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Wimbledon: le maggiori sorprese dell’era Open

[tps_title]… Meglio tardi che mai[/tps_title]

Si è giocata di lunedì la finale più imprevedibile nella storia del torneo maschile. Nel 2001, con gli spalti gremiti di un pubblico diverso da quello solito (i biglietti vennero messi in vendita e acquistati in gran parte da giovani), si affrontarono Pat Rafter e Goran Ivanisevic. Beh, vi domanderete: dove sta la sorpresa? L’australiano era alla sua seconda finale consecutiva, dopo quella persa con Sampras, mentre il croato era addirittura alla quarta! Eppure, proprio la presenza di “Crazy” Goran fu motivo di enorme sensazione in quanto Ivanisevic venne ammesso al tabellone principale grazie a una wild-card, dato che con il suo ranking (n°125 del mondo) avrebbe potuto al massimo aspirare a giocare le qualificazioni. Ex numero 2 del mondo (nel lontano 1994), Ivanisevic proveniva da una stagione orribile e le qualificazioni le aveva già tentate (invano) agli Australian Open. Per racimolare qualche punto era perfino sceso nel circuito challenger (sconfitto a Heilbronn in finale da Llodra) ma per il resto erano state sconfitte su sconfitte, compresa quella di due settimane prima al Queen’s contro l’italiano Caratti. Lungimiranti (o fortunati) gli organizzatori di Wimbledon, che gli concessero la wild-card per il suo ruolino nel torneo (44-13 e due semifinali oltre alle tre finali citate). Ed ecco la favola. Tra uno scroscio di pioggia e un’interruzione, Ivanisevic debuttò in scioltezza con Jonsson, regolò in quattro set Moya e Roddick, in tre il pericoloso Rusedski e, nei quarti, il n°3 del mondo Safin (di nuovo al quarto). Ma il vero capolavoro fu quello in semifinale contro il beniamino di casa Tim Henman. Il match durò la bellezza di tre giorni; il venerdì si concluse con il britannico avanti due set a uno, il sabato si giocarono solo parte del quarto (7-6 Ivanisevic) e del quinto mentre la domenica il croato ripartì avanti 3-2, fece il break nell’ottavo gioco e chiuse 6-3. La finale non fu da meno in quanto a emozioni: due set per parte e chiusura d’obbligo al quinto, senza tie-break; sul 7-7, Ivanisevic azzecca due gran risposte e strappa la battuta a Rafter che, a sua volta, annullerà tre match-points prima di arrendersi 9-7 al destino.

Goran Ivanisevic

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Peppe Nacca

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