Holger Rune e John McEnroe, quando i “monelli” giocano a tennis

Dopo gli episodi accaduti a Montecarlo, Holger Rune ricorda sempre più John McEnroe per le intemperanze in campo

Holger Vitus Nødskov Rune, 20 anni, danese, professione tennista, Top 10 con un Best Ranking alla posizione numero 4 del mondo, segni particolari: Bad Boy. È fuori di dubbio, infatti, che il giovane fuoriclasse sia l’indiscusso numero 1 nella speciale classifica dei giocatori meno amati dagli appassionati di tennis.

Anche nella splendida sconfitta subita da Sinner a Montecarlo, il n°7 del seeding non si è fatto mancare nulla: prima si è beccato col pubblico, poi con gli arbitri ed infine si è beccato pure un doppio warning dal giudice di sedia, pretendendo a quel punto l’intervento del supevisor. La lista delle intemperanze del fenomeno nordico, tuttavia, è lunga come la coda estiva dei vacanzieri diretti verso il Mar Adriatico ad Agosto.

Per esempio, un paio di anni or sono, durante la semifinale del Challenger di Biella, pronunciò contro l’argentino Tomas Martin Etcheverry pesanti commenti omofobi – “Sei una fixxetta”, “Stai giocando come un froxxo”– per i quali venne poi giustamente multato. E cosa successe nell’ottavo di finale dello scorso Roland Garros disputato contro Francisco Cerúndolo? Durante uno scambio serrato, si vide chiaramente la palla rimbalzare due volte al suolo prima che Rune la colpisse, immagini evidentissime mostrate pure dal maxischermo dell’arena, con il tennista danese che nego’ l’evidenza tra l’indignazione generale. E che dire poi della reiterata polemica con Stan Wawrinka che lo accusò di comportarsi in campo come un bambino viziato?

Getty Images

Alla luce di questi atteggiamenti ed altri ancora che non cito perché altrimenti non la finisco più, molti osservatori accomunano a livello caratteriale il Bad Boy danese al più grande moccioso tennistico di tutti i tempi, John SuperBrat McEnroe, il giocatore che nessun giudice di linea o di sedia avrebbe mai voluto arbitrare in carriera. Il Mac in campo, ma anche fuori dal campo, ce l’aveva col mondo intero e forse pure con tutta la Via Lattea.

Disse una volta: “Nel tennis, chiedere scusa dovrebbe essere considerato contro il regolamento”. Oppure furente urlò al collega Brad Gilbert:”Non ti meriti di giocare sul mio stesso campo! Sei il peggiore!”. Ma anche i giornalisti sportivi non erano amatissimi dal tremendo mancino: “Se mi avessero detto 30 anni fa che avrei fatto il commentatore, avrei risposto di non insultarmi”. E così apostrofo’ un povero spettatore reo di averlo disturbato in campo:”Quali altri problemi hai oltre a essere un disoccupato, un idiota e un cogxxone?”.

Naturalmente erano soprattutto gli arbitri durante le sue partite ad essere investiti dagli strali verbali del vulcanico Mac. Numerosi sono i suoi insulti geniali passati alla storia del tennis e secondo me il più divertente è quello rivolto ad un disgraziato giudice, completamente calvo:”Se quella palla è buona, tu sei un capellone!”. Non posso tuttavia non citare la leggendaria “You cannot be serious!”, forse la più famosa uscita del Mac rivolta ad un arbitro colpevole di una chiamata non in linea con i gusti giuridici dell’americano.

Fonte Ansa

Effettivamente, i due tennisti hanno parecchi punti in comune, come la grande baldanza giovanile che li spinge a rilasciare dichiarazioni radiose sul proprio futuro da numero 1 del Ranking – il Mac però alla fine è diventato per tutti The Genius – oppure il tennis iper offensivo, anche se d’impostazione totalmente differente, e certamente, questo è sicuro, un caratteraccio terribile.

A differenza di Holger tuttavia, il Mac non aveva alle spalle una mamma Runica che molti gradiscono meno del figlio, dimezzando il suo già basso tasso di simpatia, e probabilmente in generale John aveva più riguardo per i suoi avversari rispetto al ragazzino danese. Certamente l’americano odiava amichevolmente Connors e Lendl, cortesemente ricambiato, ma rispettava di norma i suoi rivali tennistici, mentre il danese da questo punto di vista mi sembra più deficitario. Se vogliamo dare credito a Stan The Man, infatti, Vitus non è considerato Mr. Simpatia da quasi nessuno dei suoi colleghi.

In verità, anche McEnroe non era apprezzato agli inizi della carriera, per usare un generoso eufemismo, tuttavia man mano che le vittorie cominciarono ad arrivare copiose, man mano che le folle iniziarono ad impazzire per il suo tennis sublime ed irripetibile, durante gli ultimi anni di carriera fu amatissimo ovunque da chiunque a qualunque latitudine, del resto un po’ quello che successe a Jimmy Connors giunto al viale del tramonto.

©Nicolas Gouhier / FFT

Però, come disse il replicante Roy Betty di Blade Runner “Ho visto cose che voi umani…“. Vi assicuro che il SuperBrat Star and Stripes al giorno d’oggi non finirebbe una partita che sia una al match point. È stato calcolato che McEnroe abbia passato più tempo sotto il seggiolone dell’arbitro a lamentarsi che sopra il seggiolone da bambino a piangere per i suoi capricci.

Sto scherzando naturalmente, ma tanto per dire cos’era il John, lui fu addirittura il primo giocatore nella storia del tennis Open espulso durante un torneo del Grande Slam, in Australia: erano appena entrate in vigore le nuove regole legate ai warning e ovviamente il discolaccio riccioluto le ignorava bellamente. Dette in escandescenza a tal punto che si si beccò in rapida successione, warning, penalty point ed espulsione, senza passare dal via, come al Monopoli.

La quantità smodata di corbellerie perpetrate dal Mac non le ho mai più viste commesse da nessun altro tennista in tutta la mia vita di appassionato e vi confermo ufficialmente che i giocatori moderni al suo cospetto son tutti bravi ragazzi della porta accanto, degni di portare all’altare l’unica figlia prediletta di qualunque padre amorevole.

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Voi credete per caso che McEnroe si scusasse sinceramente per un nastro favorevole oppure che applaudisse un colpo vincente dell’avversario? Ma quando mai! John era un tennista tremendo che odiava perdere più di quanto amasse vincere. Holger invece chiede prontamente scusa per situazione fortunate accaduta a suo vantaggio ed applaude spesso gli avversari che giocano colpi vincenti, come è accaduto anche nel match perso con The Fox Sinner a Montecarlo.

Dunque, per quanto mi riguarda, McEnroe batte Rune 6-2 6-2 in veste di birbante e ciò senza dubbio alcuno, tenendo anche conto che ai tempi del Mac mica che c’erano tutti i microfoni e le riprese a bordo campo di adesso: in caso contrario, poco ma sicuro, lo avrebbero messo prima al gabbio e poi buttato via la chiave, per sempre.

A Rune, nell’improbabile eventualità che qualcuno gli traduca il presente articoletto, consiglio solo di cominciare a vincere Slam su Slam, incantando gli spettatori col suo gran bel tennis, perché, ammettiamolo, Holger a tennis sa giocarci benissimo: le folle a quel punto andranno comunque in delirio per lui perché niente come la gloria sportiva cancella i difetti e le magagne degli atleti, Holger il monello compreso, naturalmente.

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