Lucas Pouille, l’alba di un inizio promettente per il “cigno bianco” di Francia

Sono sempre più convinto che il campo da tennis sia una miniatura perfetta e spietata della vita reale.
All’interno di quelle quattro linee bianche, immutabili e incontraddicibili, si consumano storie dai caratteri più disparati. Storie di vita, storie d’amore, storie di sport.

Alle 19.42, ora newyorkese, sul campo centrale degli Us Open, dopo l’ennesimo vincente di un’emozionante maratona, Lucas Pouille si getta al suolo, coprendosi il viso con le mani, incapace di credere a ciò che è appena successo. Il “cigno bianco” dell’Accademia Francese, erede naturale di una dinastia fondata dal più esperto Gasquet, delizia i fini palati del pubblico più esperto a suon di celeri accelerazioni, con quei gesti così lineari da dare l’impressione di non sentire il minimo sforzo. Un’aurea dorata circonda quella metà campo, il protagonista, in estasi, lancia lo sguardo verso le tribune. Sorride il giovin Pouille, sorride in continuazione, avvolto in un sentimento troppo grande per essere spiegato, troppo forte per essere dimenticato.

Nell’altra metà campo, invece, l’alone grigiastro di dubbi e incertezze, attanaglia il corpo del guerriero Nadal, un tempo abituato a ben altri scenari. Scuote la testa e, a passi tardi e lenti, si avvicina alla sedia per raggruppare i suoi effetti personali. Caricandoseli sulle spalle, un tempo le più forti in circolazione, li sente pesanti. Pesanti come sono, nonostante il continuo rifiuto nell’accettarlo, gli anni che continuano ad aumentare, i chilometri che, giorno dopo giorno, si depositano sulle gambe. L’usura che la natura non risparmia a nessuno.

Rafael Nadal vs Lucas Pouille

Prende la via degli spogliatoi a testa bassa, esattamente come un anno fa, deluso e insicuro come un campione del suo calibro non dovrebbe mai essere. Eppure, anche nella testa del migliore, le certezze iniziano a sgretolarsi e quel dritto, giocato sul 6-6 nel tiebreak, ne è la dimostrazione.
Due mondi diversi, quindi, divisi da una rete così sottile, ma così potente.

Due storie agli antipodi.
Con il calare del sole termina l’ultimo scambio.
L’est e l’Ovest a confronto, come accadde ogni giorno.
Da una parte l’alba di un inizio dolcemente promettente. Dall’altra, il tramonto di una storia che, col tempo, diventerà leggenda.
Sono storie di sport, storie di tennis.
Sono storie di vita, racchiuse in quattro spietate linee bianche.

A cura di Tutto Tennis 

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