Di nuovo Jannik Sinner contro Novak Djokovic: appuntamento fissato, e la posta in palio è ancora più alta

L'azzurro continua a non perdere set (rimontando uno svantaggio di 5 punti a 1 nel tiebreak del secondo set) e liquida anche Rublev. Nole è messo a dura prova da Fritz per due set, poi se ne sbarazza. Venerdì si giocheranno un posto in finale all'Australian Open

Di nuovo loro due, come negli ultimi appuntamenti del 2023, e il bottino è ancora più prezioso, è un posto in una finale Slam. La semifinale tra Jannik Sinner e Novak Djokovic all’Australian Open 2024, che si faceva desiderare a tabellone compilato, è realtà. E quello tra i due che ci arriva con un percorso netto, senza perdere neanche un set nell’arco di tutto il torneo, è il tennista altoatesino. Quest’oggi, nei loro match di quarti di finale, il 10 volte campione a Melbourne ha battuto in quattro set, per 7-6 4-6 6-2 6-3, Taylor Fritz, per la nona volta su nove scontri diretti, mentre Sinner ha superato in tre set, con il punteggio di 6-4 7-6 6-3, Andrey Rublev, che al decimo quarto di finale in carriera in un Major, fallisce di nuovo nel tentativo di raggiungere la sua prima semifinale.

Jannik ha di nuovo superato al meglio tutte le difficoltà che un match di 3 set su 5 può presentare, ovvero la fatica, l’avversario che alza la voce e reagisce, un problemino fisico (a quanto pare allo stomaco), e non ha concesso un set neanche questa volta, evitando di passare in campo un solo minuto di troppo, quando a Melbourne era già notte (la partita è cominciata verso le 22.45 ora locale e terminata verso l’1.30). Ci è andato molto vicino, sotto 5-1 nel tiebreak del secondo set, ma per sua stessa ammissione nell’intervista post-match, quelli sono i momenti per i quali si allena. Sei punti consecutivi e colpo decisivo sferrato a Rublev ed ai suoi nervi. I limiti del russo sono sia tecnici che emotivi, e Sinner è semplicemente più forte in entrambi questi aspetti.

Ha giocato due set di livello altissimo Fritz, forse al meglio che può. Il problema per lo statunitense è che quei due set insieme sono durati circa 2 ore e mezza, e che per poter pensare di battere Djokovic avrebbe dovuto giocare in quel modo per almeno 4 ore, ed altri due o tre set. Non che sia un problema solo di Fritz, o un suo limite, sia chiaro, lo condivide con quasi tutti i suoi colleghi, se non tutti. Da lì in poi Nole ha alzato ancora di più la concentrazione, ha iniziato a sfruttare le palle break (0 su 15 nei primi due parziali), mentre le sue risposte si stampavano regolarmente sui piedi di Fritz e alla battuta non concedeva nessuna possibilità.

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