Siamo vicini alla fine del rovescio ad una mano?

Forse stiamo assistendo alla lenta morte di uno dei colpi più belli del tennis: il rovescio ad una mano. Con il passare degli anni, grazie alle superfici più rapide e alle nuove racchette, che aiutano a tirare colpi sempre più forti, sono sempre di più i giocatori che scelgono di eseguire il rovescio a due mani. Sta forse arrivando il giorno in cui nessuno giocherà ad una mano?

Se diamo un’occhiata ai migliori 100 del mondo, possiamo notare che ci sono solo poco più di quindici di loro che eseguono il rovescio ad una mano, e solo cinque nella top20 (Federer, Wawrinka, Gasquet, Dimitrov e Feliciano Lopez). Per quanto riguarda le donne, la situazione è ancora peggiore. Solo tre delle prime 100 giocano questo colpo: Suarez Navarro, Roberta Vinci e Francesca Schiavone. Ma la situazione più preoccupante è quella dei giovani: il 95% di loro, infatti, gioca il rovescio a due mani.

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Sono finiti i giorni in cui praticamente tutti i migliori giocavano il rovescio ad una mano. Allora la maggior parte di campi erano in erba, e questo colpo era il migliore per tagliare la palla e cercare la rete. Il rovescio a due mani si è diffuso solo negli anni ’70, quando Jimmy Connors e Chris Evert hanno trionfato a Wimbledon, entrambi con il colpo bimane. E anche Bjorn Borg iniziò a vincere i grandi tornei grazie al rovescio a due mani. Prima di allora, erano veramente pochi quelli anche giocavano il colpo bimane, ed erano davvero delle eccezioni.

Per esempio, molti ricorderanno quando Peter Fischer un giorno disse a Pete Sampras che se voleva conquistare Wimbledon, avrebbe dovuto cambiare il suo rovescio a due mani, ed eseguirlo ad una. Inizialmente questo costò all’americano diverse sconfitte, ma alla lunga lo portò ad ottenere grandi successi, tra cui 7 vittorie a Londra.

Però i tempi cambiano. Dall’inizio degli anni 2000, si è cominciato a vedere il top spin con più frequenza nei campi da tennis, e la seconda mano nell’esecuzione del rovescio è diventata fondamentale per imprimere più potenza e forza nei colpi. Rafael Nadal ha tratto un grande vantaggio da tutto ciò, in particolare contro Roger Federer, nel corso della sua carriera. L’evoluzione delle racchette e delle corde hanno permesso il dominio del gioco da fondo campo, causando anche la fine del serve and volley.

Carlos Rodríguez, ex allenatore di una delle giocatrici con il miglior rovescio ad una mano della storia, la belga Justine Henin, ha detto non molto tempo fa che questo colpo sparirà con il passare del tempo. “Tra 10 anni, non vedremo più nessuno con il rovescio ad una mano”, ha confessato Carlos, che crede che la causa di tutto ciò siano i genitori dei tennisti che non hanno la pazienza di insegnare questo colpo. Secondo lui, i genitori preferiscono ottenere grandi risultati nel minor tempo possibile, anziché allenare e perfezionare un rovescio ad una mano.

Federer e Wawrinka, i due giocatori col rovescio monomane ad aver ottenuto più successi negli ultimi anni, hanno discusso sulla tecnica da usare contro tennisti come Nadal, che imprimono ai colpi grandi rotazioni. “Federer mi ha detto come colpire la palla contro Nadal prima della finale degli Australian Open”, ha rivelato Stan. In sostanza, la tattica da utilizzare contro Rafa è quella di fare un piccolo passo e colpire il rovescio quando la palla sta salendo, e non quando rimbalza sopra la tua spalla.

La soluzione per tutto ciò non è ben chiara, e in generale nel futuro dovremo abituarci a vedere giocatori molto simili, piuttosto alti, con un grande servizio e colpi molto potenti. Insomma, un gioco “pim-pam”, in cui sarà molto complicato eseguire il rovescio ad una mano. Scomparirà il rovescio monomane col passare del tempo? Probabilmente si, ma è sicuro che chi diventerà un tennista diverso rispetto ai giovani ragazzi che giocano allo stesso modo, troverà la formula del successo.

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