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Gianluigi Quinzi, allarme rosso

Attualmente al 338esimo posto della Race con appena 99 punti conquistati, frutto dei quindici match vinti a fronte delle innumerevoli sconfitte. Queste alcune delle statistiche di un disastroso 2019 per Gianluigi Quinzi, protagonista di un notevole passo indietro rispetto alla stagione passata dove era riuscito ad entrare nei Top 150 ed a vincere qualche Challenger nonchè ad esprimere il suo miglior tennis. Si avvia invece verso un’altra’annata anonima il tennista di Cittadella, che non ha trovato costanza ed ha faticato ad imporre il suo gioco, rimediando diverse sconfitte che lasciano l’amaro in bocca. L’ultima in ordine cronologico contro Oscar Jose Gutierrez, tennista brasiliano che staziona intorno alla 400esima piazza del ranking mondiale, il quale ha colto la prima vittoria in stagione a livello Challenger proprio in quel di Biella, contro il classe 1996. Una sconfitta che brucia ancora di più se si pensa che il sudamericano ha poi rimediato un sonoro 6/0 6/1 al turno seguente.

Difficoltà a livello tattico, emotivo o fisico? Difficile ipotizzarlo. Fatto sta che Quinzi, dalla celebre vittoria di Wimbledon Junior, ha incredibilmente faticato nel passaggio verso il tennis professionistico e, nonostante qualche exploit, non ha mai dato l’impressione di poter diventare un buon giocatore, fisso tra le prime 100-200 posizioni. L’anno scorso ci era andato vicino ma poi ha vanificato tutto con questo pessimo 2019, che lo ha rispedito verso il suo passato, verso quel limbo dal quale è difficilissimo uscire per spiccare il volo. Rispetto ai suoi coetanei, Gianluigi ha ovviamente avuto molta più pressione sulle spalle – basti pensare che Matteo Berrettini è più giovane di lui di appena due mesi, ma si è presentato al tennis che conta solamente da un paio d’anni – e probabilmente non è stato capace di gestirla al meglio, prendendo decisioni sbagliate e forse non affidandosi alle persone giuste, come testimoniano i numerosi cambi di allenatore. E’ altrettanto vero che l’età gioca a suo favore e sarebbe assurdo definire Quinzi un giocatore finito ad appena 23 anni, anche in virtù dei numerosi exploit di tennisti italiani e non alla soglia dei trent’anni.

Il suo atteggiamento in campo, ancor più dei suoi risultati, non fa però ben sperare: al di là di tutti i problemi tecnici, Gianluigi dà l’impressione di non essere pronto a soffrire, a lottare su ogni singola palla e ad uscire dal campo consapevole di aver dato tutto. Probabilmente il momento negativo non lo aiuta, anzi condiziona ancora di più il suo modo di giocare e di stare in campo; i risultati ne sono una matematica conseguenza. 

Continuare su questa strada sembra piuttosto inutile, quasi uno spreco di tempo – anche se chissà che Gianluigi non possa riscattarsi da un momento all’altro e sorprendere tutti, dimostrando che era solamente un periodo difficile -; al contrario, potrebbe essere un’idea ripartire con umiltà e spirito di sacrificio, lavorando duramente con un buono staff –  come quello che supporta il suo amico Berrettini – per cercare di dimostrare agli altri, ma ancor prima a sè stesso, di potercela fare. Il talento c’è e su questo non ci piove; piove invece sul bagnato in questo 2019 da dimenticare, che rischia di rappresentare un anno di svolta nella carriera del marchigiano, sia in positivo che in negativo. Tanti interrogativi ma pochissime risposte. Cosa aspettarsi dal futuro di Gianluigi? Riuscirà a rilanciarsi in vista del 2020? Oppure precipiterà in classifica? O ancora si “accontenterà” di una carriera tra le posizioni 200 e 400 del Ranking Atp, alternando apparizioni tra Challenger e Futures? In attesa di poter rispondere a queste domande, un in bocca al lupo al ragazzo di Cittadella è d’obbligo.

Antonio Sepe

Sono nato tre giorni dopo Jannik Sinner. Il talento, però, l'aveva già preso tutto lui. Guardo il primo turno di un Atp 250 con lo stesso entusiasmo di una finale di Wimbledon.

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Antonio Sepe

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