Tutti i problemi di Maria Sharapova

Questo 2017 non è stato un anno affatto facile per Maria Sharapova, che non è riuscita a risalire più di tanto la classifica mondiale dopo la lunga assenza dai campi in seguito alla squalifica per doping. Anche oggi è arrivata una sconfitta da una solidissima Simona Halep, che peraltro vince per la prima volta in carriera un incontro con la russa. Con la complicità di vari fastidi fisici che l'hanno accompagnata fin dalle prime settimane dal rientro, Mascha si è fermata come migliore risultato alle semifinali di Stuttgart. Per lo strascico di polemiche che si è portata dietro la sua squalifica poi, le avversarie sono sempre pronte a dare qualcosa in più contro di lei...

Come prima volta non c’è male. Simona Halep mette tutta se stessa nel match odierno contro Maria Sharapova, annichilendo la russa con un perentorio 6-2 6-2; la schiacciante vittoria è frutto di una solidità da fondo campo e un approccio rabbioso alla partita da parte della rumena numero 2 del mondo come non se ne erano mai visti nei precedenti fra le due. A questo punto la Halep si candida – per l’ennesima volta – a nuova leader del ranking mondiale, appuntamento fino ad oggi disatteso più volte, quando per una manciata di punti in classifica, quando per una manciata di punti in campo, visto si è ormai perso il conto dei match chiave persi per ottenere la matematica certezza.

Va male male quindi a Maria Sharapova, che non trova contromisure al gioco profondo della avversaria, e pecca di una certa rigidità negli spostamenti intorno alla linea di fondo, espressione di una forma fisica lontana dai giorni migliori. “Penso che Simona abbia giocato una partita incredibile, probabilmente la migliore prestazione tra tutti i nostri incontri precedenti. Non sono stata abbastanza lucida. Non riuscivo a vedere la palla molto bene. Non sono riuscita nemmeno a muovermi così bene come ho fatto in altre occasioni contro di lei” ha avuto modo di dichiarare la russa nel post-partita.

Si chiude così la settimana di Pechino per la russa, iniziata ancora una volta grazie ad una wild card, con due vittorie nei primi due turni contro la Sevastova e contro la Makarova, a dire il vero entrambe molto sofferte, soprattutto la prima decisa solo al tie-break del terzo set e con la forte complicità della avversaria, crollata dopo un match point annullato.

Resta da vedere quale sarà il prossimo appuntamento tennistico della russa, ma considerato che non giocherà le Finals, i tornei disputabili saranno uno o al massimo due.

È arrivato quindi uno dei nostri momenti preferiti, quello di fare i dovuti bilanci. Se guardiamo al borsino di questo 2017 infatti, la russa non ha troppo di cui essere soddisfatta. Nonostante le promesse e i proclami alla vigilia del rientro, la russa non ha mosso più di tanto la sua classifica; dalla ripartenza a fine aprile a Stuttgart, con una wild card e senza ranking, è arrivata ad iniziare il torneo di Pechino come numero 104 del mondo, ma grazie soprattutto alla modesta prova agli ultimi US Open, dove la sconfitta agli ottavi proprio contro la Sevastova le ha garantito un consistente avanzamento in classifica; vedremo se rientrerà in top-100 da lunedì, ma di sicuro questo obiettivo nei giorni del rientro era dato per scontato in tempi brevi, mentre invece ci sono voluti diversi mesi per raggiungerlo. E i modesti risultati sono arrivati in tabelloni abbastanza accessibili; non sono arrivate infatti altre grandi sfide con top giocatrici o vecchie rivali. Con la acerrima avversaria Serena Williams ancora ai box per la gravidanza, sono arrivate interessanti sfide solo proprio con Simona Halep.

Ad oggi sono solo 6 i tornei giocati, di cui solo uno Slam; dopo il rientro in pompa magna a Stoccarda, dove raggiunge le semifinali, al Roland Garros fece clamore la decisione degli organizzatori di non concedere la wild card a Mascha, che tanto si era data da fare per rientrare in forma smagliante proprio in vista di quell’appuntamento. Eravamo però all’apice della polemica, con le colleghe inviperite per le wild card concesse negli altri grandi appuntamenti della stagione su terra a Madrid e a Roma e con botte e risposta al veleno all’ordine del giorno. A Madrid si era consumato il momento forse più pesante della vicenda, con un match all’arma bianca contro la altrettanto bella e apertamente ostile Genie Bouchard.

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La fredda stretta di mano fra Sharapova e Bouchard, al termine del match vinto dalla canadese, seguito alle aspre polemiche della vigilia

I 15 mesi di squalifica però si fanno presto sentire sulle gambe della russa, che è costretta a saltare tutta la stagione su erba per un infortunio muscolare alla coscia destra; sfuma così l’appuntamento a Wimbledon, sui cui sacri prati si era fatta conoscere al mondo, e dove era pronta a giocarsi il tabellone principale partendo dalle qualificazioni, scacciando così l’imbarazzo della wild card. Nonostante la parentesi al torneo di Stanford, dove si ferma al secondo turno, la prolungata assenza dai campi la condanna ancora a dover beneficiare di una wild card per partecipare agli US Open, visto che nel frattempo ha di nuovo perso il ranking per passare dalle qualificazioni. A Flushing Meadows la wild card arriva puntuale, ma stavolta con meno polemiche; più rilassata, Mascha trova il miglior tennis della stagione, battendo al primo turno proprio Simona Halep, e nei turni successivi Timea Babos e Sofia Kenin, salvo poi cedere alla Sevastova. La sconfitta di Pechino è quindi arrivata proprio sulla piccola cresta dell’onda di questo 2017 non proprio da incorniciare.

La squalifica ha avuto un grossissimo impatto sul rendimento di Maria; 15 mesi sono lunghi, e sono stati ancora più lunghi di quanto si potesse pensare alla vigilia sul suo fisico e sul suo approccio alla competitività che il tennis richiede.

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Maria alla presentazione della sua autobiografia

Per questo, sembra aver gettato le basi per un ipotetico post-ritiro; dopo gli US Open infatti si è molto dedicata mediaticamente, in televisione e sui social, alla promozione della sua autobiografia “Unstoppable”, dove racconta vari retroscena della sua vita dentro al rettangolo di gioco, partendo dagli inizi nella accademia di Nick Bollettieri, al rapporto col padre, suo principale punto di riferimento, fino alla acerrima rivalità con le sorelle Williams, in particolare con Serena, con la quale il rapporto fuori dal campo è decisamente freddo e sugli scudi. Nonostante la ultima sfida fra le due sia piuttosto datata e non si siano incrociate dopo il rientro della Sharapova (visto che si aspetta ancora il rientro di Serena dopo la gravidanza), il clima fra loro è rimasto teso proprio per le dichiarazioni fatte da Maria nel suo libro sul difficile rapporto che le lega. “Di fronte a lei sei un solo uno zero . Molti grandi giocatori hanno questa mentalità, ma Serena molto di più” – e ancora – “La gente spesso si chiede perchè io abbia così tanta difficoltà a battere Serena; lei mi ha dominato negli ultimi dieci anni, mi ha battuto 19 volte su 21. Spesso si parla della sua forza, il suo servizio, la sua testa, di quanto il suo gioco si adatti al mio e, sicuramente, c’è molto di tutto ciò; ma per me, la vera risposta era lì, in quello spogliatoio dove io mi stavo cambiando e lei si stava disperando. Penso che Serena mi abbia odiato per essere stata la ragazza magrolina che l’ha battuta, contro ogni pronostico, a Wimbledon”. Il rapporto con la maggior parte delle colleghe sembra ormai compromesso, e – probabilmente – la sua carriera ha intrapreso il viale del tramonto; non rimane altro che goderci il gran finale della tanto amata e tanto odiata Maria Sharapova, sperando che ci riservi ancora qualche ruggito.

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