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“Francesca Schiavone, modello di grinta e costanza”

Scrivere di Francesca Schiavone può apparire inutile e ridondante, ma, sebbene su di lei sia stato scritto tanto, una parola in più ci sembra essere legittima, anche per sottolineare come lo sport italiano da qualche anno (o già decennio) al femminile, esprima dei livelli molto alti che non sempre vengono tenuti nella giusta considerazione: penso alle fiorettiste che da anni portano il paese a medaglia, penso a personaggi come Federica Pellegrini, Tania Cagnotto che da e per molto tempo hanno portato in alto il nome del paese nelle competizioni agonistiche e tante altre che ci hanno resi tutti fieri del tricolore anche solo per una competizione sportiva… Quella di Francesca Schiavone, 37 anni compiuti il 23 giugno, è la storia di una atleta e campionessa che colpisce per il suo approccio umano, istintivo e passionale al tennis da lei giocato. Una giocatrice che regala in campo e che è generosa anche fuori, che fa il morale se si gioca in squadra e che allo stesso tempo si impegna nel campo quando gioca da sola come fosse l’ultima cosa che farà.

A quanti chiedevano se avesse idea di ritirarsi nel 2017, lei ha deciso di rispondere utilizzando il suo canale YouTube – Schiavo Channel, con una miniserie web (termine non appropriato ma che vuole fare intendere quanto potesse essere interpretata come una storia o un romanzo da gustare puntata per puntata) e facendo capire non solo quanto fisicamente fosse in forma, ma anche quanto la sua passione sia determinante per continuare a giocare. La risposta finale è stata che lei ama il tennis, si diverte e per questo continuerà a giocare.

E del resto, sempre attraverso il suo canale, è possibile osservare la durezza degli allenamenti e l’impegno fisico e mentale per potere portare avanti questa passione. Non cosa da poco, considerando che la vita di un giocatore di tennis è cosparsa di sacrifici fin dall’inizio.

Il suo tennis giocato è dunque sì passionale e all’apparenza istintivo, in realtà molto studiato e soprattutto frutto del lavoro quotidiano sul fisico e sulla mente. Già nel libro “Il favoloso mondo di Francesca” di Matteo Musso edito da Lìmina (Milano, 2011), pubblicato successivamente al successo nel Roland Garros del 2010, ci spiegava che a Tirrenia si era circondata di una equipe multidisciplinare che comprendeva il preparatore atletico, il fisioterapista, il preparatore mentale, ecc.

Questo vuole sottolineare come anche certe critiche e certe polemiche trovino fine nella sabbia dell’inutilità quando si guarda a questa donna che sia da sola, sia insieme alle altre “moschettiere” del tennis italiano è riuscita a far vedere in questo sport al femminile.

E la sua grande costanza nell’allenamento l’ha resa negli anni, molto più forte, ed oggi, se pur con difficoltà, è comunque una giocatrice difficile da approcciare per alcune, non abituate ai continui cambi di ritmo, agli attacchi ed al gioco di volo che ormai nel circuito è così difficile da vedere.

Impossibile non accostarla ad una grandissima del tennis mondiale che è stata Martina Navratilova, per caratteristiche di gioco ma anche per motivazione e voglia di divertirsi. Anche lei si è ritirata molto tardi ed anche lei con la motivazione che legava la sua passione allo sport e al divertimento nella competizione.

Francesca Schiavone è e deve rimanere un esempio per tutti coloro che intraprendono una carriera sportiva (ma forse non solo) per capacità e motivazione, per talento ma anche per tenacia nell’allenamento, cosicché sia chiaro per chiunque si approcci al tennis agonistico, che i risultati si possono vedere, se dietro c’è un forte senso del sacrificio e una volontà di ferro di perseguire i propri obiettivi partendo dal corpo e coinvolgendo tutti gli aspetti emotivi e mentali che sono necessari per potere giocare ad alti livelli.

Elena Seroni

Redazione Tennis Circus

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