La rivincita degli specialisti della terra rossa

Fonte: puntodebreak.com

ESISTONO ANCORA GLI SPECIALISTI- Potenza impressionante, veri e propri giganti che corrono e si muovono con estrema agilità su ogni terreno e in grado di imporsi su qualsiasi superficie: sembra proprio questa la dinamica che si è imposta negli ultimi anni nel circuito ATP, con una differenza tra i diversi terreni di gioco sempre più impercettibile. Allo stesso tempo, però, pare che vi sia ancora un posto, nonostante la sempre maggiore quantità di giocatori versatili e il predominio di un tennis sempre più monocorde, per gli specialisti, quei tennisti che si adattano in particolare ad una superficie, e questo fenomeno è riscontrabile in particolare per la terra rossa: come è emerso dagli ultimi eventi, infatti, non sono ancora scomparsi gli amanti delle rotazioni esasperate, della corsa asfissiante, degli scambi interminabili e della paziente e intelligente costruzione tattica del punto.

Dopo appena due settimane della stagione sul rosso europeo, che ha preso il via con il torneo di Montecarlo e con l’ennesimo trionfo di Rafael Nadal, è possibile osservare come il livello di alcuni tennisti, sebbene siano certamente competitivi su ogni campo, quando calcano un terreno in terra battuta migliori sensibilmente: giocatori che non si spaventano di fronte a scambi massacranti, che non si preoccupano di dovere affrontare incontri lunghi e dispendiosi, e non considerano drammatico subire un break.

DA RAMOS A THIEM: I PROTAGONISTI DEL ROSSO EUROPEO-Un lampante esempio di tutto ciò non può che essere Albert Ramos, per cui i risultati sono più che eloquenti: l’unico torneo che ha conquistato in carriera si disputava sul rosso, a Bastad nel 2016, l’unica occasione  in cui è riuscito a superare gli ottavi di uno Slam è stata al Roland Garros nella scorsa stagione, e, infine, l’unica finale raggiunta in un Master 1000 è stata quella, estremamente recente, a Montecarlo, non più di una settimana fa. Nel Principato, lo spagnolo ha toccato probabilmente il culmine della propria carriera, sconfiggendo in un match rocambolesco e ricco di tensione il numero 1 del mondo Andy Murray, rivale che ha poi messo in estrema difficoltà anche pochi giorni fa a Barcellona, e issandosi fino all’atto decisivo, dove si è arreso solo dinanzi al connazionale Rafa Nadal, di tutt’altro livello.

Se è vero che non è riuscito, alla fine, ad imporsi, è evidente a tutti i grandi problemi che sta creando ad ogni avversario su questa superficie, forte delle sue complesse rotazioni mancine e della sua ammirabile pazienza nella costruzione di tutti i punti e di tutti i match, che lo rendono di diritto uno dei giocatori da tenere maggiormente in considerazione per i prossimi appuntamenti del mese di Maggio. Ma non c’è solo l’iberico, poiché un’altra stella che ha brillato in queste settimane è quella del giovane Lucas Pouille, capace lo scorso anno di spingersi fino ai quarti di finale di Wimbledon e degli Us Open, ma i cui risultati migliori sono giunti, quest’anno, proprio sulla terra: il titolo a Budapest e la semifinale conquistata a Montecarlo, seppur a fatica, non potranno che infondere fiducia in lui e in tutti i tifosi francesi per l’evento senza dubbio più importante, il Roland Garros.

Albert Ramos Vinolas

Ma se può esserci, almeno in questo momento, un erede dell’assoluto dominatore del rosso, Rafael Nadal, egli non può che essere Dominic Thiem, altro giovane di punta del circuito ATP: a 23 anni, l’austriaco pare nato per primeggiare su questa superficie, con una capacità incredibile di imprimere effetti e una potenza devastante ai suoi fondamentali da fondo campo, come dimostrano ampiamente i sei trofei conquistati e l’importante semifinale centrata nel 2016 nello Slam parigino. Nonostante la netta e indiscutibile sconfitta subita da Nadal la scorsa Domenica, che ha messo in luce come la superiorità del 14 volte campione Major sia ancora notevole, la finale di Barcellona, ma soprattutto il livello espresso durante il torneo potrebbero lanciarlo come assoluto protagonista nei grandi appuntamenti.

E’ doveroso, infine, fare ancora i nomi di alcuni tennisti che suscitano probabilmente un clamore mediatico inferiore, ma che si sono dimostrati validissimi interpreti di tennis sul rosso: su tutti, emergono i casi di Horacio Zeballos, che si è risollevato dopo i primi mesi negativi imponendosi in nove partite in appena quattro tornei e raggiungendo la semifinale di Barcellona, e soprattutto quello del nostro Paolo Lorenzi, che ha eguagliato nuovamente il proprio best ranking proprio negli ultimi tempi, dimostrando per l’ennesima volta, se ce ne fosse ancora bisogno, il proprio valore.

La speranza, in definitiva, è che tutti questi diversi esempi siano la prova che il tennis non verrà mai dominato esclusivamente dalla potenza, ma piuttosto che abbiano ancora una fondamentale importanza il talento, la tattica e il coraggio, condizioni indispensabili su questo terreno. E con diverse settimane che ci separano ancora dall’evento chiave della stagione sul rosso, il Roland Garros, non si può che rinnovare l’augurio che il ritorno dei big, in particolare gli acciaccati Djokovic e Murray, e la conferma delle ottime prestazioni di alcuni protagonisti degli ultimi appuntamenti, dallo stesso Thiem fino a Goffin, possano rianimare un circuito apparso, finora, spento, ed insidiare il dominio incontrastato del re della terra battuta, Rafael Nadal.

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