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Roger Federer: l’Australian Open e il 2016

La decisione di Roger Federer di accorciare la lunghezza della sua stagione – partecipando a meno tornei nel periodo primaverile, per proferire il massimo sforzo durante l’estate, quando si giocheranno tre Slam su quattro e Olimpiadi – potrebbe rivelarsi assai azzeccata. Ma in tutto ciò, quanto sarà determinante il risultato che conseguirà l’elvetico agli Australian Open? Quanto sarà importante il piazzamento finale nella terra dei canguri sul resto dell’annata di Roger? Mentre Djokovic, per usare un eufemismo, è saldamente al comando del ranking Atp; lo svizzero, al contrario, è coinvolto in una faticosa e prolungata lotta con gli altri membri della top-5.

Nella più ottimistica delle ipotesi Federer potrebbe tornare n. 2 del mondo a luglio, invece, nella peggiore rischierebbe di trovarsi fuori dal magnifico “club” dei cinque (marzo 2013 ultima volta, ndr.). Facendo un rapido calcolo, le vacanze prolungate costeranno allo svizzero 985 punti: Monte Carlo (90), Istanbul (250), Madrid (45) e Roma (600).

La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che la netta riduzione degli incontri su terra dovrebbe recare più benefici che svantaggi, ma a patto che, il detentore di 18 titoli Slam confermi i circa 8.000 punti fatti registrare quest’anno. La sconfitta della scorsa stagione al terzo turno di Melbourne con il nostro Andreas Seppi è un lontano e sbiadito ricordo. Un risultato davvero troppo anomalo per i suoi standard: infatti l’accesso ai quarti garantirebbe un incremento di 270 punti rispetto a 365 giorni fa. Però come è logico che sia, la vera differenza la farebbe un match di semi o finale. Con la partecipazione all’ultimo atto, la sua posizione nel ranking schizzerebbe, e gli consentirebbe di giocare senza pressione durante la primavera e fino al momento clou dell’anno. In tutto ciò, quali sono le concrete prospettive dei rivali? A meno di clamorose e strabilianti evoluzioni nella carriera di Berdych, quelli che in realtà possono disturbare il sonno dello svizzero sono i soliti noti: Murray, Wawrinka e Nadal.

Una prematura uscita di scena dello scozzese da Melbourne, dove l’anno scorso ha giocato la finale, sarebbe traumatico per lui e i suoi tifosi. Rischia una forte emorragia di punti, qualora non replicasse la semifinale di Indian Wells, Miami (finale), titolo a Madrid e semi al French Open. Ma dei tre è senza dubbio il più solido.
“Stanimal”, come ben sappiamo, può fare la differenza proprio sul rosso e ogni volta che incontra il n.1. Ma forse questa impresa è improba anche per un tipo come lui: staccare il tagliando dei 6.000 punti già a luglio. Se Rafa riuscisse a fare la semifinale, o meglio, inizierebbe la rimonta su Federer che ha più o meno 3.000 punti di vantaggio. Permangono i soliti dubbi sulla condizione fisica che da tempo lascia a desiderare, a maggior ragione quando ti ritrovi di fronte i rivali di sempre più agguerriti che mai.

La stagione è appena iniziata: Murray, Wawrinka e Nadal potrebbero dividersi un bel po’ di tornei, spedendo Roger al n.5. In conclusione, però, dipende tutto dal ragazzo di Basilea che all’età di 34 anni si appresta a vivere una delle ultime, ma di certo esaltante, annate della sua ineguagliabile carriera.

Giuseppe China

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Giuseppe China

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