Grigor Dimitrov: stella mancata o ancora da scoprire?

Lo chiamavano “Baby Federer” ed in effetti durante i primi anni della sua carriera Grigor Dimitrov sembrava davvero poter essere il degno erede dello svizzero. Dritto devastante, ottimo rovescio uniti ad un talento straordinario che madre Natura gli ha donato. Sembrava questo un mix perfetto di qualità e genialità che avrebbe potuto portare il giovane tennista originario di Haskovo(Bulgaria cdr) ad essere concretamente un top player stabilmente tra i primi dieci del mondo. E quando, nel 2014, sua stagione migliore, ha centrato la sua prima semifinale Slam a Wimbledon, guarda caso luogo in cui un tale svizzero ha trionfato ben 7 volte, beh, sembrava davvero l’inizio del sogno per il bulgaro. Ma invece, purtroppo, è stato l’inizio del lento e progressivo declino culminato in una stagione, quella passata, ricca di tante delusioni e con poche, davvero troppo poche note positive.

Bisogna, a mio parere, dire “troppe poche” perché dobbiamo sempre ricordare quanto talento abbia questo ragazzo. Stiamo parlando di un giocatore che ha avuto una brillante carriera juniores (numero 1 al mondo e vincitore nel 2008 di Wimbledon e degli U.s Open) e che, nonostante tutto, si è spinto fino alla ottava posizione del ranking. Ma il suo reale problema è la mancanza di continuità e la incapacità di concentrarsi nei momenti decisivi di un match. Non si può battere Djokovic ( Madrid 2013, in un match epico) o fare partita alla pari con Rafael Nadal sulla terra rossa di Montecarlo, sempre nel 2013, se non possiedi i mezzi tecnici. Su questi ultimi nessuno può discutere. Ciò su cui si potrebbe scrivere pagine e pagine è il suo atteggiamento sia dentro che fuori dal campo. Troppe volte distratto da questioni riguardanti le sue donne, Maria Sharapova e più recentemente la modella Nicole Scherzinger, Dimitrov sembra non riuscire mai a fare quel salto di qualità che gli permetterebbe di ottenere quei successi che il talento che possiede potrebbe consentirgli di avere. Donne, sponsor (Rolex per ultimo), vacanze, tutti elementi che non fanno che allontanare Grigor da quello che dovrebbe essere il suo reale obiettivo: vincere un torneo del Grande Slam e diventare numero uno del mondo.

Day Five: The Championships - Wimbledon 2014

In secondo luogo, oltre alle questioni extra tennistiche, notiamo anche un aspetto puramente tattico che influisce negativamente sul suo gioco. Abbiamo visto come il bulgaro, fino alla scorsa stagione, aveva la tendenza a giocare prevalentemente un paio di metri dietro alla linea di fondo, limitandosi ad attendere l’errore del suo avversario e cercando poche volte la via della rete. Certamente su questo aspetto, fonte di aspre critiche da parte di molti addetti ai lavori, ha influito il suo ex coach Roger Rasheed, colpevole secondo alcuni di essere stato la causa del progressivo allontanamento di Dimitrov dalle zone del campo più congeniali alle sue caratteristiche di gioco. Il tennista bulgaro può essere dunque paragonato da questo punto di vista ad un altro giocatore dal talento cristallino quale Richard Gasquet, entrambi accomunati da straordinarie doti tecniche, ma a loro volta restii a sfruttarle nel modo migliore. A differenza del francese però, ormai prossimo ai 30 anni, Grigor ha dalla sua l’età (classe 1991 cdr) ed un nuovo coach, Franco Davin, nel quale sono riposte le speranze degli appassionati di tennis, compreso me medesimo, affinché Dimitrov vada ad esprimere a pieno le proprie immense potenzialità.

Questo 2016, per il bulgaro, è cominciato col piglio giusto, raggiungendo la semifinale a Brisbane, perdendo contro Federer, giocando però un ottimo tennis, la finale a Sydney persa contro Troicki ed il terzo turno a Melbourne nel quale ha impensierito ancora per due set e mezzo Roger Federer capitolando poi dopo quattro set. In una intervista, rilasciata durante il torneo di Brisbane, il bulgaro ha assicurato che la nuova generazione vuole spezzare il dominio dei Fab Four: “Milos, Kei [Nishikori], io, stiamo lavorando con un’idea e un obiettivo ora. Penso che a un certo punto saremo forti abbastanza per farcela.” Leggendo queste parole naturalmente, sorge spontaneo chiedersi quando questa nuova generazione sarà abbastanza forte e matura da poter battere i Fab Four, ma soprattutto se e quando Dimitrov riuscirà a raggiungere quegli obiettivi che sono ampiamente alla sua portata.

 

Eleonor Roosevelt avrebbe detto che “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni”. Ora, caro Grigor, il tuo futuro è totalmente nelle tue mani, nella tua testa e nella tua racchetta e sta a te decidere cosa farne. La mia speranza più grande è quella di vederti sollevare al cielo un trofeo del Grande Slam quanto prima, magari quella tanta agognata piccola coppa dorata, simbolo del torneo più prestigioso al mondo, quel torneo nel quale nel 2003 Roger Federer sollevò il suo primo Slam al cielo. Chissà che non possa accadere lo stesso per te, affinché tu possa davvero diventare l’erede del più forte giocatore di tutti i tempi, come in molti a suo tempo, avevano preannunciato e sperato.

di Alessandro Scala

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