Dopo la storica vittoria al Roland Garros, Carlos Alcaraz si concede una pausa meritata, ma il suo calendario resta in sospeso. Il campione spagnolo, reduce da una maratona di quasi cinque ore e mezza contro Jannik Sinner, ha conquistato il suo quinto Slam in cinque finali giocate, confermandosi uno dei tennisti più solidi e talentuosi del circuito. Nonostante l’entusiasmo, le fatiche di Parigi si fanno sentire, e la partecipazione all’ATP 500 del Queen’s è ancora incerta.
Riposo attivo prima del ritorno sull’erba
Secondo quanto rivelato dal coach Juan Carlos Ferrero, Alcaraz si sta godendo qualche giorno di vacanza, un momento di distacco necessario dopo l’intensa stagione sulla terra. “Gli ho detto di divertirsi perché se lo meritava. Non si tratta solo di festeggiare, ma di disconnettersi, non pensare al tennis e di stare con i suoi amici come qualsiasi altro ragazzo di 22 anni”, ha spiegato Ferrero, sottolineando quanto sia importante recuperare non solo fisicamente, ma anche emotivamente.
Il tecnico ha assicurato che questa fase di pausa servirà a tornare con la giusta carica in vista della stagione su erba. “Tornerà fresco e in un buon stato mentale. Tornerà a lavorare con la motivazione di sempre”, ha aggiunto.
Il dubbio Queen’s e il focus su Wimbledon
Sebbene Alcaraz sia ufficialmente iscritto al torneo del Queen’s, la sua presenza verrà confermata solo nei prossimi giorni. Ferrero ha chiarito che una decisione definitiva sarà presa tra giovedì e venerdì: “Il piano è di giocarlo, ma faremo un test per vedere come sta fisicamente ed emotivamente. Riprenderemo l’allenamento specifico per l’erba per mettere a punto i problemi di mobilità”. Un passaggio cruciale per verificare se il corpo del tennista è pronto a sostenere un altro torneo di alto livello prima del grande appuntamento con Wimbledon, dove Alcaraz ha già dichiarato di voler arrivare con grandi ambizioni: “Andremo a Wimbledon con molta voglia, lui ama giocare lì”.
L’immagine pubblica e il lavoro dietro le quinte
La recente uscita del documentario “On My Way” su Netflix, che racconta il percorso umano e sportivo di Alcaraz, ha riacceso i riflettori sul giovane talento spagnolo. Ferrero ha ammesso che “sapevamo che ci sarebbero stati commenti negativi, soprattutto se avesse perso. Se fosse uscito sconfitto a Parigi, sono sicuro che la gente gli avrebbe detto di andare a Ibiza”. Un modo per sottolineare quanto spesso il giudizio pubblico sia volubile e legato ai risultati.
In realtà, dietro il successo di Alcaraz si cela una filosofia di lavoro precisa: “Non ci alleniamo molto, preferisco due ore di qualità assoluta che quattro ore con un atteggiamento sbagliato. Ogni volta che abbiamo chiesto a Carlos di lavorare, lo ha sempre fatto”. Un metodo che finora sta pagando dividendi, permettendo al 22enne di costruire una carriera fatta di solidità e crescita costante.