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Le pagelle degli US Open

A scuola non sono mai stato granché bravo, anzi, diciamo pure che andavo piuttosto male. E non ero neanche il classico “può ma non si applica”, perchè in certe materie non potevo proprio. Eppure, più o meno una volta all’anno, gli amici di Tennis Circus mi chiedono di redigere delle pagelle. Ovviamente accetto con gioia perchè è come se tutti i tennisti diventassero miei alunni, nonostante sia io peggio di Sascha Zverev nelle volèe e di Delbonis nei servizi. Ma tant’è. Quindi, ecco a voi i voti che si meritano i giocatori dello Us Open.

Roger Federer: voto 5.5. Partiamo dalle note dolenti e deludenti. Il campione svizzero non si merita la sufficienza, perchè obiettivamente non può perdere da uno come John Millman. Poco importa se quest’ultimo sia stato in settimana di grazia o se durante quel match c’era un caldo torrido e non tirava un filo d’aria: se sei Federer non puoi perdere da Millman. Punto. Il suo torneo sarebbe stato da cinque, in realtà, ma il mezzo voto in più se lo è meritato per quel passante da fuori campo raccolto da terra nella partita contro Kyrgios (colpo del torneo a furor di popolo). E se avesse vinto contro il vero Nick in tre set, il sei, forse, sarebbe stato più corretto, ma in realtà quello sceso in campo non somigliava neanche lontanamente al Kyrgios autentico. Dunque, cinque e mezzo perchè le vittorie contro Nishioka, Paire e, appunto, la controfigura dell’australiano non bastano per la sufficienza.

Fabio Fognini: voto 5. Se la memoria non m’inganna, anche stavolta Fabio è stato l’italiano a rimanere più a lungo, temporalmente, nel torneo. Tuttavia, la brutta sconfitta contro Millman pesa non poco nel computo finale, anche perchè nel secondo set pareva aver preso in mano il match. E invece dal terzo parziale in poi, Fogna ha perso la testa regalando di fatto la partita al rivale. La vittoria contro Mmoh non basta per la sufficienza. C’è anche un’aggravante: se avesse giocato come sa, Fabio sarebbe potuto andare avanti almeno fino agli ottavi, dato che avrebbe incontrato avversari oggettivamente alla sua portata. Il “nostro”, comunque, si può consolare: da oggi è numero tredici del mondo.

Rafael Nadal: voto 7. L’iberico si prende un voto e mezzo in più dell’eterno rivale Federer perchè in primis è arrivato in semifinale, e poi perchè chissà, magari senza quel dolore al ginocchio avrebbe potuto anche vincere il torneo. Visto che, però, dobbiamo attenerci a ciò che è stato e non a ciò che sarebbe potuto essere, Rafa si merita la piena sufficienza per aver messo in campo tutto sé stesso contro Khachanov, contro Basilashvili e soprattutto contro Thiem, partite che un comune mortale avrebbe perso. Ma non Nadal, appunto. Lo spagnolo stato poi bloccato dal suo stesso fisico, ma il suo percorso fino alla semifinale è stato da campione vero.

Kei Nishikori: voto 8. Il giapponese volante ancora una volta, zitto-zitto cacchio-cacchio (come dicono a Roma) è arrivato fino in semifinale sconfiggendo, tra gli altri, Marin Cilic per la seconda volta nel 2018 (su due superfici diverse). Kei è definitivamente ritornato ad essere uno dei peggiori avversari per i grandissimi, senza però riuscire a raggiungere l’ultimo giorno di torneo come fece nel 2014. L’orientale si è comunque guadagnato un otto abbondante in pagella, che non è più alto perchè, diciamoci la verità, nella semifinale contro Djokovic ci saremmo aspettati qualcosa in più almeno dal punto di vista della lotta.

Novak Djokovic e Juan Martin del Potro: voto 10. Già sento quello che starete dicendo davanti allo schermo del pc o del telefono: “Uno ha vinto e uno ha perso, come fa a dare lo stesso voto?”. Beh, perchè provateci voi a non dare dieci a Juan Martin del Potro, che solo nella finale di ieri è risorto come Lazzaro almeno tre o quattro volte. Provateci voi a non dare dieci a quello che ha eliminato il numero uno del mondo (di fatto è così) e che è probabilmente è il giocatore col cuore più grande di tutto il circuito. Provateci voi. Io non ci riesco. E allora se Novak Djokovic si merita il dieci e lode col bacio accademico (solo se siete una bella ragazza, e soprattutto solo se Jelena è d’accordo), Delpo è degno un voto altrettanto alto. In ogni caso, la copertina è giusto che se la prenda Novak, che dà l’impressione che per vincere sarebbe disposto a tutto e che infatti vince quasi sempre. Nella finale di ieri sera non ha concesso nemmeno un punto facile al rivale; con questo successo si porta a tre vittorie negli ultimi quattro tornei disputati, e a quattordici Slam in carriera. Robot-Nole, tra l’altro, da oggi è tornato al numero tre della classifica Atp, dietro a Nadal e Federer. Che bello sport, il tennis.

Jacopo Crivellari

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