Circuito ATP: le dieci sconfitte più clamorose del 2018

La grandezza del Tennis risiede nella sua imprevedibilità, asseriva ed asserisce tuttora il grande Rino Tommasi. Assistere alla disfatta dei migliori giocatori al mondo, per mano di rivali molto spesso meno titolati, è il motore che trasforma ogni partita in una battaglia senza quartiere, in cui il giocatore più umile è capace di tutto pur di godere di quel piccolo momento di gloria, che sa che non potrebbe ripetersi mai più. Quest’annata appena trascorsa è stata ricca di sorprese, con epiloghi del tutto inaspettati messi in atto da alcuni tennisti che hanno toccato, per una volta, il cielo con un dito. Andiamo a rivivere nello specifico le dieci sconfitte più clamorose dell’appena passata stagione, in base alla classifica stilata dal portale puntodebreak.com. 

1US Open, ottavi di finale: John Millman batte Roger Federer 3-6 7-5 7-6 (7) 7-6 (3)

Mentre nel cuore della notte buona parte del pubblico europeo dormiva, sereno e rassicurato dalla precedente vittoria (senza appello) dello svizzero su Nick Kyrgios, John Millman metteva in atto un uspset non prevedibile, approfittando dell’asfissiante caldo umido newyorkese a cui lui, invece, da buon australiano è abituato. Roger Federer, debilitato e privo di forze, butta al vento una fattibile qualificazione ai quarti di finale, messo all’angolo da palle piatte e pesanti, mentre il nativo di Brisbane si regala un momento di gloria irripetibile ai danni del suo giocatore preferito. Il risveglio per i tifosi europei sarà amaro, soprattutto quando conterà il numero irragionevole  di non forzati commessi dal maestro elvetico sia col dritto che col rovescio. Solo molto dopo si scoprirà che sono causa anche di un piccolo infortunio, mai del tutto risolto, accorso fin dai tempi di Wimbledon.

2Wimbledon, secondo turno: Guido Pella batte Marin Cilic 3-6 1-6 6-4 7-6 (3) 7-5

Siamo al secondo turno dei Championships londinesi e il croato, finalista in carica, si porta comodamente in vantaggio per due set a zero, contro un giocatore che sull’erba ha sempre fatto molta fatica. La partita, che si disputa sul campo 1, viene sospesa per l’oscurità. Il giorno seguente si riprende e Marin Cilic sembra tutto fuorché il tennista che solo pochi giorni prima aveva battuto Novak Djokovic in finale al Queen’s. Perde i tre set successivi e consegna la vittoria all’argentino dopo aver sprecato due match point. Il croato abbandona il campo con la coda tra le gambe, per Guido Pella è forse la vittoria più bella ed inattesa della carriera.

3. Roland Garros, quarti di finale: Marco Cecchinato batte Novak Djokovic 6-3 7-6 (4) 1-6 7-6 (11)

Dopo la semifinale di Roma, in cui per un set e mezzo aveva tenuto testa a Rafael Nadal, il serbo sembrava aver ritrovato la giusta strada e il quarto di finale con Marco Cecchinato appariva come un incontro di normale amministrazione. Ma l’italiano, che aveva già battuto Carreno-Busta e Goffin, gioca forse il miglior tennis della sua vita, piazzando vincenti di rovescio in ogni dove e tenendo testa a colui che, un mese dopo, avrebbe vinto Wimbledon. Novak Djokovic, in seguito a questa sconfitta, sembrava un giocatore al capolinea, privo di risorse e di quella cattiveria agonistica che lo aveva reso grande. Ma, come sappiamo, da questa caduta si rialzerà tornando più forte di prima. Per Cecchinato, la semifinale di Parigi, è semplicemente un’impresa; infatti sarà il primo italiano, dopo 40 lunghissimi anni, a giocare il penultimo atto di uno slam. Il quarto set, per giocate e colpi di scena, è uno dei migliori visti in tutto il torneo.

4. ATP Miami, secondo turno: Thanasi Kokkinakis batte Roger Federer 3-6 6-3 7-6 (4)

Lo svizzero proveniva da 14 mesi di tennis stellare che lo avevano portato a vincere tre slam, tre Masters 1000 e tre tornei ATP. Pochi giorni prima aveva ceduto lo scettro di Indian Wells a Juan Martin Del Potro, dopo una partita tirata in cui non aveva sfruttato un match point. Di Thanasi Kokkinakis non si avevano più notizie da mesi, sprofondato oltre la duecentesima posizione in classifica e proveniente dalle qualificazioni. Roger Federer parte bene (sebbene sia visibile che non si è allenato a dovere negli ultimi giorni data la poca reattività in risposta), mentre l’australiano resta zitto e subisce. Poi l’elvetico si spegne e il ragazzo di Adelaide inizia così a macinare fiducia, punti e arriva a strappargli perfino la battuta e il secondo set. Nel terzo Roger potrebbe chiudere come e quando vuole ma è distratto; il piccolo talento mai sbocciato ne approfitta e lo rispedisce in Svizzera, facendogli perdere la prima posizione mondiale. Di Kokkinakis, dopo questa impresa, non sapremo quasi più nulla. Federer, invece, lo rivedremo direttamente a Wimbledon e contro Anderson cederà lo scettro e il sogno del nono titolo a Church Road.

5. Australian Open, ottavi di finale: Tennys Sandgren batte Dominic Thiem 6-2 4-6 7-6 (4) 6-7 (7) 6-3

Il tennista americano, prima di questo exploit a Melbourne, era praticamente sconosciuto al grande pubblico; infatti chi lo ha visto per la prima volta in TV ha pensato ad un clone di David Nalbandian, tanto è marcata la somiglianza. Ma Tennys Sandgren ha mostrato in questo slam di essere un giocatore mai sottovalutabile, con dei limiti tecnici sì, ma certamente non incapace di giocare bene e aggressivo. Dominic Thiem, in questa partita, doveva e poteva vincere, ma il suo tennis angosciante, per i temibili e inappellabili campi in cemento, non gli permette di essere letale quando serve, perché la propensione a commettere un non-forzato nei momenti clou lo conduce spesso verso incredibili disfatte, come in questo caso. Per Sandgren questo risultato ha rappresentato un’occasione irripetibile che si interromperà ai quarti contro il fenomeno Chung, capace come lui di estromettere dal torneo il sei volte campione Djokovic.

6. Indian Wells, primo turno: Taro Daniel batte Novak Djokovic 7-6 (3) 4-6 6-1

E’ vero che Novak Djokovic era stato da poco operato al gomito e che forse avrebbe dovuto ritardare il rientro nel circuito, è vero che l’infortunio si era rivelato peggiore del previsto, ma ciò che si è visto in campo quel giorno non era che l’ologramma di Nole, incapace di resistere fisicamente ad una partita nemmeno troppo lunga e con un giocatore che, 9 volte su 10, avrebbe battuto con un braccio solo. Per Taro Daniel si è trattato di un trionfo storico, lui che non ha mai superato il secondo turno di uno slam, e con il quale farà il pieno di una sana fiducia che, due mesi dopo, lo condurrà a vincere il primo titolo ATP ad Istanbul contro Malek Jaziri.

7. ATP Madrid, terzo turno: Dusan Lajovic batte Juan Martin Del Potro 3-6 6-4 7-6 (6)

La terra battuta non è mai stata la superficie preferita dall’argentino, ma il fresco vincitore di Indian Wells sembrava avere tutte le carte in regola per battere un avversario non troppo temibile come Dusan Lajovic. Juan Martin Del Potro parte inizialmente bene e non concede nulla ad un giocatore spesso privo della soluzione definitiva. Ma poi si rilassa e perde gli schemi di gioco, mentre la tattica del serbo prende forma e lo mette alla porta nel terzo set, momento in cui il sudamericano, a corto di benzina, cede nel rush finale.

8. Wimbledon, terzo turno: Ernests Gulbis batte Alexander Zverev 7-6 (2) 4-6 5-7 6-3 6-0

Sascha Zverev negli slam non ha ancora impressionato ed Ernests Gulbis rimane  sempre un indomito cavallo pazzo. Ma se il primo proveniva da una fresca stagione sul clay assolutamente incoraggiante, con due finali mille, due titoli (Madrid e Monaco) e un quarto di finale al Roland Garros, il secondo a mala pena ci ricordavamo chi fosse, se non altro per la lunga assenza causata da un infortunio, non certamente per il suo gioco spumeggiante. Il tedesco, avanti di due set a uno, si fa fregare nel quarto, immobilizzato dai vincenti e dal servizio imprendibile del Lettone e nel quinto, invece di reagire, cede le armi incassando un bagel a dir poco scioccante. Non ci sono scuse per Zverev, dato che sull’erba ha pur sempre disputato due finali. Per Gulbis invece è una piccola redenzione, dato che chiuderà l’anno con una finale indoor persa da un onorevole Stefanos Tsitsipas.

9. ATP Basilea, semifinale: Marius Copil batte Alexander Zverev 6-3 6-7 (6) 6-4

Una di quelle partite che non ti aspetti, nella quale un giocatore proveniente dalle qualificazioni mette in atto un tennis talmente aggressivo da non dare il tempo di ribattere al più quotato avversario. Marius Copil farà questo a Basilea, sconfiggendo il favorito alla finale Alexander Zverev e mettendo in campo un tennis magistrale, fatto di servizi e attacchi a rete che ricordano, alla lontana, Goran Ivanisevic. Per il tedesco sarà una sconfitta cocente, frutto di una condizione mentale non ancora al top, ma che non lo abbatterà in maniera definitiva, dato che alle ATP Finals di Londra riuscirà a laurearsi Maestro 2018, sotto lo sguardo soddisfatto di coach Ivan Lendl.

10. Rogers Cup, ottavi di finale: Stefanos Tsitsipas batte Novak Djokovic 6-3 6-7 (5) 6-3

Dopo i fasti di Wimbledon Novak Djokovic ritorna a Toronto e sembra pronto a vincere anche in Canada, ma il giovane greco Stefanos Tsitsipas (il ragazzo si farà come dice più di un esperto) ne ferma la marcia, disputando un match dove mentalmente e fisicamente non cederà di un millimetro al pluricampione slam. Partita bella e giocata bene da entrambi, ma l’ellenico avrà qualcosa in più nelle gambe e nella tattica. Il serbo perde inaspettatamente e fa pensare ai più che i Championships siano stati un caso a sé, ma non sarà così. Successivamente vincerà Cincinnati, gli US Open e il Masters di Shanghai, in pieno stile Nole il Cannibale. Per Tsitsipas questa vittoria segnerà il lasciapassare per una finale d’oro persa da Rafael Nadal.

Verso il 2019

Il 2019 oramai è alle porte e i pronostici sul futuro spuntano ogni giorno come funghi. Nessuno in realtà sa cosa accadrà, fatto sta che del 2018 ricorderemo il ventesimo slam di Federer e il suo ritorno alla prima posizione mondiale dopo 6 anni; la seconda tripletta consecutiva sul rosso di Nadal e l’undicesimo titolo a Parigi; il ritorno inaspettato di Djokovic, quando ormai sembrava un atleta finito, e la cavalcata trionfale dalla ventiduesima posizione alla prima. Ma ricorderemo anche la seconda finale slam di Juan Martin Del Potro, il titolo di Maestro per Alexander Zverev e i 6 titoli ATP conquistati dagli italiani nel circuito, con gli exploit di Cecchinato e Berrettini e la tredicesima posizione di Fognini. Il 2019 sarà un anno di conferme o di novità? Difficile stabilirlo, probabilmente avrà luogo una fusione tra vecchia e futura tradizione, in cui i nomi dei Fab Three dovranno, per forza di cose, fare i conti con la Next Gen che tenterà l’assalto alla diligenza. Druidi contro Elfi, Anziani contro Giovani. Di sicuro sappiamo che ci sarà spettacolo, come da sempre il gioco del Tennis assicura ai suoi appassionati.

TSN_ATP-TENNIS

Exit mobile version