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Nadal e Federer, la lotta continua ma…

Nell’altalena di questo 2017 che li ha riportati ai vertici assoluti del tennis mondiale, Rafael Nadal e Roger Federer si sono divisi titoli e onori ma al momento è il campione degli US Open a gioire maggiormente, essendo tornato n°1 del mondo.

Nella prima classifica del 2017, Nadal e Federer erano separati in classifica da sette posizioni (9 l’iberico, 16 lo svizzero) e da 1170 punti (3300 contro 2130). A quel tempo era assai poco ipotizzabile che sarebbero stati in grado di monopolizzare gli slam (due a testa) e buona parte dei Masters 1000 (di nuovo due a testa dei sette disputati), così come era imprevedibile che i primi della classe collassassero uno dopo l’altro. Invece Murray, Djokovic e Wawrinka hanno iniziato a zoppicare finché, alle soglie dell’estate, si sono fermati del tutto agevolando ancora di più la resurrezione dei due vecchi rivali.

Adesso, dopo che buon parte della stagione è andato in archivio, Nadal è n°1 con 9465 punti e Federer lo segue al secondo posto con 7505. Il divario dunque si è allargato (+1960) anche in virtù del maggior numero di tornei giocati dallo spagnolo (14 contro 9) ma la situazione, nei prossimi due mesi, potrebbe cambiare. Innanzitutto partiamo dagli scarti, ovvero dai punti che Nadal e Federer perderanno rispetto al 2016, e diciamo subito che ben difficilmente costituiranno un fattore. Lo spagnolo infatti ha in scadenza appena 100 punti (90 a Pechino e 10 a Shanghai) mentre lo svizzero un anno fa era fermo ai box e quindi non avrà nulla da perdere.

Questi 100 punti abbassano dunque a quota 1860 il divario reale tra i due contendenti ma non cambiano di fatto la sostanza che vede lo spagnolo ampiamente favorito nella corsa a chiudere l’anno in testa alla classifica. E vediamo perché.

Anche se i tornei autunnali sono storicamente i più ostici per il maiorchino, a Nadal basterà accumulare 2400 punti per rendersi inavvicinabile dal rivale. Per farlo, l’iberico potrebbe anche non vincere più alcun titolo ma, ad esempio, centrare la finale nei due 1000 (Shanghai e Bercy) e al Masters di Londra e i quarti a Pechino o Basilea, ammesso che Rafa voglia giocare così tanto. Si tratta di tornei, quelli citati, in cui l’iberico ha sempre raccolto poco ma il suo attuale stato di forma sembra potergli consentire di sfatare anche questi tabù.

Chi invece sarà praticamente costretto a fare il pieno è Federer. Per alimentare la speranza, ma anche per suggellare una stagione straordinaria che la sconfitta con Del Potro non può certo ridimensionare, Roger dovrà tentare di fare l’en-plein nei quattro tornei a cui parteciperà e sperare che Nadal compia qualche passo falso. Lo svizzero sarà di scena nei due 1000, a Basilea e al Masters, il torneo che elargirà il maggior numero di punti (200 per ogni vittoria nel round-robin, 400 per la vittoria in semifinale e 500 per la finale) e se non perderà più nemmeno una partita chiuderà l’anno con 11505 punti, ovvero 4000 più di adesso.

Ora, in uno scenario come quello appena descritto, cioè con Federer che mette in bacheca altri quattro trofei (tra cui il Masters) e Nadal che perde tre finali, sarebbe arduo giustificare la corona mondiale dello spagnolo, sia pur mantenuta per una manciata di punti.

Fin qui le cifre. Ora passiamo alle sensazioni. Nadal dovrà necessariamente tirare il fiato se vorrà prepararsi al meglio per le Nitto ATP Finals, uno dei pochi grandi tornei che mancano alla sua ricca collezione. Se l’obiettivo sarà quello, non ci sarà da stupirsi se Rafa salterà qualche appuntamento (ad esempio Bercy) pur rischiando di farsi avvicinare da Federer. Dal canto suo Roger dovrà innanzitutto ristabilirsi pienamente dagli acciacchi che ne hanno condizionato il rendimento post-Wimbledon e, qualora dovesse tornare a vincere, scegliere gli appuntamenti anche in base alle effettive possibilità di tornare sulla cima della montagna. Insomma, se è vero che Federer dipende da se stesso, è anche vero che ipotizzarne un dominio assoluto nei prossimi due mesi pare quantomeno azzardato, se non altro perché non solo da Nadal dovrà guardarsi e gli avversari in grado di complicargli la vita non mancheranno, da Zverev a Del Potro passando per Cilic e Dimitrov.

Finito il 2017, inizierà un nuovo anno e a quel punto sarà interessante vedere in quale stato si ripresenteranno Djokovic e Murray, nel frattempo destinati ad allontanarsi dalla vetta. Ma questa è un’altra storia e comunque, come abbiamo imparato a nostre spese, non è il caso di fare previsioni troppo a lungo termine.

Peppe Nacca

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Peppe Nacca

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