Dimitrov: “Il tennis aiuta ad avere fiducia in te stesso”

Grigor Dimitrov, in un'intervista rilasciata al portale Sport 360° si è raccontato toccando argomenti come il suo inizio di carriera, la vita nel tour, la musica, gli Us Open e tanto altro.

Inneggiato da tutti come il nuovo fenomeno del tennis mondiale ormai da molti anni, Grigor Dimitrov è stato colui capace di portare un gioco fantasioso e tecnico in un tennis che premia sempre di più i grandi colpitori e i giocatori atletici e potenti.

Il miglior ranking del bulgaro è stata la posizione numero 8 dopo la semifinale di Wimbledon dello scorso anno. Dopo quel risultato il bulgaro si è un po’ smarrito e dopo un inconsistente 2015 è scivolato alla posizione numero 17. La sua speranza è quella di disputare un super Us Open a New York a partire da questa notte.
In questa intervista rilasciata al portale Sport 360° il tennista bulgaro ha parlato del suo inizio di carriera, della sua vita nel tour e dei suoi pensieri sullo Us Open.

D: Quando hai capito di avere un talento speciale per il tennis?

R: Non avevo mai pensato di sfondare nel mondo del tennis a dire il vero fino a quando avevo 10, 11 anni. Uno dei miei primi ricordi è quello di aver giocato contro avversari di 3 o 4 anni più grandi. Non la presi seriamente all’epoca ma questo fatto mi divertiva parecchio. Poi col tempo ho realizzato che potevo fare qualche colpo spettacolare ed ero abbastanza bravo in questa cosa. E quando avevo 11/12 anni ho vinto il mio primo torneo importante. Quando tornai a casa, avevo la sensazione di poter fare grandi cose

D: C’è stato un momento in cui pensavi che non saresti stato un giocatore di tennis?

R: Io vengo da una famiglia di sportivi. Mia madre è un ex giocatrice di pallavolo. Mio padre è stato il mio coach. Per me era inevitabile essere uno sportivo. Il problema era solo decidere in quale sport cimentarmi. Non ho mai pensato ad altri sport ma ho focalizzato tutte le mie forze al tennis senza pensare al resto.

D: Iniziando a giocare ad un’età cosi precoce, quali furono i giocatori a cui ti ispiravi?

R: Noi avevamo solo quattro o cinque canali. E uno dei miei ricordi più vivi fu quello di un match tra Agassi e Sampras. Loro erano i miei eroi. Andre per il suo carattere tenace e Pete per il suo servizio ad una mano e perchè è un giocatore molto aggressivo

D: Quando giochi che tipo di emozioni provi?

R: Dipende dalla partita. Il tennis è un gioco molto divertente e ho imparato che dipende tutto da te stesso. Ci sono sempre grandi emozioni ogni volta che si scende in campo. Uno dei segreti è quello di riuscire a controllare le emozioni prima di ogni partita. C’è una grande quantita di emozioni che scorrono nelle vene.

D: Hai rituali che ti aiutano nella preparazione per il match?

R: Ci sono un sacco di cose che mi piace fare prima di una partita. Per esempio, uso la stessa doccia. Mi faccio sempre la doccia nello stesso posto del giorno prima. Metto un polsino sul destro, doppio calzino e sempre la scarpa sinistra per prima.

D: Giocare ai massimi livelli richiede una particolare attitudine?

R: Attitudine, fiducia, hai bisogno di tutto questo. A volte ti svegli e niente va per il verso giusto, non senti la palla, il riscaldamento non va. Ma sono in queste giornate in cui devi saperti gestire, devi sentirti forte e poi tutti questi sforzi torneranno dalla tua parte.

D: Come paragoni l’Us Open rispetto agli altri tre slam? Cosa proverai in caso di vittoria?

R: Lo USOPEN è senza di dubbio uno degli eventi più affascinanti della stagione. Il centro dell’attenzione è tutto su di te. Puoi vedere gli stemmi dello US OPEN ovunque in giro per New York. Tutto ciò che voglio fare è vincere. E se questo accadrà un giorno non so come reagirò. Lo descriverò meglio quando avrò il trofeo tra le mie mani.

D: Sappiamo che ti piace molto la musica. Cosa stai ascoltando oggi?

R: Io adoro The Weeknd. Non sono ancora riuscito ad andare ad un suo concerto ma mi piace molto. Mi piace l’R&B. Ma dipende da come mi sento durante la giornata. Quando ho una seduta dal fisio mi piace ascoltare qualcosa di lento, invece al mattino appena sveglio cerco di ascoltare qualcosa che possa mettere un po di buonumore per farmi affrontare la giornata.

D: Sei cresciuto in Bulgaria, sei stato a Barcellona ed ora vivi qui a Los Angeles. SOno tutti posti molto differenti tra loro. Come ti trovi qui a Los Angeles?

R: Ho lasciato la Bulgaria quando ero molto giovane, così non ho potuto esplorare tutto. LA è meravigliosa, è stato molto bello venire qui per me. Mi piace vivere in posti sulla costa. E’ bello dopo aver fatto quattro cinque settimane di tornei potersi rilassare un poco.

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