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Diario degli Australian Open: giorno 6

-Fabio Fognini supera l’anziano Benneteau, bel giocatore che dopo tre ore di gioco sembrava poter spirare ad ogni quindici, ed un giudice di sedia che gli chiama warning dopo un commento del ligure, nemmeno troppo polemico, a seguito di un fallo di piede.
“Satiric, i don’t like it”, la sua motivazione. Come perdere tutta la propria credibilità con una sola frase.
Comunque, cinque set a correnti alterne, con il secondo ed il terzo nei quali Fabio, ispirato come mai è stato in questo torneo, libera il braccio e plasma soluzioni impregnate di bellezza, rendendosi uno di quei rarissimi giocatori che, alla vista, generano libido.
Il quinto parziale, dopo uno di stop, è di nuovo da lui dominato, chiuso con una volee alta sulla quale libera il nervosismo accumulato durante il match.
Al prossimo turno avrà Berdych, che fin troppo facilmente si è liberato della carcassa semimobile di Del Potro.
Partirà sfavorito, costretto a subire i pesantissimi colpi che il ceco lascerà partire dalla racchetta, ma con la giusta dose di fortuna, ciò che verrebbe ad essere un’impresa potrebbe realizzarsi.
Difficilissimo; ma perché, dopo quarantadue anni dall’ultima volta in cui due italiani raggiunsero gli ottavi in uno Slam (Roland Garros 1976, quello di Panattta), non provare almeno a crederci.

-Dirò una cosa che probabilmente vi stupirà. A me, la Kerber, è anche simpatica. L’ho sempre guardata con sdegno per il suo stile di gioco, che l’ha portata al numero uno del mondo accasciandosi al suolo con sofferenza nel goffo tentativo di recuperare le padellate avversarie scagliate con belluina irragionevolezza. Angelique, però, alla quale già durante l’Hopman Cup predissi un Australian Open ricco di soddisfazioni, sta dimostrando di aver imparato tanto dalle due stagioni passate, in cui ha raggiunto l’acme del successo per poi toccarne il fondo, ed ora tenta di essere più propositiva mostrando accorgimenti tecnici che me la fanno rivalutare. Non è un caso, d’altronde, che in due set lasci solo quattro game a ciò che resta di Maria Sharapova, brava a sbagliare tutto nel momento in cui la tedesca, a metà secondo set, sembrava aver rallentato il ritmo.
È la favorita numero uno, e dimostra, da ex leader delle classifiche, il motivo per il quale ha meritato più lei la vetta del trono che tutte le altre comprimarie alternatesi dallo scorso Giugno ad oggi.
Fa sempre piacere cambiare opinione, brava Angelique..

-La partita tra Federer e Gasquet è interessante solo per la sfida di rovesci che si affrontano sulla diagonale sinistra, nella quale, nonostante girino in rete numerosi video dell’elvetica bellezza, a vincere è il francese. Per il resto poca cosa, con la logica sudditanza di Richard nei confronti del Vate libero di fare ciò che vuole.
Il servizio funziona, fisicamente non ci sono problemi. Rispetto allo scorso anno sembra meno incisivo con il rovescio, con il quale trova più difficilmente profondità commettendo anche qualche errore. Non ho ancora capito se stia decidendo di preservarsi in vista di test più impegnativi o meno. Si parla tanto del tabellone di Nadal, che negli Slam non fronteggia un top 20 da secoli.
Roger, per entrare nei migliori otto, dovrà vedersela con Marton Fucsovics.
“Chi?”, direte voi. Appunto.

-Agnieszka Radwanska perde con Hsieh.
Non so se sia per lo scontro tra due avversarie agli antipodi, per l’affetto incondizionato che provo nei confronti della polacca, o per un semplice fattore personale, ma guardando la giocatrice di Taiwan provo un sentimento di disagio.
Quadrumane orrida che si muove con fare sgraziato e ha la sua più grande qualità nel non fare nulla di speciale. Incredibile come sia stata in grado di superare prima Muguruza e poi Aga, che merita la sconfitta per aver di nuovo messo in campo una tattica masochista con la quale diventa impossibile battere chiunque sappia tirare due lungolinea consecutivi.
Alla fine del match spengo il televisore con l’amaro in bocca.
Una partita immeritevole e indegna, da una parte e dall’altra.

-Zverev ha deluso di nuovo, ed il suo problema negli Slam inizia a diventare cronico.
Sia chiaro, Chung è un ottimo giocatore in crescita costante, ma il modo in cui la sconfitta è arrivata ad essere inaccettabile. 6-0 al quinto set, cedendo completamente le armi, non facendo nulla, una volta essersi reso conto della situazione, per provare a ribaltare il match.
La certezza Zverev rischia di diventare l’illusione Zverev, anche se vent’anni sono pochi ed il tempo, come detto anche da lui in conferenza stampa, è ancora molto.
Altra bocciatura, vedremo.

 

P.s. I cinesi sono famosi per le punizioni severissime che impartiscono agli studenti indisciplinati. Una nuova riforma, approvata giusto oggi, ha deciso che, in caso di alunno colpevole di recidiva, la punizione massima, nonché la più disumana, sarà la visione integrale della sfida tra la Halep e Lauren Davis.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.

Nicola Corradi

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Nicola Corradi

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