Un traguardo storico per il norvegese, che però arriva tra i dolori
Casper Ruud ha centrato la sua prima finale al Masters 1000 di Madrid, superando Francisco Cerundolo in due set, ma il successo ha lasciato spazio anche a preoccupazioni: durante il match, il norvegese ha infatti accusato un fastidioso dolore ai muscoli pettorali, che ha rischiato di compromettere la sua permanenza in campo.
“Onestamente, non ero sicuro di poter finire il match”, ha dichiarato Ruud nel post-partita, spiegando come il problema sia comparso già durante il riscaldamento: “Sentivo un fastidio alle costole, soprattutto durante il servizio. Non era l’inizio ideale.” Una condizione fisica ben lontana dall’ottimale, che ha però gestito con lucidità, grazie a un tempestivo trattamento medico e l’assunzione di antidolorifici.
Il match contro Cerundolo e le difficoltà fisiche
Contro un Cerundolo meno lucido del solito nei momenti chiave, Ruud ha saputo sfruttare la sua maggiore esperienza e solidità mentale, nonostante le difficoltà. Il match, sebbene non particolarmente spettacolare, ha comunque visto il norvegese imporsi con autorità, mostrando una tenuta mentale da grande campione.
Il dolore, ha spiegato Ruud, si è “attenuato man mano che la partita andava avanti”, ma è stato presente per tutta la durata dell’incontro, tanto da indurlo a dire che in certi momenti “sentivo il fastidio quasi a ogni colpo”. Un campanello d’allarme in vista della finale, dove affronterà Jack Draper, e per la quale ora la priorità sarà capire l’entità del problema.
La finale è a rischio?
Le parole di Ruud non lasciano spazio a interpretazioni: c’è preoccupazione. “Ci si scalda, l’adrenalina sale, ma dobbiamo fare un controllo. Spero che non sia troppo grave”, ha ammesso. Un pensiero condivisibile, considerando che si tratta della sua terza finale in un Masters 1000 dopo Miami 2022 e Monte-Carlo 2024, due appuntamenti nei quali non è riuscito a conquistare il titolo.
Nonostante il fastidio, Ruud è apparso lucido e concentrato: “Ho potuto provare a giocare una partita alla volta. Non si può fare molto, hai solo tre minuti per il medical timeout. In queste situazioni bisogna adattarsi e gestire la situazione nel miglior modo possibile.”
Madrid aspetta il verdetto
La finale di domenica sarà un test non solo tecnico, ma anche fisico e mentale per il norvegese, che spera di arrivare in condizioni accettabili per giocarsi al meglio questa occasione importante. La sua capacità di restare lucido anche nel dolore è stata decisiva in semifinale, ma la vera sfida sarà capire se il suo corpo gli permetterà di esprimere lo stesso livello anche contro Draper.
Per ora, Madrid trattiene il fiato e attende di sapere se potrà assistere a una finale con Ruud al massimo delle sue potenzialità.