2018: dieci indimenticabili frammenti di sport… oltre il tennis

Non solo le imprese di Nadal, Federer e Djokovic in questo 2018. Ecco 10 dei più importanti ed eclatanti eventi accaduti nel mondo dello sport durante quest'annata densa più che mai di emozioni

[tps_title]2.PATTINAGGIO DI FIGURA[/tps_title]

GIOCHI OLIMPICI: 21 E 23 FEBBRAIO. Gangneung, Gangneung Ice Arena (Corea del Sud). Zagitova e Medvedeva.

Alina Ilnazovna Zagitova, 15 anni da Izhevsk, non lontano dagli Urali meridionali. Evgenija Armanovna Medvedeva, , 18 anni da Mosca, l’immensa metropoli della Santa Madre Russia. Queste due giovanissime pattinatrici sono le stelle indiscusse della specialità. Entrambe minute, entrambe tecnicamente inarrivabili,  entrambe angeliche quando danzano sul ghiaccio. Zagitova è un macchina da salti infallibile, Medvedeva ha un’espressività artistica ineguagliabile. La luce dei riflettori è giustamente tutta per loro e non deludono le attese. La perfezione nello sport, come negli altri ambiti della vita, non esiste: questa rassicurante sentenza traballa e viene messa in seria discussione quando si ha il privilegio di assistere alle interpretazioni di Alina ed Evgenija. Scivolano sulla pista con armonia ed eleganza senza pari e provocano un’emozione ferocemente intensa. Una battuta abbastanza datata recitava: “quando vedi un russo pattinare sul ghiaccio si scioglie anche il permafrost”, aulico quanto si vuole, ma certamente adatto a descrivere le sensazioni che suscitano Zagitova e Medvedeva. Nel programma corto si esibisce per prima Evgenjia:  si pulisce i pattini, si presenta al centro del ghiaccio e va…scivola armoniosamente, piroetta, si slancia e si raccoglie con soavità , la sua sequenza di passi è in perfetto connubio con il notturno di Chopin che l’accompagna in sottofondo. La combinazione di salti è impeccabile, la trottola finale è eseguita con grazia infinita; le sue lame sfiorano e accarezzano il ghiaccio, non lo sfregiano rozzamente, è un’artista da contemplare. L’arida aritmetica non può che inchinarsi di fronte all’eccellenza: 81.61, record del mondo. Tocca alla Zagitova:  lei ha l’abitudine di darsi vigorose manate sulle cosce prima di esibirsi e poi si butta sul ghiaccio con classe sopraffina. Non possiede forse la drammaticità interpretativa della connazionale, ma pattina meravigliosamente fluida e dinamica e si esibisce in una combinazione difficilissima di salti che esegue in maniera impareggiabile. Le note del Lago dei Cigni di Cjaikovskij la esaltano e la sublimano, si scioglie e aggredisce il ghiaccio con lo spirito da bambina qual è: lei è il Cigno Bianco, in tutta la sua bellezza. Non sbaglia nulla e gli spettatori le tributano la meritata ovazione. Si passa al punteggio: 82.92, il record del mondo di Medvedeva ha resistito solo pochi momenti. Due giorni dopo è già tempo di programma libero: un “dolce inferno” di oltre quattro minuti in cui le capacità di resistenza e concentrazione vengono messe a dura prova e fugano ogni dubbio sul fatto che il pattinaggio di figura sia uno sport vero e proprio nella piena accezione del termine. Stavolta il duello russo è aperto dalla Zagitova: si presenta in un costumino rosso fiammante, focoso e passionale in perfetta sintonia con la musica che ha scelto cioè il Don Chisciotte di Leon Minkus. Festosa e briosa, danza per tutta la prima parte del programma a ritmi travolgenti che trascinano il pubblico, è una ballerina del Bolshoi con una lamina spessa pochi millimetri sotto i piedi. Poi l’apoteosi: undici salti, con tre combinazioni eseguite, rotazioni completate, atterraggi senza tentennamenti. Lutz e Salchow, Toe-loop e Flip, Rittberger e Axel, la collezione delle prodezze è completa in un tourbillon che stordisce per la meraviglia dei gesti. Un’esibizione sontuosa che le consente di mettere una serie ipoteca sul titolo olimpico. Medvedeva non ci sta, era lei alla vigilia la favorita, è lei  la bi-campionessa del mondo in carica, ma questa ragazzina che la sta sfidando ha bruciato le tappe e ha minato le sue certezze. Da vera combattente offre una prestazione magistrale: la tragicità teatrale con cui sottolinea i momenti musicali più palpitanti è commovente, le trottole sono di un’eleganza assoluta, esegue i vari salti rigorosamente con le braccia verso l’alto e concentra le combinazioni più difficili nella seconda parte del programma per aumentarne il valore riconosciuto dalla giuria e ricavare più punti possibili. Si osserva senza fiato, non si può fare altro. Alla fine la sentenza sarà la seguente: 156.65, stesso identico punteggio ottenuto da Alina e quindi, per la sommatoria tra libero e corto, l’oro va a Zagitova con un totale complessivo di 239.57. Medvedeva si deve accontentare dell’argento distanziata di appena un punto e 32 centesimi; la musica su cui ha pattinato è Anna Karenina di Dario Marinelli, ma non è proprio il caso di meditare la stessa tragica scelta dell’eroina di Tolstoj dopo questo risultato. Alina Zagitova e Evgenija Medvedeva, due astri del firmamento, hanno semplicemente incantato tutti.

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10 comments
  1. Bravo Nick, sapevo che il resoconto più lungo sarebbe stato quello sul ciclismo, ma non avrei mai immaginato che se la sarebbe giocata fino all’ultimo col curling. Una carrellata di emozioni raccontata con precisione e stile, al di sopra delle parti. Bravissimo

    1. Grazie. Eh si, col ciclismo sono andato via liscio come l’olio…e non mi sono accorto di quanto stessi “allungando”. Come si dice ? Non si interrompono le emozioni ! 🙂 Comunque sia ho cercato di essere equilibrato e se devo proprio scegliere le storie che ho scritto con più piacere allora opto per le quattro delle Olimpiadi Invernali.

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