Simon sugli US Open: “Non c’è abbastanza informazione per essere sicuri di partecipare”

Dopo l’ottimismo delle ultime settimane, torna l’ombra della cancellazione sugli Us Open di tennis, l’aumento dei contagi in territorio americano e la necessità di doversi sottoporre alla lunga quarantena al rientro in Europa renderebbero assai problematica l’organizzazione del torneo dello Slam americano tenendo anche conto che dopo gli Us Open il calendario prevede il Masters 1000 di Madrid.

Diversi tennisti si interrogano sulla convenienza di prendere parte al prestigioso Slam americano. Tra questi c’è Gilles Simon, 35 anni e n. 54 del mondo : «Dal punto di vista economico godo di una certa libertà e posso decidere se andare o meno in America, se assumermi o meno la responsabilità di viaggiare fino a lì, però il problema è più che altro legato alla distribuzione dei punti, non esistono regole certe in merito a questo. In assenza di spiegazioni chiare non posso decidere con certezza, penso che se non venissero assegnati dei punti, forse tutti si sentirebbero potrebbero prendere una scelta libera senza condizionamenti».

Gilles Simon

Simon sottolinea inoltre la problematica relativa alle norme da seguire in caso di emergenza a New York: “Non sappiamo come saranno le cose tra un paio di mesi in giro per il mondo. Cosa succede in caso di positività al tampone? Non puoi ritornare a casa e devi rimanere quattordici giorni in hotel? E in quel caso dovremmo testare anche tutti gli altri? Come giocatore, è qui che mi piacerebbe ottenere delle risposte. Cosa succede se una cosa del genere dobbiamo affrontarla quando ci troviamo già al terzo turno? Non hanno ancora pensato a un piano per tutte queste problematiche” ha poi concluso il tennista di Nizza.

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