Un sogno sfumato nel vento
Aryna Sabalenka ha lasciato il campo del Roland Garros con il volto segnato dalla delusione e la voce incrinata dall’amarezza. La finale persa contro Coco Gauff è stata più di una sconfitta: è diventata un doloroso promemoria dei suoi limiti nelle partite decisive. In una conferenza stampa intensa e sincera, la numero uno del mondo non ha nascosto la frustrazione per una prestazione che lei stessa ha definito “il peggior tennis che ho giocato negli ultimi mesi”.
Una giornata da dimenticare
Il punteggio – 6-7(5), 6-2, 6-4 per l’americana – racconta solo in parte una partita che ha visto la bielorussa dominare nel primo set, per poi crollare sotto il peso delle condizioni atmosferiche e di una gestione emotiva instabile. “Sul 4-1 nel primo set ha iniziato a soffiare il vento”, ha spiegato, aggiungendo che “non mi sono gestita bene mentalmente. Ho commesso errori non forzati su palle facili”.
Sabalenka ha ammesso senza mezzi termini che la colpa non è tanto da attribuire all’avversaria, quanto alla propria incapacità di adattarsi e mantenere la lucidità: “Non penso abbia vinto perché ha giocato in modo straordinario, ma perché io ho fatto un sacco di errori”. Tra autocritica e ironia amara, ha anche commentato: “Sembrava uno scherzo. Come se qualcuno dall’alto si stesse divertendo a guardare se ce l’avrei fatta”.
Le condizioni e il crollo mentale
Il vento, il rimbalzo imprevedibile della terra battuta e una giornata “no” sono diventati un cocktail letale per la bielorussa. “Era quasi divertente, perché il vento andava fortissimo e poi si calmava. Durante lo scambio partiva all’improvviso e la palla volava via”, ha raccontato, spiegando quanto fosse difficile anche solo piazzare un colpo sicuro.
Ma il problema, ha sottolineato più volte, è stato soprattutto mentale: “Oggi non ero nelle condizioni mentali giuste per pensare in modo intelligente. Sono diventata troppo emotiva”. Una presa di coscienza forte da parte di una giocatrice che, nonostante una stagione straordinaria, fatica ancora a trovare il suo miglior tennis quando la posta in gioco è più alta.
Una ferita che brucia
Sabalenka non ha cercato giustificazioni. “Fa male. Fa davvero male”, ha ribadito più volte, soprattutto pensando a quanto bene aveva giocato nelle due settimane precedenti. “Ho battuto avversarie toste, anche una campionessa olimpica come Iga. E poi arrivi in finale e giochi così…”, ha sospirato, lasciando trasparire tutta la frustrazione per un’occasione sfumata.
Quella contro Gauff è la quarta finale persa nel 2025, la seconda in uno Slam dopo Melbourne, e lascia aperti interrogativi importanti sul futuro della bielorussa nei grandi appuntamenti. “Non posso continuare ad affrontarla nelle finali Slam e giocare un tennis così brutto. Devo imparare la lezione”, ha riconosciuto, consapevole che la rivalità con l’americana si sta trasformando in un incubo personale.
Verso la prossima sfida
Per ora, Sabalenka si concede una pausa: “Ho già prenotato un volo per Mykonos. Tequila, orsetti gommosi, un po’ di mare. Ho bisogno di dimenticare questa follia”, ha scherzato, provando a stemperare la tensione. Ma il suo sguardo resta rivolto al futuro: imparare da questa nuova battuta d’arresto sarà fondamentale per trasformare il dolore in forza.
Il talento non manca. La consapevolezza, dopo questa conferenza stampa, nemmeno. Resta solo da capire se la prossima volta Aryna Sabalenka saprà restare in piedi quando il vento, letteralmente e metaforicamente, inizierà a soffiare contro.