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Colpi da Maestro: l’utilizzo dello slice in maniera proattiva, risposta e palla corta

Come preannunciato nel precedente articolo sull’uso in generale del back-spin, è il caso di affrontare separatamente alcune tipologie di utilizzo dello slice. L’analisi non può che cominciare dalla palla corta, o drop-shot, utilissimo colpo a sorpresa con molteplici funzionalità. In realtà, le differenze con il normale colpo in slice sono molteplici: l’esecuzione tecnica del colpo sarà diversa rispetto al classico impatto in back, prediligendo un movimento più “morbido” e lento, atto ad assorbire la forza del colpo avversario, e una rotazione più tendente a bloccare la palla sul rimbalzo, piuttosto che agevolarne lo scivolamento in avanti.

Il collegamento con il canonico back-spin è, però, assolutamente strategico. Difatti, essenziale per la buona riuscita del colpo è una corretta “finta”, necessaria a indurre nel nostro avversario la falsa convinzione che il successivo impatto porterà la palla in profondità; una finta ben eseguita annulla l’anticipazione motoria del nostro avversario, o, nella migliore delle ipotesi, va in controtendenza con i movimenti di anticipazione effettuati, costringendo l’opponente, con buone probabilità, a un recupero in avanti difficoltoso. Da qui nasce il rapporto con il back-spin. La preparazione del drop-shot e dello slice è, infatti, identica; pertanto, aver giocato qualche colpo in back profondo, alternandolo in modo costante al gioco d’impatto, ingenera facilmente nell’avversario la convinzione che a quel particolare tipo di preparazione (racchetta a martello e punta in alto) corrisponda l’esecuzione di un classico slice da scambio, magari incrociato e lungo. A quel punto, una palla corta lungolinea è assolutamente inaspettata e potenzialmente vincente.

Ulteriore vantaggio: dopo le prime palle corte, l’avversario, dinnanzi alla preparazione di cui sopra, non saprà più cosa aspettarsi e sarà costretto ad assumere una posizione d’attesa neutra all’interno del campo e a privarsi degli strumenti di anticipazione motoria, cosa che lo costringerà ad aumentare lo spostamento in caso di uno slice profondo e ficcante. Nel circuito professionistico, ancora una volta, l’esempio più evidente e famoso è costituito da Federer, ma non scordiamoci il pirotecnico Dustin Brown, capace di palle corte fulminanti e fintate fino all’ultimo istante.

Passando oltre, il back-spin è utilissimo anche in risposta: da un lato, su servizi molto forti, il movimento ridotto e veloce può essere una validissima alternativa difensiva che permette più facilmente di impattare la palla avanti e contenere il rimbalzo nel campo avversario. Dall’altro, su servizi più lenti e carichi, lo slice può costituire un valido diversivo se seguito da una discesa a rete: è il famoso “chip and charge”, Pat Rafter ne aveva fatto un marchio di fabbrica, conquistandoci numerosi match anche con avversari tecnicamente più quotati di lui.

Strategicamente, su avversari aggressivi da fondo, o molto regolari, tale diversivo può portare ottimi risultati. Piuttosto che impelagarsi in lunghi scambi da fondo, sul terreno più comodo per l’avversario, può essere utile uscire dal guscio e costringere il nostro opponente a reagire da un’uscita dagli schemi classici e ripetitivi. È subito da precisare che la risposta in back non dev’essere necessariamente molto angolata, in quanto l’obiettivo non è quello di arrivare al vincente con la risposta, ma di mandare fuori tempo l’avversario e coglierlo impreparato in uscita dal servizio. Dunque: passo avanti in posizione d’attesa, split step in avanzamento prima di colpire e slice basso e veloce seguito da una fulminea discesa a rete.

Ancora una volta, attenzione a non ripetere troppo frequentemente detta strategia: l’effetto sorpresa gioca un ruolo determinante. E’ invece preferibile alternare impatti potenti, slice corti e lunghi e “chip and charge” per ottenere il massimo risultato in termini di produzione complessiva di punti. Di nuovo, è importante ricordare come l’imprevedibilità gioca a nostro vantaggio non solo nel punto appena eseguito, che può andare male, ma anche nei punti successivi; un avversario “sotto pressione”, consapevole del nostro atteggiamento variamente aggressivo e diversificato, fa più fatica a elaborare una strategia di gioco e a impostare l’anticipazione motoria in maniera funzionale.

Appuntamento con i nuovi spunti tecnici di “Colpi da Maestro” alla prossima settimana! Per domande, suggerimenti, critiche, confronti, riflessioni, scrivete nei commenti o in privato: fa sempre piacere scambiare quattro chiacchiere.

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Gabriele Leonardi

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