Big Zverev

Jannik Sinner gioca bene e in crescendo ma sbatte sul servizio di Sascha, che gli annulla quattro set point nel terzo e si guadagna i quarti di finale con Harris (6-4, 6-4, 7-6).

Ci siamo, è il momento. Jannik ha fatto il proprio dovere nei primi due turni, mentre nel terzo ha superato difficoltà inattese respingendo le mareggiate di un Monfils d’annata in piena adrenalina. Adesso c’è lo scoglio Zverev, oggettivamente ingiocabile negli ultimi tempi. I precedenti sono pari (1-1, con vittoria un anno fa al Roland Garros autunnale vendicata sul cemento indoor) con tanto di strascichi e bisticci, ma adesso il malinconico tedescone sembra aver trovato il solido equilibrio che gli è sempre mancato. Niente di male per Sinner, che può una volta tanto tornare a recitare il ruolo del ventenne guascone e guastafeste che spesso gli è negato.

Comincia Sinner, ma non tardano le difficoltà al servizio, con entrambi costretti a fronteggiare palle break; il tedesco si salva con due ace, mentre Jannik capitola alla terza occasione (3-2). Zverev bombarda come fosse un Isner qualsiasi e soprattutto rimane sereno dopo gli errori senza tirarsi addosso catene di doppi falli e altre calamità naturali. Jannik prova a rimanere in scia insistendo sul dritto del tedesco, decisamente spuntato in questa fase; per l’italiano invece funziona poco il servizio (soprattutto in termini di punti facili o diretti), ma con un piccolo brivido agguanta il 5-4. Jannik ci prova ma le botte di Zverev sono implacabili: 1-0.

Il secondo parziale fila via tranquillo per infiammarsi nel finale: sul 4-4 Jannik va sotto 0/40, riesce a recuperare come fanno i campioni ma poi concede il break, punito anche da una volée facile facile sbagliata. Zverev serve per il set, va sotto 15/40. Le occasioni sfumano con un primo scambio dominato dal timore in cui Jannik sbaglia per primo, seguito da un gratuito banale. Qualche rimpianto c’è anche ai vantaggi, quando Sinner spinge il tedesco nell’angolo per poi sbagliare lo schiaffo al volo di rovescio: 2-0, con l’impressione che davanti ci sia l’Everest da scalare a mani nude.

Terzo set: sull’1-1 Jannik vacilla e Zverev gli strappa la battuta con un perentorio vincente di dritto. La battute di Sascha, invece, sembrano i rintocchi di una marcia funebre: il 3-1 arriva come una mannaia; Jannik si salva dallo 0/30, mostrando orgoglio e lucidità, nonostante la situazione disperata. Sinner non molla, ma continua faticare in risposta. Nell’ottavo game trova un ottimo passante sul serve and volley del tedesco e va a palla break, per poi raccogliere il doppio fallo per il 4-4. Ora va completata l’opera: si trema sul 30/30, ma Jannik trova un fantastico dritto a uscire seguito da un buon servizio per il 5-4. San Servizio consegna a Sascha un facile 5-5, ributtando la tensione dall’altro lato della rete. Jannik comincia con l’ace, poi spolvera la riga e a zero si guadagna almeno un tiebreak. Ora il ragazzo è caldo e scappa 0/30 con una deliziosa palla corta, poi va a doppio set point su un gratuito di Sascha. È il servizio a togliere le castagne dal fuoco, poi Zverev chiude ai vantaggi con un missile lungolinea di rovescio: sarà tiebreak.
Arriva presto il minibreak per l’italiano, su un piccolo regalo di Sascha. Nervi saldissimi per Jannik che comanda e tiene due volte il servizio (4-1), Alex lo segue a ruota (4-3), poi impatta il minibreak su una seconda troppo tenera, infine sbaglia una volée facilissima (5-4 Sinner); qui Sinner spara una risposta da cinema per il 6-4 e una stecca per il 6-5. Jannik si mangia il set point con un dritto fuori di poco dopo una buonissima prima, ma tampona i rimpianti con il 7-6; Zverev tiene due servizi e va a matchpoint. Jannik mette un’altra bella prima ma non concretizza il vantaggio e il suo dritto si spegne in rete.

Finisce così lo Us Open sinneriano, con qualche rimpianto per aver incontrato tanto presto il giocatore più in forma del momento ma anche la consapevolezza di aver dato tutto e la certezza di essere sulla strada giusta. Adesso servirà metabolizzare la delusione, poi si torna al lavoro con rinnovata fiducia.

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