Dai che ci siamo ragazzi. Poche piroette di lancette ci separano dall’inaugurazione dell’EXPO del tennis mondiale: all’anagrafe U. S Open.
Il quarto ed ultimo Slam stagionale da sempre condensa il meglio e il peggio della cultura americana, fungendo da impietosa superficie riflettente delle molteplici contraddizioni statunitensi.
Solo nel Major newyorchese è possibile riscontrare una così persistente simbiosi tra memorabili segmenti di elevatezza qualitativa e beceri inabissamenti di stile. Si può passare con estrema disinvoltura da un palpitante scambio incastonato in un’impareggiabile cornice di pubblico alla diffusione, a volume molesto, di immonde composizioni di David Guetta tra un cambio di campo e l’altro.
Detto tutto ciò, a noi delle considerazioni sociologiche ed antropologiche non ce ne può fregare di meno: a noi interessa solo che la minuta sfera gialla riprenda a rimbalzare il prima possibile, rendendoci nuovamente sonnanbuli e cadaverici.
Tra gli uomini, i pezzi grossi procrastinano il loro esordio alla giornata di martedì, fatta eccezione per il numero 1 del mondo Novak Djokovic.
Il serbo è atteso da un esordio di una tale morbidezza da poter essere riciclato come materasso ortopedico. Nole dovrà fiaccare la resistenza del terribile terraiolo Joao Souza. Se sull’esito finale della contesa non è lecito avanzare dubbi, sarà comunque interessante verificare fin dall’inizio le reali condizioni del serbo, parso piuttosto fuori fase nell’accopiata di Master cementizi agostani.
La cartina di tornasole delle ambizioni di Djokovic sarà la seguente: se Novak riuscirà a rimpatriare il brasiliano in meno di 38 minuti potrà considerarsi in lizza per la vittoria finale, altrimenti potrà già cominciare a programmare la stagione 2016.
Esordio pullulante di enigmi per Kei Nishikori. Il cagionevole nipponico si presenta come autentica mina vagante del torneo, nonostante sia finalista in carica del torneo, oltre che il quarto giocatore del pianeta. Il giapponese, nel corso di questo 2015, ha alternato strisce di successi convincenti a forzate assenze dovute alla cronica delicatezza muscolare che ne ha inficiato a più riprese la definitiva ascesa.
Enigmi che vengono accresciuti dall’avversario cui dovrà far fronte nel prologo statunitense. Al suo cospetto si presenterà l’imperscrutabile Benoit Paire, detentore della più vasta gamma di sfaccettature esistenti. Il francese, nei momenti di tregua psichica, può guastare il cammino di gran parte dei giocatori che lo sopravanzano in classifica, Nishikori compreso.
Doverso un commento al ritorno sul luogo del deliquio di Marin Cilic. Il carneade croato, a distanza di 12 mesi, riassapora il ricordo della più ingiustificabile impresa dell’ultimo ventennio sportivo. Il modestissimo cristone di Medjugorje potrà fregiarsi ancora per un paio di settimane del titolo di campione in carica degli US Open, prima che cominci il processo di rimozione per raschiare dalla nostra memoria una delle più insopportabili onte tennistiche della storia.
Per chi non ha voglia o non può dormire consigliamo il gustoso scontro tra Rafa Nadal e Borna Coric. I due, per ovvie ragioni anagrafiche, si sono incontrati una volta sola fino ad oggi, poco meno di un anno fa in quel di Basilea. Sul cemento indoor elvetico fu il croato a prevalere, complice un Nadal marchianamente consunto. Le attuali condizioni del maiorchino sono tutt’altro che incoraggianti in tal senso, il che potrebbe suggerire uno sviluppo analogo all’unico precedente tra i due. Seppur spuntato Nadal dovrebbe far sua la contesa, anche se è lecito aspettarsi quattro o addirittura cinque set di furente foga agonistica.
Traslocando verso l’altra metà del cielo, oggi comincia il conto alla rovescia verso la fatidica conquista del Grande Slam ad opera di Serenona. Inutile prenderci in giro, proponendo spunti e motivi di interesse ove non ne ve ne sono: questa edizione dello Slam americano, in campo femminile, verrà scandita unicamente dal progressivo avvicinamento della Williams allo storico traguardo. A seguito della defezione di Maria Sharapova, lo spicchio di tabellone della corpulenta statunitense assume le sembianze di una prateria, sulla quale la Valchiria americana potrà sgroppare incontrastata fino alle fasi finali del torneo Nella notte italiana darà vita alla solita prestazione poco convincente da primo turno Slam, infarcita da immotivate crisi isteriche e urlacci belluini. La sua prima vittima sarà la russa Diatchenko.
Tra gli incontri di corredo segnaliamo lo scontro tra Ivanovic e Cibulkova, confronto che potrebbe generare la prima caduta eccellente del torneo. La serba è rientrata in piena fase di raggomitolamento, dopo l’ingannevole semifinale conseguita al Roland Garros. Cibulkova, superate le recalcitranti traversie fisiche, potrebbe sgambettare la serba mediante il proprio gioco d’azzardo, in cui si alternano accellerazioni ad accellerazioni ancora più accellerate.
Nello scaffale delle partite in offerta speciale merita attenzione lo scontro tra le due bellicose poppanti del tennis russo, Kasatkina e Gavrilova, oltre al derby statunitense tra Stephens e Vandeweghe. Tutto il resto è tedio.
Questo il programma completo della prima giornata.