Diario delle Finals: giorno 5

-Federer, per puro scopo ludico, lascia qualche set tra una partita l’altra, unico modo con il quale potersi divertire in un torneo nel quale è nettamente superiore a chiunque. Ci prova, lo svizzero, a non vincere la partita, con tutte le sue forze, ma Cilic non è sciocco e non cade nella trappola.
“Meglio perdere”, dice lui, “tanto ormai ci ho fatto il callo”.
6-7 6-4 6-1 e girone immacolato per l’immacolato Vate, che recita il ruolo del salvatore districandosi tra monotoni bombardieri con tocchi delicati e finissimi che ipnotizzano simulatamente l’intero globo terracqueo. Sul tre pari, nel primo parziale, persino il croato rimane estasiato dalla visione di Lui, che si prodiga in un recupero di rovescio di solo polso sul quale Cilic comodamente arriva, ma, essendo in preda ad estasi catartica, sbaglia.
Questi, questi sono gli effetti che la visione di un’entità superiore genera all’encefalo di un comune mortale.
Quindicesima partecipazioni al Master, quattordici semifinali e sei vittorie.
C’è chi ancora si affida ai numeri per decantarne la grandezza. E c’è poi chi, come il sottoscritto, si affida alla vista, o a ciò che ne rimane dopo una seduta di anacoretismo assoluto.

-Se c’è una cosa che mi riesce bene, è sbagliare i pronostici.
È un dono, che custodisco gelosamente e del quale vado fiero. Avevo aperto l’editoriale dell’altro giorno, con una sicurezza sfrontata e superba, mettendo in evidenza la frase “Federer-Zverev sarà la finale del torneo”.
Bene, Sock elimina il tedesco, che esce addirittura ai gironi.
Sì, lo stesso Sock arrivato a Londra per caso, qualificatosi qualche giorno prima del sorteggio grazie alla vittoria in un 1000 dal valore tecnico di una tombolata natalizia, che si prende la rivincita sui miei commenti baldanzosi e scriteriati qualificandosi per le semifinali.
Che dire, bravo, ma che delusione il pargolo Zverev.
Partite come queste sono da vincere, principalmente perché giocate con un avversario meno dotato e, a contorno di ciò, per la possibilità di raggiungere le semifinali in un Masters dal livello forse mai così basso.
Recupera il break di svantaggio, nel terzo set, per poi perderlo di nuovo nel turno di servizio successivo.
Zverev rimandato al prossimo anno con un insufficienza piuttosto pesante sulle spalle, Sock ringrazia e vola dove mai avrebbe creduto, con un occhio addirittura all’atto conclusivo.
Che dritto, e che mano a rete.

A domani.

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