Bublik saluta il Roland Garros: “Contro Sinner un’altra dimensione. Ma il viaggio continua”

Alexander Bublik commenta la sua storica partecipazione ai quarti di finale del Roland Garros 2025, elogiando Sinner e riflettendo sul futuro e sulla sua carriera.
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Una sconfitta pesante, ma anche un passo avanti importante

Alexander Bublik ha lasciato il Roland Garros 2025 con un misto di delusione e orgoglio. Dopo essere stato travolto da Jannik Sinner con un netto 6-1 7-5 6-0, il kazako ha riconosciuto senza giri di parole la superiorità dell’azzurro: “Sinner è in un’altra dimensione per quanto riguarda il tennis”, ha ammesso, con la consueta franchezza. Nonostante la batosta subita, il torneo parigino ha rappresentato una svolta nella carriera di Bublik, che per la prima volta ha raggiunto i quarti di finale di un torneo del Grande Slam.

Un traguardo storico per il kazako

Il bilancio è positivo, anche se non privo di amarezza. “Sono settimane che hanno significato moltissimo per me, anche se difficili mentalmente e fisicamente. Raggiungere i quarti è una pietra miliare, un risultato che non avevo mai ottenuto prima”, ha raccontato il numero uno kazako, che ora punta a consolidare la sua posizione nel ranking ATP: “Sono tornato tra i primi 50, ma spero di poter scalare fino alla top 20”.

Questo exploit sulla terra rossa – superficie storicamente ostica per il suo stile di gioco – è frutto di un cambio di mentalità: “Ho modificato l’approccio. Non vado più ai tornei pensando solo a fare presenza. Ora gioco per vincere ogni match”. Il Roland Garros, in questo senso, ha segnato la miglior stagione su terra battuta della sua carriera.

L’esperienza contro Sinner e l’analisi tecnica

Sul match contro Jannik Sinner, Bublik ha espresso parole di grande stima. “Non sono l’unico a cui ha dato un 6-0. Gioca veloce, in modo intelligente, e tutte le sue partite durano meno di due ore. È fisicamente al massimo livello”. Un commento che conferma la sensazione diffusa nel circuito: Sinner, attuale numero uno del mondo, gioca un tennis che pochi riescono anche solo a contenere.

Bublik ha anche sottolineato l’importanza di affrontare un campione di questo calibro: “È un’esperienza da cui trarre il massimo. Ho visto che nel secondo set alcune delle mie giocate lo mettevano in difficoltà. Questo mi dà fiducia per le prossime sfide contro avversari di alto livello”.

Un cammino agevolato dal sorteggio, ma meritato

Lo stesso Bublik ha riconosciuto di aver beneficiato di un tabellone favorevole. “Il sorteggio è stato importante. Ho battuto Duckworth al primo turno, poi ho superato De Miñaur e un altro avversario fuori dalla top 100. Di solito non capita spesso”. Una riflessione che rivela la sua visione pragmatica del tennis: “Negli Slam il sorteggio è tutto. Anche da testa di serie, non ho mai superato il terzo turno. Devi vincere le partite che devi vincere, e cogliere le occasioni quando arrivano”.

Tra famiglia, futuro e filosofia di gioco

Bublik non ha nascosto la fatica di conciliare la carriera con la vita familiare. Il possibile impegno nel Golden Swing sudamericano, ad esempio, è in dubbio: “Non vado di mia spontanea volontà. Quelle settimane richiedono molto, anche come marito e padre. Vedrò cosa c’è sul tavolo”. È un equilibrio complesso, che fa parte della visione esistenziale che ha del suo sport: “Non ho mai pensato di vincere uno Slam. Il tennis è parte della mia vita, ma non tutto. I quarti al Roland Garros? Come avere un trofeo sul muro, come un titolo 250 o un 500”.

Il suo obiettivo non è quello di inseguire sogni irrealistici, ma vivere il tennis come un percorso personale: “Se nei prossimi 10 anni resterò tra i primi 50 o 60 al mondo, per me andrà benissimo”. Una dichiarazione che testimonia una maturità non scontata, e che conferma Bublik come uno dei personaggi più autentici e lucidi del circuito.

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