Mouratoglou spiazza tutti: “Rispetto a Federer e Nadal, Djokovic è un giocatore mediocre”

Patrick Mouratoglou accende il dibattito: “Djokovic, rispetto a Federer e Nadal, è quasi mediocre”. Ma è davvero così? Analisi di una carriera fuori dagli schemi.
mouratoglou-non-ha-dubbi-gli-slam-sono-100-volte-piu-importanti-delle-olimpiadi-[1]

Una leggenda sotto la lente: il controverso giudizio su Novak Djokovic

Il mondo del tennis è abituato alle grandi rivalità e alle analisi accese, ma le recenti dichiarazioni di Patrick Mouratoglou hanno alzato un polverone difficile da ignorare. Il noto allenatore francese, intervenuto nel podcast Bartoli Time, ha definito il tennis di Novak Djokovic – paragonato a quello di Roger Federer e Rafael Nadal“quasi mediocre”. Un’affermazione che, pur nella sua durezza, si carica di un paradosso affascinante: proprio quella presunta mediocrità, secondo Mouratoglou, è ciò che rende il serbo il più grande di tutti.

“Non aveva colpi forti”: l’inizio difficile di una carriera titanica

Guardando indietro ai primi anni della carriera di Djokovic, Mouratoglou ha sottolineato come a 19 anni il serbo non mostrasse segnali evidenti di un futuro da fuoriclasse. “Non c’era nulla nel suo tennis che facesse pensare che potesse diventare quasi la metà di quello che è diventato”, ha dichiarato l’allenatore. A differenza di Federer e Nadal, che sin da subito erano considerati fenomeni destinati a dominare, Djokovic – a detta di Mouratoglou – “faceva tutto bene, ma non aveva colpi forti”.

Una valutazione che, più che una critica tecnica, si trasforma in una riflessione sul significato del successo nel tennis moderno. Per Mouratoglou, infatti, ciò che ha fatto davvero la differenza non è stato lo stile di gioco, ma la forza mentale: “La sua fiducia in se stesso, la sua ambizione e la sua attenzione ai dettagli lo hanno reso il più grande di tutti”.

Djokovic oggi: fame intatta, risultati da ritrovare

Nonostante il momento complicato, Djokovic non ha perso la determinazione. A Ginevra, dove ha deciso di competere dopo una deludente stagione sulla terra battuta (con due sconfitte in altrettanti match), il serbo ha ammesso: “Questo è un capitolo diverso della mia vita”. Il suo obiettivo rimane chiaro: Roland Garros 2025. E come ha ribadito più volte, la sua motivazione principale restano i tornei del Grande Slam.

Il contesto attuale vede l’ascesa di nuovi protagonisti come Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che si stanno spartendo gli Slam più recenti, ma la grandezza dei Big Three – Djokovic, Nadal, Federer – continua a dominare la memoria collettiva degli appassionati, con i loro 66 Slam complessivi in due decenni di dominio.

Mentalità sopra il talento: il messaggio che divide

Il punto chiave della riflessione di Mouratoglou è semplice quanto potente: “Se guardi al gioco di Rafa, Roger e Novak, è incredibile che Novak sia il più forte dei tre, quello che ha battuto tutti i record”. Una constatazione che ribalta le aspettative: ciò che distingue Djokovic non è un talento tecnico superiore, ma una forza mentale fuori dal comune.

Nel parere dell’allenatore francese, “la cosa più importante non è la racchetta, ma la testa”. Serve il talento, certo, ma non è quello a scrivere la leggenda. E Djokovic, con le sue imprese, ne è la dimostrazione più clamorosa.

Potrebbe interessarti anche...

NEWS

PIù POPOLARI