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La prima volta di Eva Asderaki-Moore

Domenica notte Roger Federer non ha vinto il suo 18° titolo del Grande Slam, ma la storia è stata comunque scritta, sugli scalini del giudice di sedia. Per la prima volta a Flushing Meadows, la finale maschile è stata supervisionata da una donna, la greca Eva Asderaki-Moore.

Dopo la croata Marija Cicak, giudice di sedia della finale femminile tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci, gli US Open sono diventati il primo torneo del Grande Slam ad avere due arbitri donna nei due eventi più importanti. Nel 2007 la francese Sandra de Jenken è diventata la prima giudice di sedia di sesso femminile ad arbitrare una finale del Grande Slam, supervisionando sia gli Australian Open che il Roland Garros

Eva è stata in corsa negli ultimi tre o quattro anni e quest’anno ha ottenuto il benestare” – ha detto il capo arbitro Bruce Littrell ad USA TODAY Sport – “In termini di capacità, ha arbitrato molti incontri maschili negli Slam e ha sicuramente stupito. Non ha mai avuto particolari problemi, si è meritata questo traguardo“.

La Asderaki-Moore è uno dei 19 arbitri che hanno ricevuto il Gold Badge per il lavoro svolto quest’anno agli US Open. Questo riconoscimento è il più importante che un giudice di sedia possa guadagnare, secondo quelle che sono le disposizioni degli organi governativi di questo sport.

Delle 127 partite di singolare maschile di questa edizione degli US Open, 41 sono state arbitrate da donne, secondo le statistiche della USTA. Sta a Brian Earley, arbitro del torneo, la decisione finale su quale sarà il giudice di sedia dell’ultimo atto dello Slam: le ultime tre finali maschili sono state supervisionate dallo statunitense Jake Garner.

O si ha la capacità di farlo o non lo si fa” – ha detto Littrel riguardo al fatto che Asderaki-Moore sia stata la prima donna chiamata ad arbitrare una finale maschile a New York – “Siamo fortunati ad avere una donna ad arbitrare la finale maschile, si è guadagnata quel posto: ha supervisionato molte partite degli uomini in questo US Open e le ha arbitrate molto bene“.

E’ stata la terza finale Slam della carriera di Asderaki-Moore, dopo aver arbitrato la finale femminile degli US Open 2011 e quella del 2013 a Wimbledon. Fu proprio in quel 2011 che la greca richiamò Serena Williams per linguaggio scorretto dopo che la tennista aveva urlato per un punto. Williams aggredì verbalmente Asderaki-Moore dicendole di essere “brutta dentro” e di “non permettersi di guardare dalla sua parte del campo“. Gli insulti dell’americana diventarono molto popolari su YouTube.

Di solito i giudici di sedia non sono autorizzati a parlare con i media durante il torneo, ma un collega arbitro – anch’egli Golden Badge – ha dichiarato che “della Asderaki ho sempre ricevuto un buon feedback da giocatori di sesso maschile […] la sua presenza durante il match è eccezionale e le sue capacità di comunicazione con i giocatori ottime“.

Per essere stata la primavolta che una donna ha arbitrato una finale maschile agli US Open, è stato incredibile” – ha dichiarato il marito Paul Moore, in una mail ad USA TODAY Sports – “Sono così orgoglioso di Eva e incredibilmente felice per lei. Lavora sodo e si è sacrificata tanto per arrivare a questo punto, e un incontro come questo le rende giustizia. Sono contento che abbia arbitrato una grande partita e che abbia ottenuto la possibilità di vivere tutto questo“.

Solo cinque dei 19 arbitri Golden Badge degli US Open 2015 sono donne. “La USTA ha dimostrato di essere un leader per quanto riguarda la varietà” – ha detto Littrell – “Ma l’abilità è il fattore numero uno. Eva è uno dei migliori giudici di sedia del mondo, questi sono i fatti. E’ stata una grande decisione“.

Filippo Gallino

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