Forse non tutti sanno che … US Open edition

Lo US Open di tennis prende il via oggi. È l’ultimo torneo del grande slam della stagione e il suo verdetto incuriosisce tutti gli esperti che si arrovellano sulla solita annosa domanda: Big 3 o Next Gen. In queste due settimane assisteremo all’ennesimo capitolo di questa storica dicotomia.

Oltre a questo tema, lo US Open ha fascino per tanti motivi.

MONTEPREMI. Storicamente, il più ricco di tutti i tornei. Anche quest’anno si conferma tale con un montepremi complessivi di 57 milioni di dollari. Cifra clamorosa. Per capirci, se esci al primo turno ti porti a casa 58k di dollari. Mica male. Altra chicca: il montepremi è equamente diviso. Questo vuol dire che il vincitore maschile prenderà la stessa cifra della vincitrice del femminile: quasi 4 milioni di dollari.

 

 

 

 

IMPIANTI. Siamo nella città che non dorme mai, la città dei grattacieli e in cui tutto può accadere. Soprattutto, siamo nella città dei grandi spazi e delle distanze chilometriche. Quindi gli impianti di Flushing Meadows sono enormi. In più per raggiungere la struttura, ci vanno almeno 45 minuti dal centro. Tutto è esagerato a NY. Lo USTA Billie Jean King National Tennis Center è il più grande impianto di tennis al mondo: 22 campi più altri 11 nel parco adiacente.   L’arena principale è l’Arthur Ash stadium ha una capienza di 23.771 posti ed è lo stadio di tennis al mondo; viene soprannominato il catino per via della sua forma. Il secondo stadio, dedicato a Louis Amstrong, ha una capienza di più di 10.000.

SUPERFICIE. Oltre agli impianti, è unica anche la superficie. Si gioca sul DecoTurf. Si tratta di lega di polimetilmetacrilato, gomma e silice. Questo la rende molto più veloce e con un rimbalzo molto più basso rispetto alla media. Questo materiale è usato solo negli USA e soltanto nei tornei appartenenti alle US Open Series. In linea teorica, il DecoTurf è un alleato dei giocatori d’attacco; in teoria appunto, dato che il detentore del titolo è il miglior difensore del mondo: Nole Djokovic.

PUNTEGGIO. Ormai ogni slam segue la sua regola. Ultima, non entusiasmante, novità è stata introdotta a Wimbledon con il surreale tie-break sul 12 pari. Gli US Open hanno introdotto per primi il tiebreak nel set finale già negli anni ’70. In anticipo. Come sempre.

PICCOLE CURIOSITÀ. Il pubblico in questo torneo è un fattore. Non è il solito torneo slam, alla Wimbledon. Non c’è il solito silenzio. C’è confusione. Lo sport negli USA è spettacolo, non è religione come in Europa. Il rumore è aumentato anche dalla presenza dell’aeroporto JFK a pochi chilometri di distanza.

I migliori tennisti al mondo si daranno battaglia nel Queens. New York sarà il centro del mondo, as usal, ma anche del tennis.

Andrea Fossale

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Andrea Fossale

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