Partiamo da due semplici considerazioni: la prima è che non esiste che un tennista debba sentirsi in dovere di chiedere scusa al pubblico, che lo sta fischiando, solo per aver battuto, meritatamente, Roger Federer; la seconda è che, appigliarsi all’episodio accaduto nel tie-break del secondo set (il famoso punto ripetuto) della sfida tra il tedesco e lo svizzero, solo per giustificare la sconfitta del campione di Basilea, è da vigliacchi, da gente antisportiva e veramente poco obiettiva.
Chiunque abbia visto il match di semifinale di ieri pomeriggio fra Zverev e Federer, non può non ammettere che il giovane tedesco abbia giocato meglio dello svizzero ed abbia meritato la vittoria, e che invece Federer abbia pagato un match giocato non al meglio delle sue capacità, un passaggio a vuoto che gli è costato il primo set ed un paio di errori grossolani nel tie-break del secondo parziale, fra cui una comoda volee in appoggio a campo aperto finita in rete, e che ha consegnato a Sascha 2 match point. Ma l’analisi tecnica del match è già stata ampiamente trattata dai miei colleghi, e non è su questo che mi voglio soffermare.
Veniamo all’episodio “incriminato”: siamo al tie-break del secondo set, con Zverev in vantaggio di un set, il punteggio è di 4-3 Federer ed il tedesco ha due servizi a disposizione. Sascha sbaglia la prima, poi serve in campo la seconda, e nel mezzo del rally il tedesco ferma il gioco, indicando al giudice di sedia Carlos Bernardes che ad un raccattapalle, appostato alle spalle di Federer, era scivolata di mano una pallina ed era entrato velocemente in campo per riprenderla durante il gioco. Il giudice di sedia non ha visto nulla poichè in quel momento guardava nel lato di campo del tedesco. Bernardes consulta velocemente il ball boy, che ammette l’errore. Poi lo spiega anche a Federer, avvicinatosi per chiedere spiegazioni, e lo annuncia al microfono: il punto va ripetuto. Lo svizzero capisce, e torna a fondocampo, il pubblico invece inizia a produrre dei “boo”. Secondo il regolamento, ripetere il punto significa che Zverev servirà di nuovo la prima, che poi trasformerà in un ace portando il punteggio sul 4-4. Sascha si aggiudicherà poi il tie-break ed il match.
Il replay di quel momento, di cui riporto uno screenshot qui di sotto, non lascia dubbi: è andata come Zverev aveva detto a Bernardes e come poi lo stesso ball boy ha ammesso.
Durante la consueta intervista in campo al termine del match, una parte del pubblico della O2 arena inizia a fischiare Zverev, senza lasciarlo parlare. Il tedesco, con un’espressione fra il dispiaciuto ed il mortificato, apre l’intervista chiedendo scusa al pubblico per l’episodio, specificando che si è trattato di applicare il regolamento, e che anche Federer è stato d’accordo. “Non volevo offendere nessuno, so che qui ci sono molti tifosi di Roger; mi dispiace per ciò che è successo, ho chiesto scusa anche a Roger alla stretta di mano, e lui mi ha detto che è tutto OK, che è il regolamento”. Anche l’intervistatrice Annabel Croft cerca di contenere gli ingloriosi fischi del pubblico, definiti poi dalla stampa e da molti tennisti all’unanimità “imbarazzanti e vergognosi”. Per fortuna poi, poco dopo i fischi si placano e vengono sovrastati dagli applausi della parte sana del pubblico, quella ossia che, pur tifando per l’uno o per l’altro tennista, ha voluto rendere omaggio all’ottima prestazione del vincitore, dimostrando sportività.
Ma è una storia che si ripete. Di nuovo, come successo nella finale femminile degli U.S. Open con Naomi Osaka (con ben altre dinamiche, ma con conseguenza finale simile), una parte di pubblico antisportivo ed indisciplinato è riuscito a rovinare quella che è forse la vittoria più importante fino ad ora nella carriera del giovane tennista di Amburgo. Con il risultato che Zverev ha lasciato il campo dispiaciuto e mortificato, piuttosto che essere raggiante per l’importante successo ottenuto.
Ho già letto molti commenti al riguardo dell’episodio. Sicuramente c’è da dire che Sascha si è preso un bel rischio fermando il gioco, perchè in teoria spetta al giudice di sedia chiamare il “let” e fermare il gioco. Bernardes avrebbe potuto anche ribattere di non aver visto nulla, che la decisione spetta a lui, e assegnare il punto a Federer. Ma non lo ha fatto, ha evidentemente valutato la situazione come chiaro caso di punto disturbato, e ha deciso di assegnare la ripetizione. C’è poi chi dice che Sascha è stato furbo poichè, fermando il gioco allorchè si apprestava a ribattere un difficile rovescio lungolinea di Federer, sapeva che, se avesse ottenuto di ripetere il punto, avrebbe avuto di nuovo la possibilità di servire la prima. E a questo proposito si potrebbe, forse, rivedere leggermente il regolamento, e ad esempio nel caso di ieri, assegnare che venisse ripetuta solo la seconda di servizio.
Ma alla fine della storia, dei “se” e dei “ma”, e di tutte le possibili teorie al riguardo, che piaccia o no, che sia stato fatto apposta o no, il dato di fatto è che ripetere quel punto è stato legittimo poichè è stato applicato alla lettera il regolamento del gioco del tennis, niente più. Federer è quasi sempre un signore in campo, ma è ben capace di protestare quando secondo lui gli è stato fatto un torto, ed invece non lo ha fatto, per ovvi motivi legati appunto al regolamento. E lo svizzero non ha perso il match a causa di quel punto ripetuto, seppur molto importante.
Ma come spesso succede quando alla sportività subentra il fanatismo, la gioia e le festa per una meritata vittoria è stata trasformata dal pubblico in dispiacere ed imbarazzo, al punto che Zverev (che lo sappiamo, non spicca particolarmente per simpatia) si è sentito di scusarsi più volte con il pubblico, evidentemente spaventato dall’idea che la sua immagine già non particolarmente buona, potesse ulteriormente aggravarsi. Ma scusarsi per cosa esattamente? E’ forse diventato illegale battere Roger Federer meritatamente sul campo?
Quelle di ieri sono onestamente delle immagini che non vogliamo più commentare, sperando vivamente che, in futuro, chi assiste ad un incontro di tennis si ricordi di non essere in un’arena di wrestling, e si possa comunque godere lo spettacolo che i tennisti offrono, indipendentemente da chi sia il proprio beniamino, ed indipendentemente da chi ne esca vincitore.