Milos Raonic: “Vi svelo il segreto del mio servizio”

Il canadese Milos Raonic, testa di serie n. 6 al torneo di Wimbledon, racconta alla testata inglese "Sportmall" alcune cose interessanti legate al suo servizio, tra i migliori nel circuito Atp.

Il colpo più forte del 25enne canadese Milos Raonic è senza dubbio il servizio – come, peraltro, ha avuto occasione di testare Andy Murray, nella finale vinta nel Queen’s. Anche grazie alla sua notevole altezza (1,96 cm.), la battuta è l’arma con la quale ha costruito gran parte del suo successo, e con la quale tenterà di fare il colpaccio nell’imminente torneo di Wimbledon, dove Milos parte come testa di serie n. 6 (a Londra il canadese ha raggiunto le semifinali nel 2014). Da pochi giorni Milos è seguito dalla leggenda John McEnroe, grazie al quale potrebbe trovare carica ed energia a livello mentale e caratteriale nell’affrontare le partite.

UNA BATTUTA DA RECORD – Milos ha raccontato alla testata inglese Sportmail i segreti del suo eccezionale servizio, con cui ha raggiunto – per due volte – la velocità di 155 miglia orarie, cioè 249 km/h, con la quale è entrato nella top-ten tra i servizi più veloci di sempre. “Il servizio è qualcosa di molto tecnico e complesso. Non ho rinforzato i miei muscoli in modo mirato; ho sempre cercato di stare attento a prevenire con gli esercizi gli infortuni alla spalla e alla schiena, cosicché il mio corpo possa resistere meglio agli sforzi. Come accade per un lanciatore di baseball, le mie ossa si sono un po’ distanziate e così posso aprire maggiormente la spalla rispetto agli altri. Questo dà una leva maggiore per servire. Le mie giunture in quella posizione non retrocedono a causa della ripetizione del colpo; il mio corpo ha finito per adattarsi”.

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“NON SOLO BRACCIO” – “Molta gente pensa che servire sia tutta una questione di braccio o di spalla, e dimentica l’importanza del gioco di gambe. Ti danno la spinta in alto, è essenziale concentrarsi ogni volta nella spinta e nell’incontro con la palla. Fortunatamente ho avuto sempre gambe molto forti. Mi elevo anche fino ai 20 centimetri dal suolo nel momento in cui colpisco la palla. Un altro aspetto fondamentale è inoltre la correttezza del lancio, che deve essere fatto sempre nello stesso punto, in modo che l’avversario non intuisca la direzione della pallina. Il tuo braccio deve dettare la direzione, grazie soprattutto a uno scatto del polso, nel momento in cui crei velocità e spin. Ci sono differenti tipi di servizi: il kick (la pallina si ‘impenna’), lo slice (la pallina scivola via), il servizio al corpo, quello sulla ‘T’, il servizio piatto, quello ad uscire… Io uso questi tipi a seconda dell’avversario e della superficie. Sull’erba si può usare spesso lo slice ad uscire, perché è molto più efficace, la pallina scappa via. Il servizio piatto comunque è quello più veloce di tutti. Ci sono alcuni tennisti più alti di me nel circuito, ma alla fine non c’è gran differenza. Pete Sampras non era certo il più alto, ma serviva in modo incredibile. Ho sempre sentito che il servizio è la mia arma, in grado di farmi vincere o perdere, quando le cose non funzionano”.

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