Federer-Nike, divorzio dopo 20 anni. Uniqlo il nuovo brand del Maestro

Ci sono coppie che immagini rimangano unite per tutta la vita. È il caso di Roger Federer e Nike, un binomio che durava da oltre 20 anni e che nessuno mai avrebbe immaginato arrivasse alla fine. E invece, nonostante un contratto faraonico di 10 milioni di dollari annui che legava il Maestro svizzero al marchio a stelle e strisce, i due contraenti non hanno rinnovato i loro intenti comuni e a marzo si sono detti addio, nonostante Roger abbia giocato gli ultimi due tornei di giugno sull’erba di Stoccarda e Halle indossando l’ultimo completo disegnato per lui proprio dal brand americano.

Nella giornata che precedeva l’esordio di Re Roger come primo incontro sul campo centrale dell’All England Club per l’inizio dei Championships 2018, che, come da tradizione, spetta al detentore del titolo, il nuovo brand del Maestro, la nipponica Uniqlo, annunciava l’avvenuto accordo con il campione di Basilea. Un deal che significa per Roger 30 milioni di dollari all’anno per 10 anni. Il marchio Uniqlo è stato lanciato qualche anno fa dall’atleta di casa Kei Nishikori (ancora testimonial) e dall’ex numero uno del mondo il serbo Novak Djokovic che, esattamente un anno fa, ha lasciato il marchio giapponese per passare a quello francese Lacoste.

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Mentre il cambio di fornitore di racchetta è molto improbabile tra i tennisti, causa il tempo richiesto per abituarsi al nuovo attrezzo, i cambi di sponsor tecnico sono molto più frequenti, si pensi ad Andre Agassi che iniziò la propria carriera con i colori stravaganti di Nike per poi passare, a fine carriera, verso quelli più sobri di Adidas, per poi ritornare a Nike una volta appesa la racchetta al chiodo. In periodi più recenti lo scozzese Andy Murray è passato da Adidas a Under Amour, mentre lo stesso Novak Djokovic ha vestito un po’ tutte le casacche iniziando con Nike e Adidas, passando per Sergio Tacchini, e appunto Uniqlo prima di scegliere Lacoste.

Certo vedere Roger Federer nel centrale di Wimbledon indossare un brand che non è Nike è un po’ strano, soprattutto se sulla propria maglietta non compare il logo RF, le sue iniziali. Infatti, il brand RF non appartiene a Roger ma a Nike, il che ha grossi impatti sia per i fan di Roger che per le sue iniziative di solidarietà. In particolare, con Nike, Roger aveva stipulato un accordo che una percentuale di proventi (circa il 10%) ricavati dalle vendite di articoli riportanti il logo di Roger andasse alla Fondazione Roger Federer creata appositamente per progetti a sostegno dei bambini che vivono in zone disagiate, in particolare in Africa. Inoltre, il logo veniva utilizzato anche dalla propria Fondazione proprio per il merchandising e per l’organizzazione di incontri di esibizione con famosi campioni del tennis e personaggi illustri (come Bill Gates) per raccogliere fondi proprio per i progetti in Africa (Match for Africa).

Insomma una piccola questione che lo stesso Federer ha tenuto a precisare con fiducia dicendo che: “Sì, il logo RF è di Nike al momento, ma a un certo punto sarà mio. Spero, più presto che tardi, che Nike possa dimostrarsi gentile e di aiuto nella procedura di trasferimento della proprietà del logo. È molto importante per me e anche per i fan. È una procedura, ma la buona notizia è che sarà mio ad un certo punto, sono le mie iniziali, sono mie. La cosa buona è che non saranno di loro proprietà per sempre, in un breve periodo di tempo saranno mie”. Anche perché, una volta che il logo tornerà al suo legittimo proprietario, anche Uniqlo dovrà fare la sua parte: “Certamente dovremo capire anche con Uniqlo quando potremo partire con la vendita dell’abbigliamento anche al pubblico. È tutto in divenire. Speriamo che i fan possano iniziare a comprare il mio abbigliamento all’inizio del prossimo anno. Al momento, considerando che alla Fast Retailing sono molto veloci e competenti, è solo una questione di tempo”.

Inoltre c’è in sospeso la questione scarpe. Infatti, Uniqlo, che produce, distribuisce e vende abbigliamento, non produce scarpe (Djokovic e Nishikori infatti utilizzavano Adidas, poi Nike e infine, per Nole Asics), ecco perché Roger ha indossato nella sua prima partita all’All England Club, un paio di scarpe Nike, ma senza aver siglato un nuovo contratto. Lo stesso Roger ha dichiarato che su questo fronte è aperto a qualsiasi iniziativa con chiunque abbia voglia di creare qualcosa con lui, ma ha anche fatto capire che firmare un accordo con Nike solo per la fornitura delle scarpe non sarebbe un problema considerata la ventennale comune esperienza. Dunque vedremo ancora scarpe personalizzate con i numeri degli slam conquistati e altre incisioni oppure dovremo abituarci a della scarpe standard per Re Roger?

Ma al momento Nike tace facendo sapere solo di essere contenti per aver avuto questa lunga relazione con un campione come Federer, facendo tanti in bocca al lupo senza discutere dei nuovi contratti che Roger ha sottoscritto con i nuovi fornitori. Nike è un colosso che deve molta parte dei suoi introiti al basket, al football e al tennis, con figure di spicco quali Michael Jordan, Lebron James, Cristiano Rolando, Serena Williams, Rafael Nadal e Maria Sharapova, per i quali ha collaborato a delle linee speciali anche al di fuori dello sport e con i quali ha stipulato dei contratti a vita di volta in volta ridefiniti, stessa cosa che veniva fatta con Federer, che era forse lo sportivo di punta fra quelli menzionati.

Se Nike prospettava di arrivare a 40 miliardi di ricavi entro il 2020, Uniqlo, che in Asia è già famosissima ma che ormai ha negozi in tutto il mondo (nata nel 1949 a Tokyo dall’idea dell’attuale CEO Tadashi Yanai di creare un brand di tendenza a basso costo, oggi controllata da Fast Retailing e con circa 30 mila dipendenti), prevede, con l’aiuto di Roger come testimonial di moda di successo, di portarsi a quasi 30 miliardi di ricavi per lo stesso anno, che, fra l’altro, sarà anche l’anno delle Olimpiadi proprio in Giappone a Tokyo. Chissà che dietro questa notizia non si nasconda anche la prospettiva di Roger di allungare la sua carriera fino alle Olimpiadi e di conquistare la medaglia d’oro olimpica, unico trofeo assente nella propria bacheca, e sfuggitogli di mano proprio sull’erba dell’All England Club nel 2012 per mano di Murray, nel rematch della finale persa dallo scozzese un mese prima proprio nello stesso centrale londinese, per quello che, solo fino a un anno e mezzo fa, sembrava essere l’ultimo slam (all’epoca il 17°) e l’ultimo Wimbledon (all’epoca il 7°) del GOAT del tennis mondiale.

Il cambio di brand è stato spiegato da Federer in funzione della comune visione con Uniqlo rispetto: “Al grande amore per la vita, la cultura e l’umanità. Condividiamo una forte passione per avere un impatto positivo sul mondo che ci circonda e in attesa di combinare i nostri sforzi creativi”. Cultura, umanità, passione e impatto positivo sul mondo, parole che suonano molto promettenti, ma, che al momento, lasciano il tempo che trovano. Certamente non si può dire che Federer non abbia fiuto per gli affari, avendo siglato un accordo che al momento gli garantisce il triplo dei guadagni che annualmente percepiva, il tutto per la durata di un decennio. Ma al momento, da come il serbo Lajovic è stato strapazzato nell’incontro di primo turno, l’unica cosa che importa per il campione svizzero è difendere il proprio titolo a Londra, conquistare il suo 9° Wimbledon e, al tempo stesso, arrivare a quota 21 Slam, tutti record che supererebbero i record che, in campo maschile, sono stati stabiliti da un marziano che corrisponde alla sigla RF.

vedi summary integrale su wimbledon.com

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