proprio gioco. Continuo a non decifrare, nonostante ripetuti sforzi, la personalità dell’australiano, che un giorno pare essere deciso ad impegnarsi per tentare il decisivo salto di qualità salvo poi rendersi protagonista delle solite scialbe prestazioni. C’è poco da discutere: un personaggio come Nick, al circuito, fa bene, perché all’insolenza più volte mostrata ha saputo affiancare giocate d’alta scuola. Spero per lui che, lo scatto mentale invocato da tanti, non si riveli soltanto un sogno irrealizzato. Dal vostro cronista è tutto, a domani.

Nicola Corradi

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