40 (non) sono i nuovi 20: buon compleanno, Roger!

In un celebre film di Hallie Meyers-Shyer,”40 sono i nuovi 20″, l’attrice Reese Witherspoon dimostra che l’età sia solo un numero che non deve influire sulle scelte di vita. Se questa filosofia si possa applicare anche al tennis, è una domanda che può anche non trovare risposta, soprattutto se con l’avanzare dell’età, inesorabilmente il fisico comincia a risentirne: sono questi i dubbi che attanagliano Roger Federer, uno dei più grandi sportivi della storia, nuovamente alle prese con un infortunio al ginocchio destro, che lo ha costretto a saltare le Olimpiadi e i Masters 1000 di Toronto e Cincinnati, con riserva su New York. Oggi,8 agosto 2021, il campione elvetico compie 40 anni e il suo futuro tennistico non è mai stato così incerto. Lo svizzero vanta un palmares che lo colloca tra i più grandi di questo sport: 103 titoli Atp, 20 Slam (record condiviso con Nadal e Djokovic), 6 ATP Finals (record assoluto) e 28 Masters 100. La storia di Federer rappresenta un’epopea quasi senza eguali: Roger vinse 20 anni fa il suo primo titolo a Milano nel 2001; l’anno successivo perse il suo coach storico, Peter Carter, che morì in un incidente stradale: fu forse questo evento che fece comprendere a Federer “l’importanza di non rimanere un talento incompiuto”, tanto che l’anno successivo, nel 2003, vinse il primo dei suoi 8 titoli a Wimbledon. Nel 2004, lo svizzero conquistò anche l’Australian Open e lo Us Open, detenendo 3 Slam su 4 (cosa che gli sarebbe riuscita anche nel 2006 e 2007). L’unico Slam che non riuscì a conquistare era il Roland Garros, a causa della superiorità di Nadal su questa superficie; tuttavia, nel 2009, approfittando dell’uscita prematura di Rafa, Roger riuscì a conquistare l’unico Major mancante, completando così il Career Grand Slam. A partire dal secondo decennio degli anni 2000, i titoli furono sempre di meno, a causa del proliferarsi del binomio Nadal-Djokovic e del fatto che lo svizzero si avviava verso la fine della sua carriera. Nonostante ciò, Roger dimostrò di essere ancora competitivo, vincendo il suo settimo Wimbledon nel 2012, battendo Djokovic e Murray e con questo risultato, a distanza di due anni tornò n.1 del mondo. L’anno più buio fu il 2016, quando un infortunio al ginocchio lo costrinse a fermarsi per 6 mesi e i dubbi sul suo futuro aumentarono. Ma Roger dimostrò, ancora una volta, che i sogni non sono per gli stolti, e nel 2017 in Australia trionfò contro il suo rivale storico, Rafael Nadal, in cinque set, grazie anche al suo allenatore, Ivan Ljubicic, che riuscì a convincere Roger a giocare il suo rovescio in top e non più in back. Federer non si fermò qui: vinse il suo ottavo titolo a Wimbledon e nel 2018 il suo ventesimo Slam, sempre in Australia e tornò a febbraio n.1 del mondo. Tuttavia, la sua carriera ha subito una svolta inaspettata: nel 2019, in finale a Wimbledon, ha due match points consecutivi contro Novak Djokovic nel quinto set, che non riesce a sfruttare, finendo col perdere. Quella finale è rimasta indigesta allo svizzero, poiché forse era consapevole che quella sarebbe stata l’ultima opportunità di vincere il suo Slam preferito, a 38 anni suonati. Nel 2020, continua a piovere sul bagnato: subisce un infortunio al ginocchio destro, che viene operato 2 volte ed è costretto a restare più di un anno fermo. Torna nel 2021, con l’obiettivo di provare a fare un’impresa a Wimbledon, tuttavia si evidenziano alcuni problemi nella preparazione allo Slam londinese; nonostante gli incidenti di percorso, arriva ai quarti di finale dei Championships, perdendo da Hurkacz. In conferenza, lo svizzero aveva dichiarato di soffrire sin da Parigi, di un affaticamento al ginocchio, che lo ha costretto a ritirarsi dalle Olimpiadi, e vedendo così svanire il sogno di vincere la medaglia d’oro.
La domanda che tutti gli appassionati sportivi si chiedono è se quello a Wimbledon possa essere stato l’ultimo valzer di Federer, visti i suoi problemi fisici. Pochi giorni fa, abbiamo assistito alla conferenza di Valentino Rossi, che ha annunciato il suo ritiro a fine stagione. Chissà che anche Roger non ci stia pensando. Federer è stato, è, e forse sarà, un campione che è riuscito ad ingannare il tempo, senza permettere a quest’ultimo di prevalere. Adesso, però sembra che l’artifizio stia svanendo e che il passare dell’età stia cominciando ad avere la meglio. La speranza di molti è che lo svizzero riesca ad inventare un’altra formula, volta a rallentare il ticchettio inesorabile dell’orologio. Intanto, però, a prescindere dal futuro, noi tutti ti auguriamo buon compleanno, aspettando di ritrovarti in campo.
di Donato Marrese

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