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Dimitrov e Del Potro negli ottavi

Nella sesta giornata dello US Open il programma è fitto di incontri interessanti nella parte bassa del tabellone, quella dominata da Andy Murray, opposto al nostro Paolo Lorenzi.

J.M Del Potro d. D. Ferrer (11) 7-6 6-2 6-3

C’è stato reale confronto soltato nel primo set. David Ferrer pareva quello delle stagioni migliori, issandosi fino al 5-2 e facendo capire di voler fare il suo gioco di corsa, top-spin e sudore, per cercare di colpire proprio sul fisico l’argentino. Ma pian piano Del Potro ritrovava il servizio e soprattutto il timing giusto sul dritto, imponendo velocità ai suoi colpi e costringendo l’iberico ad arretrare sempre di più dalla linea di fondo. Tiebreak dominato da Del Potro, con Ferrer fermo a tre punti. Alla ripresa del gioco Ferrer si aggrappava al servizio, che riusciva a tenere però solo fino al sesto gioco, quando perdeva il game piuttosto nettamente, replicando poi all’ottavo game. La musica non cambiava anche nella terza partita, con Del Potro che veleggiava sicuro verso il quarto turno e la piena consapevolezza di essere tornato quello dei bei tempi.

G. Dimitrov (22) d. J. Sousa 6-4 6-1 3-6 6-2

In altri tempi, non lontani, Grigor Dimitrov avrebbe perso questo match. L’avversario era idea per dargli fastidio: un buon servizio, un gran dritto e tanta corsa, tutto per fargli perdere la pazienza. Oggi, come un’ape operaia di straordinario talento, il bulgaro ha guardato al sodo, senza cercare soluzioni troppo ardite, costruendosi un minimo il punto, quel tanto che basta per affermare la caratura superiore del suo tennis. Per circa un’ora e mezza non ha avuto alcuna sbavatura, tanto che il portoghese Sousa manifestava anche qualche segno di insofferenza. Poi, all’inizio del terzo set improvvisamente si “spegne la luce”, Dimitrov esce mentalmente dal campo e si ritrova sotto 0-5: tenta di rientrare, recupera ben 3 games e poi perde il set. Sembrava il momento tipico di rottura, ma invece la nuova edizione del talentuoso bulgaro si rimetteva di buzzo buono, e tornava a macinare tennis, chiudendo agevolmente il quarto set e regalandosi un last 16th che rappresenta un’inizione di punti e fiducia in vista di una classifica più adeguata al suo braccio.

D. Thiem (8) d. P. Carreno-Busta 1-6 6-4 6-4 7-5

Un classico ormai. Non alludiamo all’incontro, ma al modo di Dominic Thiem di complicarsi le partite, di vincere sempre rischiando tanto, giocando e scambiando tanto. L’austriaco riesce a farsi dominare dallo spagno Carreno-Busta nel primo set, dando l’impressione di non trovare misura e tempo per iniziare lo scambio, e di avere, in aggiunta, le polveri bagnate sul suo servizio. Archiviata la prima frazione, Thiem cominciava, come ogni buon motore (turbo)diesel a macinare il suo tennis: la prima palla entrava con più continuità e consentiva di impostare lo scambio, e pian piano arrivava anche la lunghezza giusta dei colpi. Primo break 3-1 per l’austriaco, poi il recupero di Carreno, che però cedeva proprio al decimo game. Grande equilibrio al servizio per tutto il terzo set e di nuovo Thiem al decimo game piazzava un game di risposta da cineteca, chiudendo a zero il set. L’austriaco continuava a tenere il comando delle operazioni saldamente, portandosi in vantaggio 4-2, ma la sua innata propensione a complicarsi la vita lo portava, ironicamente, a concedere il contro-break allo spagnolo. Si arrivava così al dodicesimo game, con Carreno-Busta al servizio, che, in vantaggio 30-15, subiva tre punti di fila dal golden-boy del tennis austriaco.

Alberto Maiale

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