Atp Cup: un fiasco per l’Italia e per Fognini

OPINIONE - Il 2020 parte con un bilancio negativo per i colori azzurri, a partire da Fabio Fognini. Buoni segnali da Stefano Travaglia. La formula del torneo è da rivedere.

Di questa Atp Cup onestamente non se ne sentiva il bisogno. Una sorta di coppa Davis bis giocata poco più di un mese dopo. Ammesso che quella andata in scena a fine novembre possa ancora essere definita Coppa Davis. Però, vuoi per il ricco cachet che ha spinto quasi tutti i top player a giocarla, vuoi per il bonus extra di punti e vuoi per il semplice fatto che viene giocata in Australia poco prima dell’Australian open, di partite belle se ne sono viste a iosa.

Non è andata bene per la nostra nazionale. Così come non era andata bene a Novembre in Spagna. Subito fuori: sconfitta netta contro la Russia per 3-0, una vittoria striminzita contro la Norvegia 2-1 e una vittoria di Pirro di 3-0 contro degli Stati Uniti abbastanza in disarmo. Al di là dei discorsi relativi alla formula abbastanza cervellotica che ha condannato l’Italia ad una uscita prematura, le indicazioni che possiamo trarre non sono troppo esaltanti. Certamente abbiamo pagato l’assenza di Matteo Berrettini che ha scelto di prepararsi con calma per lo Slam Australiano, ma da Fabio Fognini ci saremmo aspettati qualcosa di più.

Un Fabio Fognini alla perenne ricerca di una continuità ad alto livello che probabilmente mai arriverà. Dopo una bella partita d’esordio persa contro Daniil Medvedev 63 al terzo, Fabio ha perso piuttosto nettamente dal norvegese Casper Ruud. Un doppio 62 in poco più di un’ora che sostanzialmente ci ha eliminato. La vittoria l’ultimo giorno contro uno spentissimo Isner è un contentino che probabilmente potrà infondere un po’ di fiducia al nostro rappresentante, se non altro gli ha permesso di evitare uno 0-3 che sarebbe stato abbastanza preoccupante in vista di Melbourne. In generale un Fognini insufficiente, che ahinoi, non è riuscito ad alzare il livello.

Le buone indicazioni arrivano da Stefano Travaglia che ha continuato a mostrare i progressi messi in mostra ultimamente. Una bella sconfitta contro Khachanov, una netta vittoria contro il carneade Durasovic e una bellissima vittoria contro un Taylor Fritz ormai sempre più travestito da ex grande promessa non mantenuta. Tre ottime partite che lasciano per sperare per la stagione di “Steto”, la prima vera stagione per lui. Saldamente nei 100 a 28 anni appena compiuti Stefano potrà togliersi finalmente le soddisfazioni che merita di togliersi. Ricordiamoci che il ragazzo ha avuto infortuni gravissimi che lo hanno tenuto parecchio fuori nelle stagioni precedenti. Per quanto visto in questi giorni non è esagerato pensare alla top 50.

Forse è meglio archiviare per i nostri colori questa Atp Cup anche se va detto che nei tornei “veri” non è che le cose siano andate tanto meglio. Purtroppo è stata una prima settimana di 2020 molto deludente. A Doha i due azzurri impegnati nel main draw sono uscito subito. Lorenzo Sonego sconfitto da Laslo Djere e Marco Cecchinato da Pierre Hugues Herbert. Sconfitte, in realtà, sorprendenti fino ad un certo punto. Sonego già negli ultimi mesi del 2019 è sembrato in difficoltà. Mentre per quanto riguarda Cecchinato la questione si fa sempre più preoccupante. Il timore sempre più fondato è che quelle due settimane Parigine siano magiche e irripetibili. Il rischio di uscire dalla top 100 è dietro l’angolo per il siciliano. Forse più sorprendente la sconfitta di Salvatore Caruso nelle qualificazioni contro il francese Barrere. Bilancio azzurro a Doha: 0 vinte e 3 perse. Poteva andare meglio.

Addirittura peggio è andata nel Challenger di Bendigo ex Canberra. Gli occhi erano tutti puntati su Jannik Sinner che però ha perso subito, e pure nettamente, dal finlandese Ruusuvuori. Sconfitta che ha lasciato parecchio amaro in bocca e ha convinto Piatti a chiedere una wild card gentilmente concessa per Auckland. Male anche Andreas Seppi pure lui sconfitto subito all’esordio dal cinese Zhe Li. Anche qui bilancio: 0 vinte e 2 perse. Tanta delusione.

Non c’è comunque da preoccuparsi, siamo soltanto alla prima settimana di una lunghissima stagione. C’è anche chi sta molto peggio tipo Alexander Zverev. Ex re della nuova generazione tanto da rifiutarsi di giocare le nexgenatp finals nel 2017 per, a suo dire, manifesta superiorità che perde da De Minaur, Tsitsipas e Shapovalov. O un nervoso Tsitsipas che perde due match su tre o un Thiem sconfitto inopinatamente da Coric e Hurkacz. Forse meglio aspettare l’Australian Open e il tennis “vero” ad eliminazione diretta. Ci sarà da divertirsi, ma l’impressione è che i soliti 3 partano davanti a tutti. Come sempre.

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