Djokovic si infuria durante il match con Arnaldi: show a Ginevra e le scuse a fine match

Novak Djokovic festeggia i 38 anni con una vittoria contro Arnaldi a Ginevra. Rabbia, scuse al pubblico e riflessioni sul futuro: ecco cosa è successo.
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Una vittoria di carattere nel giorno dei 38 anni

Nel giorno del suo 38° compleanno, Novak Djokovic ha regalato a sé stesso una vittoria importante, battendo l’italiano Matteo Arnaldi con un doppio 6-4 e volando in semifinale al torneo ATP 250 di Ginevra. Un successo che va oltre il risultato: per il serbo, infatti, si è trattato di una vera e propria prova di tenuta mentale e fisica, fondamentale in vista dell’imminente Roland Garros.

Djokovic non ha solo vinto: ha ritrovato una carica agonistica che nelle ultime uscite sembrava affievolita. Un episodio su tutti lo ha dimostrato chiaramente. Sul punteggio di 2-1 per Arnaldi nel secondo set, dopo aver perso il servizio, Nole ha scagliato con violenza la racchetta sulla terra battuta, rompendola e rischiando di colpirsi al volto. Un gesto impulsivo, frutto della tensione e della frustrazione, che ha attirato i fischi del pubblico.

La rabbia, il pentimento e la svolta

A differenza di altri momenti bui del passato, questa volta Djokovic non ha ignorato la reazione degli spettatori. Al termine della partita, si è rivolto direttamente al pubblico con parole di sincero pentimento: “Voglio scusarmi con gli spettatori che erano qui… mi hanno visto rompere la racchetta e non è stata una bella cosa. Ma quando si vivono momenti di grande tensione certe cose capitano.” Un’ammissione che ha trasformato i fischi iniziali in applausi, segno che la sua onestà è stata apprezzata.

Il match, infatti, è stato molto più equilibrato di quanto non dica il punteggio. Dopo aver perso il servizio e subito un parziale di 1-4, Djokovic ha reagito con classe e determinazione, vincendo cinque giochi consecutivi per chiudere il set e la partita. A fine incontro, tra sorrisi e una torta offerta dagli organizzatori, ha dichiarato: “È fantastico essere di nuovo in semifinale. Spero quest’anno di poter fare almeno un passo in più, questo è l’obiettivo. Penso che sto giocando un buon tennis.”

Tra orgoglio e incognite fisiche

La voglia di rivincita contro Arnaldi, che lo aveva battuto a Madrid poche settimane prima, si è vista tutta. Ma insieme al ritrovato spirito competitivo, sono emersi anche segnali meno incoraggianti. Durante il secondo set, Djokovic ha mostrato una camminata rallentata e leggermente claudicante, chiaro indizio di fastidi al ginocchio operato nel 2024. Una preoccupazione che lui stesso ha ammesso in più occasioni, spiegando come si stia confrontando con una nuova realtà fatta di dolore, difficoltà e obiettivi ridimensionati: “Cercare di vincere una partita o due… senza poter ambire ad arrivare fin in fondo nei tornei. È una sensazione completamente diversa da quella che ho provato per oltre 20 anni nel tour. È una sfida mentale che affronto in campo. Ma questo fa parte del ciclo della vita.”

In vista di Parigi, tra speranza e consapevolezza

Il torneo di Ginevra rappresenta per Djokovic più di una semplice tappa di preparazione. È un banco di prova per testare la tenuta fisica e ricostruire una fiducia logorata da risultati altalenanti. Nonostante il contesto meno prestigioso, il serbo ha mostrato che la fame di vittoria è ancora intatta. Con Ginevra alle spalle, l’obiettivo ora è arrivare a Parigi con la miglior forma possibile, fisica ma soprattutto mentale.

Il Roland Garros si avvicina, e Djokovic – tra colpi di scena, autocritica e grinta ritrovata – si prepara a rispondere alla domanda che tutti si pongono: può ancora reggere il peso dei cinque set e dei grandi palcoscenici?

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