Categories: THOUGHTS

Lettera a Delpo

Parlavano di te come fossi già morto.

Leggevo incomprensibili epitaffi che omaggiavano, troppo presto, la tua breve e straordinaria carriera.
Parole tristi, malinconiche. Frasi nelle quali non rimaneva più nemmeno un velo di speranza.
Mi avevano convinto, in fondo, facendomi rassegnare all’idea che di te, su quel campo, sarebbe rimasto soltanto l’immacolato ricordo.
Chiudo gli occhi e vengo trasportato tra gli spalti del centrale di Zagabria.
Dopo oltre quattro ore di gioco, la situazione sembra essersi definitivamente ribaltata.
Stai servendo per il match, sulla tua mano una familiare forma gialla si muove convulsamente e senza controllo.
Lanci uno sguardo a quell’avversario così spietato e nei suoi occhi noti di sfuggita un’inusuale incertezza.
Fai rimbalzare la palla. Una, due, tre volte.
Un lungo respiro ti provoca un brivido che sale lungo la schiena.
Lancio, impatto, servizio, punto.
Game, set and match.
Alzi le braccia al cielo e lasci uscire quell’urlo che da ore stai covando.
“Delpo, Delpo, Delpo!”. Un folto agglomerato di argentini ti rende omaggio trattandoti come un eroe, urlando il tuo nome mentre, con forza ed emozione, stringono al petto quel loro sacro ed inviolabile drappo bianco-azzurro.
Non è questo, però, a stupirmi.
Dall’altra parte del campo, infatti, i padroni di casa ti applaudono con fragore, omaggiandoti per il campione che continui, giornalmente, a dimostrare di essere.
Sì, perché, involontariamente, sei riuscito ad unire, sotto un’unica bandiera, ogni tipo di tifoso. La tua vita, la tua sofferenza ed i tuoi sacrifici, ti hanno reso, agli occhi sinceri del mondo, una figura inimitabile, portatrice dell’essenza sportiva che, ossessivamente, ognuno tende a ricercare.
Perché la tua, Juan, non è una carriera normale.
È il percorso irripetibile di un folle innamorato, che, trovatosi ad affrontare difficoltà per molti insuperabili, ha preferito affrontare e vincere un lunghissimo calvario, per tornare, un giorno o l’altro, a calcare quel rettangolo che, molti anni prima, l’aveva catturato.
E quindi, adesso, goditi questi momenti, perché sono il giusto compenso per il tuo prodigioso percorso.
E grazie, Delpo, per averci raccontato la tua storia.
Una storia d’amore, una storia di sport.

Nicola Corradi

Share
Published by
Nicola Corradi

Recent Posts

Ruud glaciale, Cerundolo si scioglie: il norvegese vola in finale a Madrid

Casper Ruud conquista per la prima volta l'accesso alla finale del Masters 1000 di Madrid,…

7 ore fa

Wta Madrid: Sabalenka-Gauff, la sfida per il trono sulla terra rossa

Il Madrid Open 2025 si avvia alla sua conclusione con una finale tutta da vivere…

8 ore fa

Jack Draper, l’erede mancino che sogna sulla terra battuta: “Imparo da Nadal”

L’ascesa del britannico che sfida Musetti per un posto nella storia Questa sera, al Mutua…

8 ore fa

Tyra Grant sceglie l’Italia: il nuovo volto del tennis azzurro arriva da Roma (e da Brooklyn)

Un talento internazionale con il cuore tricolore Nel firmamento del tennis mondiale, si affaccia una…

10 ore fa

Torino blindata: le ATP Finals restano fino al 2027. E l’Italia del tennis sogna in grande

Le Nitto ATP Finals continueranno a parlare italiano almeno fino al 2027. La conferma, arrivata…

15 ore fa

“La forgiatura di un campione”: il racconto intimo di Carlos Santos, il primo mentore di Alcaraz

Il primo allenatore non si dimentica mai. Per Carlos Alcaraz, quel ruolo fondamentale è stato…

16 ore fa