Questi Internazionali d’Italia s’han da fare. E pure il Roland Garros

Ecco perché Binaghi spinge per far disputare gli Internazionali d'Italia e perché anche il Roland Garros fa lo stesso.

Nel mondo del tennis regna ormai l’incertezza. L’emergenza Coronavirus ha rimescolato tutte le carte in tavola ed ha creato più confusione che mai. Il disagio, in particolare, è causato dall’impossibilità di fare previsioni riguardo il futuro. Ma se la salute è davvero al primo posto e se a dettare le leggi è il virus, perché la maggior parte dei tornei spinge per trovare una data in calendario? Per quale motivo gli Internazionali d’Italia ed il Roland Garros vogliono giocare a tutti i costi? La risposta è più semplice del previsto ed è la stessa che ha indotto Wimbledon alla cancellazione.

Alla base di tutto ci sono delle ragioni economiche. Lo slam londinese, nel 2003, aveva infatti stipulato una polizza da 1,6 milioni l’anno che lo metteva in guardia da una pandemia virale. Stando alle parole dell’ex amministratore delegato del torneo, ora Wimbledon ne incasserà oltre 100 di milioni. Gli altri due tornei non sono stati invece così lungimiranti (o fortunati?) e si trovano in una situazione piuttosto spiacevole. Gli incassi derivanti dalla manifestazione costituivano infatti buona parte degli introiti annuali e le conseguenze di un possibile annullamento sarebbero tutt’altro che facili da gestire.

Il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, ha spiegato la situazione all’ANSA: “Siamo la federazione che più di tutte si autofinanzia – la percentuale è dell’87% – e quindi quella che soffre di più. Abbiamo sospeso tutti i contratti, persino quelli di Barazzutti e Pietrangeli. Senza gli Internazionali e le altre entrate, abbiamo bloccato tutto“. Ecco spiegato, dunque, il motivo dell’insistenza di Binaghi, disposto addirittura a cambiare location o superficie pur di far disputare il torneo e ricevere le entrate da esso derivanti.

E per quanto riguarda il Roland Garros? La situazione dello slam parigino è ancora peggiore. Come riporta RMC Sportla perdita in caso di cancellazione del torneo sarebbe di 260 milioni di euro, circa l’80% del fatturato annuale della Federazione. Inoltre, quest’edizione dell’Open di Francia sarebbe stata particolarmente importante dato che sarebbe stata la prima con il tetto sullo Chatrier ed avrebbe dovuto ammortizzare le spese del rifacimento degli impianti. Quantomeno, come magra consolazione, il Roland Garros non riceverà alcuna sanzione per la decisione unilaterale di spostare il torneo in calendario. Il presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi, ha infatti “perdonato” il torneo, riconoscendo la buona fede nell’errore commesso.

In attesa di scoprire come evolverà la situazione, l’impressione è che, qualora ci sia anche la minima possibilità, entrambi i tornei faranno di tutto per essere disputati. Probabilmente l’atmosfera non sarà la stessa e lo spettacolo rischia di risentirne, ma dal punto di vista economico potrebbe avere un’importanza non indifferente.

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