Tanti auguri ad Andrej Golubev, kazako, italiano d’adozione

Oggi compie gli anni Andrej Golubev, il tennista kazako, italiano di adozione, spegne in questo caldo 22 luglio 28 candeline. Buon tennista, che ha avuto il suo momento di massimo splendore nel 2010 dove è arrivato fino al numero 33 della classifica mondiale e ha vinto il suo primo e finora unico titolo atp della carriera ad Amburgo.
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Una carriera purtroppo falcidiata dagli infortuni e che ora dopo 5 anni da quella vittoria stenta a decollare. Ha sempre cercato con umiltà di risalire la china giocando negli anni svariati challenger, ma le condizioni fisiche non gli hanno più permesso di giocare con continuità ed esprimere il suo buon potenziale.

Giocatore destro, un gioco molto vario, anche quest’anno si è tolto qualche soddisfazione, come la vittoria  contro l’Italia ad Astana che ha proiettato la sua nazione ad una storica qualificazione ai quarti di finale di Davis. La stagione peggiore del tennista kazako è stata il 2011 dove non è riuscito a confermare i risultati del 2010 scivolando indietro in classifica.

Italiano ormai di adozione, ha ottenuto il titolo di campione d’Italia con il TC Castellazzo, parla molto bene l’italiano e ha una buona propensione per le telecronache come abbiamo potuto ascoltare durante il torneo di Stoccarda su Eurosport dove ha commentato qualche incontro con Jacopo LoMonaco. Riportiamo qui di seguito una intervista dal sito della Gazzetta che ci aiuta a conoscere meglio il kazako, oggi 28enne e impegnato nel circuito challenger dove giocherà contro il suo connazionale Nedoyesov… Speriamo riesca a festeggiare con una vittoria i suoi 28 anni…
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Andrey. da quando gioca a tennis?
“Gioco da quando avevo 6 anni, anche se a Volzhsky, dove sono nato, il tennis non esiste proprio… D’inverno potevo giocare solo un’ora al giorno, in un campo condiviso con almeno altre sei persone…”

Quando è arrivato in Italia?
“All’età di 14 anni sono entrato nella nazionale russa, ho fatto una veloce esperienza in Germania e a 15 anni mi sono trasferito a Bra per allenarmi. Ho seguito la strada del maestro di tennis della mia città, Igor Eremin, che già dal ’91 era arrivato in Piemonte. Da quando sono qui in Italia ho giocato con molte squadre, da Piacenza ad Alba, quest’anno invece siamo campioni d’Italia con il Castellazzo”.

Quali sono i pro di giocare in Italia?
“Allenarsi in Italia significa avere molti vantaggi, di certo non come a Volzhsky. Qui i giovani e gli sportivi in generale hanno tante possibilità per crescere. Per il tennis ci sono delle belle strutture, le condizioni climatiche sono buone e geograficamente l’Italia è comoda per spostarsi e andare a fare i tornei”.
 E i difetti, invece? 
“Come tutti i paesi benestanti, non dico che i tennisti italiani abbiano meno fame, ma… Inoltre il tennis è uno sport costoso, anche se sembra che basti trovare uno sponsor e sei arrivato. Molti pensano che andare a studiare darà una carriera più sicura piuttosto che fare il tennista come professione. Allora mi chiedo, seguire il tennis significa rinunciare a tante cose, ma si è ancora pronti a fare questi sacrifici?”.
Adesso che è campione d’Italia cosa pensa di fare?
“Il giorno dopo la finale di Rovereto sono partito per Dubai dove mi sono allenato con la Federazione kazaka. Con l’inizio del nuovo anno, invece, sono al Torneo Atp di Doha. Ad oggi il mio best ranking è 33, mi sto allenando per tornare subito tra i primi 100 e, perché no, superare migliorare il mio best”.

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