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Chi dopo i fab 4?

In un’intervista di qualche giorno fa Boris Becker ha rivolto parole di grande stima nei confronti del giovane connazionale Alexander Zverev, azzardando una previsione coraggiosa, ma sicuramente non avventata: “Zverev è il mio preferito tra i giovani, entro un anno vincerà uno Slam”.

Prima di entrare nel vivo della questione e di analizzare le parole della leggenda tedesca, è doveroso fare una premessa; da anni ormai imperversa il dibattito su chi possa rovesciare gli equilibri del tennis mondiale e scalzare dal trono i quattro più grandi giocatori di questo millennio, puntualmente, però, le previsioni di esperti e addetti ai lavori vengono smentite e, alla fine, sono sempre i soliti campionissimi a spartirsi i tornei più importanti della stagione. Il dato ancora più paradossale è che in quest’ultimo anno sono stati proprio i due protagonisti più anziani, Roger Federer e Rafael Nadal, a dividersi equamente la posta nei tornei dello Slam. È, quindi, evidente che al di là della competitività del circuito e della qualità degli avversari, molto dipenderà dalla tenuta e dalla longevità dei fantastici quattro, sui quali, al momento, grava più di qualche incognita, prima fra tutte la capacità di Djokovic di tornare competitivo in breve tempo.

Fino a qualche mese fa questo dato avrebbe destato più di qualche preoccupazione per il futuro del tennis, che, dopo l’epoca d’oro dei fab four, a causa della mancanza di un ricambio generazionale all’altezza, avrebbe potuto patire una netta perdita di appeal e di interesse per il grande pubblico di appassionati.
La generazione di mezzo dei vari Raonic, Nishikori, Dimitrov, ecc, infatti, si è dimostrata ampiamente inferiore alle aspettative e deludente dal punto di vista dei risultati, tanto da essere superata da pochi veterani come Wawrinka, Del Potro e Cilic, in grado di strappare briciole di gloria ai quattro mostri sacri.
Tuttavia, l’ultimo anno tennistico ci ha regalato una serie di sorprendenti e vincenti apparizioni di giovani talenti che hanno tutte le carte in regola per raccogliere la pesante eredità dei quattro fenomeni, anche in termini di vittorie Slam.

Il pioniere di questa formidabile, quanto chiacchierata, next gen è sicuramente il tedesco Alexander Zverev, che, a soli vent’anni, si trova ad occupare la quarta posizione della classifica mondiale. Per il giovane Zverev, da sempre indicato come un predestinato, il 2017 ha rappresentato l’anno della vera e propria consacrazione; in questa stagione, infatti, sono arrivati già quattro titoli di assoluto livello, tra cui spiccano i due Masters 1000 di Roma e di Montreal, vinti rispettivamente contro Novak Djokovic e Roger Federer.
Oltre al biondo tedesco sono altri tre i giocatori che sembrano più pronti per dominare il tennis d’elite. Il primo è sicuramente l’austriaco Dominic Thiem, attuale n. 8 del mondo, giocatore in grado di esprimere un tennis potente ed efficace, che, come testimoniano le due semifinali raggiunte nel 2016 e nel 2017 al Roland Garros, dà i suoi frutti migliori soprattutto sulla terra battuta. Thiem, nonostante sia più grande di Zverev, sembra meno maturo del tedesco, in modo particolare dal punto di vista tattico; la sua incapacità di adottare un piano di riserva nelle situazioni complicate e l’assenza di variazioni nel suo gioco, infatti, molto spesso lo hanno penalizzato e frenato.
Un altro giocatore di grande prospettiva è anche l’australiano Nick Kyrgios. Tra i giocatori più pronti e maturi, Kyrgios è sicuramente quello più dotato di talento e di qualità; il suo atletismo e la sua capacità tecnica lo rendono un giocatore unico, ma una serie di limiti mentali e caratteriali finora gli hanno impedito di alzare trofei importanti. Se l’australiano dovesse riuscire a disciplinarsi e a maturare mentalmente e tatticamente potrebbe essere lui il grande antagonista di Zverev per la conquista del trono del tennis.
L’ultimo talento da tenere d’occhio, ma molto staccato rispetto agli altri tre, è la grande speranza del tennis francese, Lucas Pouille. Finora Pouille ha recitato la parte del comprimario, ma è un giocatore dal sicuro avvenire, attenzione a non sottovalutarlo.

Ma chi ha seguito attentamente la stagione ancora in corso sa che sui palcoscenici del tennis che conta recentemente si sono affacciati promettenti tennisti ancora più giovani. I tre nomi di maggior classe e temperamento sono senza ombra di dubbio il canadese Denis Shapovalov, giustiziere di Nadal in Canada, il russo Andrey Rublev, capace di spingersi fino ai quarti di finale dello Us Open, e lo statunitense Frances Tiafoe, vicino all’impresa contro Roger Federer sempre nello Slam americano.

Tra tutti questi giovani tennisti, sicuramente Zverev sembra il più pronto, il più completo e il più maturo, per cui sono sostanzialmente d’accordo con Becker nell’indicarlo come il futuro dominatore del tennis mondiale, ma non sono per niente sicuro che sarà in grado di farlo già dal prossimo anno, come pronosticato dall’esperto Boris. Al momento sono troppi i punti interrogativi che circondano i fab four: Nadal ha appena ritrovato il primato in classifica e difficilmente abdicherà molto presto, Federer sta vivendo una seconda giovinezza, ma non è chiaro quanto questo stato di grazia possa durare, Murray è fermo ai box per un infortunio piuttosto impegnativo e Djokovic, oltre a dover recuperare da un problema fisico, dovrà trovare i giusti stimoli per ritornare in alto.
Personalmente credo che l’ago della bilancia sarà proprio il serbo; se Djokovic dovesse tornare ai livelli di competitività a cui ci ha abituato negli ultimi anni difficilmente Zverev potrà inserirsi e conquistare Majors da subito, ma se questo non dovesse succedere il tedesco dovrà essere bravo a giocarsi le sue carte e a maturare in fretta per ritagliarsi il suo posto nella storia, guardandosi dagli attacchi dei suoi giovani amici, talentuosi e affamati di successi proprio come lui.

Pierluigi Serra

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