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Camila, gli ottavi a Wimbledon e una psiche diversa

Qualcuno ne aveva il sospetto, altri ci speravano, altri ancora ci credevano. Ora possiamo dirlo con assoluta certezza: quello che abbiamo è molto. Mi riferisco al pezzo che ho scritto prima del torneo di Wimbledon, quando in effetti c’erano dei leciti interrogativi su Camila Giorgi: in diversi la ritenevano incapace di portare la bandiera tricolore per più di un turno sui campi dell’All England Lawn. Di questi “diversi” ce ne sono alcuni che ora sono saliti sul carro (basta guardare i commenti sotto alle ultime foto di Camila su Instagram), mentre altri non si schiodano dalla loro posizione: detrattori erano e detrattori rimangono, perchè la Giorgi “è agli ottavi per caso, per fortuna”.

E invece no. Camila Giorgi è riuscita ad eguagliare (per il momento) il suo risultato più importante a Church Road, conseguito per la prima volta nel 2012, ma la fortuna non c’entra niente. La maceratese ha messo in riga prima Sevastova, poi Brengle e ieri Siniakova, ottenendo l’accesso al quarto turno dei Championship in cui dall’altra parte della rete troverà Ekaterina Makarova. Prima di concentrare l’attenzione sulla trentenne russa, non posso far a meno di notare che la parte del tabellone in cui si trova Camila è, checchè se ne dica, la stessa presieduta da Serena Williams, che in caso di (probabile) vittoria su Rodina incontrerebbe proprio la vincitrice dell’ottavo tra la “nostra” e Makarova. Ci tengo a scriverlo perchè ho sentito molti dire che la parte di draw di Camila si è sostanzialmente aperta grazie all’eliminazione di quasi tutte le teste di serie: in realtà il muro, anche da quella parte, c’è, ed è uno dei meno frangibili del torneo.

Per ciò che concerne Makarova, penso vi basti sapere che al secondo turno ha eliminato Caroline Wozniacki. Esatto, la danese, proprio colei che a Eastbourne aveva sconfitto la Giorgi in due set  col punteggio di 6-2 6-3. È giusto ricordarlo anche se i saggi e l’esperienza ci hanno insegnato che la proprietà transitiva varrà in matematica ma non nel tennis; in questo caso vale però per mettere in guardia i più speranzosi, e quelli che hanno le aspettative che arrivano fin lassù: la mancina Makarova è una che sa giocare bene a tennis, e che si esalta soprattutto negli Slam: ha raggiunto due volte la semifinale in un Major (Australian Open 2015 e US Open 2014) e un quarto di finale proprio a Wimbledon, quattro anni fa. E certi risultati non arrivano per caso.

Ma ora torniamo a noi. Quest’inizio di torneo di Camila è stato oggettivamente sorprendente, perchè, soprattutto nel match di ieri, l’italiana ha mostrato una solidità mentale nuova, condita anche da un qualche lancio-di-racchetta non da lei. Ho parlato qualche mese fa, in occasione del 125k di Lugano, proprio dell’aspetto mentale di Camila con uno psicologo: quest’ultimo mi ha spiegato che tener dentro tutto è sì sinonimo di grande equilibrio e ordine, ma che a volte sarebbe anche utile tirar fuori quell’emotività che la Giorgi tende spesso a nascondere, quasi fosse una debolezza. Anche un banale urlo di rabbia può essere, in certi casi, una medicina per dare una svolta decisiva alla partita. E oggi quel lancio-di-racchetta sul set point mancato al tie-break del secondo parziale l’ha a mio avviso aiutata a ritrovare il controllo di sé stessa: in quello sfogo c’era la consapevolezza di star facendo la cosa giusta (aveva già annullato un match point sul 4-5), ma di poterla e di doverla fare meglio. Tre punti e un paio di minuti dopo Camila si è presa il secondo set.

Nel terzo e decisivo parziale, quando l’inerzia sembrava essere girata dalla sua, la Giorgi è andata sotto di un break (come le è sempre capitato nel match), ma anche in quel frangente è stata capace di capire che la partita sarebbe potuta essere sua se avesse fatto tutto bene, senza concedere a Siniakova la libertà di fare il proprio gioco, anche perchè la ceca era evidentemente a corto di fiato.

Questi primi tre turni ci restituiscono una Camila consapevole e tennisticamente matura: è presto per dire se sia più consapevole e più matura di quanto già  fosse. È bene sottolineare che quello che arriverà di buono, se arriverà, da questo momento in poi sarà una plusvalenza (concedetemi il termine). E a questo punto state certi che se arriverà, anche i sopracitati “diversi-detrattori” saranno quasi costretti a salire sul carro. Ma non preoccupatevi, con una Camila così c’è posto per tutti (o quasi). 

Jacopo Crivellari

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Jacopo Crivellari

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