I dolori dei campioni: dalla schiena di Federer al gomito di Djokovic

Negli ultimi mesi la top ten del tennis mondiale è stata falcidiata dagli infortuni, dalla schiena di Federer al gomito di Djokovic, passando per l’anca di Murray e il ginocchio di Wawrinka. Tra chi è stato costretto a chiudere in anticipo la stagione e chi sta provando a recuperare per i grandi appuntamenti americani, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, analizzando, caso per caso, gravità e tempi di recupero degli infortuni.

Novak Djokovic

Esattamente 12 mesi dopo Roger Federer, il 26 luglio Novak Djokovic ha annunciato la fine anticipata della sua stagione, a causa di un problema al gomito che lo affliggeva da diversi mesi, ma che si era fortemente acutizzato sull’erba di Wimbledon, costringendo il campione serbo al ritiro in quarti di finale contro Tomas Berdych. Il lungo stop è stato determinato dalla ferrea volontà di Djokovic di evitare a tutti i costi l’operazione e di procedere con una terapia conservativa improntata sul riposo e l’inattività sportiva; a scandire le tappe del suo recupero è stato lo stesso tennista, che, durante la conferenza stampa tenuta a Belgrado, ha dichiarato: “Il mio intento è quello di tornare in campo il più presto possibile. Per due mesi starò senza giocare. Poi spero di tornare ad allenarmi e di ricostruire il mio corpo, il mio gioco e il team. Sono contento nel poter dire che Andre Agassi si è impegnato a stare con me l’anno prossimo, non vedo l’ora di allenarmi con lui e di averlo nei tornei più importanti”.

Proprio ieri Djokovic è tornato a farsi vedere sui social, postando una foto molto tenera, in cui il campione di Belgrado è intento a giocare con il figlio Stefan e un bebè. Come si legge nel post il serbo è molto rilassato e divide tutto il suo tempo tra la terapia e la famiglia.

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Per rivedere Novak Djokovic in campo, bisognerà, quindi, aspettare il 2018 e sarà allora che si capirà se il serbo è pronto ad aprire un nuovo ciclo della sua carriera o se il meglio è ormai alle spalle.

Stan Wawrinka

Anche Stan Wawrinka non giocherà più un match nel 2017. Il campione svizzero, ex n. 3 del mondo e vincitore di tre prove Slam, sulla sua pagina Facebook ha annunciato che dovrà sottoporsi a un’intervento chirurgico al ginocchio, che lo costringerà a rimanere a riposo per diversi mesi. “È l’unica soluzione che mi può assicurare di rimanere al top per altri anni”. Stan si è detto “deluso” di questa situazione, ma ha dichiarato di “guardare avanti” e di programmare il suo recupero. “Amo questo sport e lavorerò sodo per ritornare al mio massimo livello e giocare per altri anni”. Wawrinka ha infine ringraziato i suoi fan per il loro calore e supporto.

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Al contrario di Nole, quindi, Stan si è visto costretto alla scelta dell’operazione, con tutti i rischi che ne conseguono. Una soluzione così invasiva, infatti, potrebbe lasciare delle scorie sul fisico di un giocatore di 32 anni, ma Wawrinka è fiducioso e noi non possiamo fare altro che augurargli una rapida e pronta guarigione.

Andy Murray

La situazione di Andy Murray, invece, è molto più nebulosa e imprevedibile. Dopo la sconfitta in quarti di finale a Wimbledon contro Sam Querrey, in cui il britannico aveva palesato seri problemi fisici, Murray era volato in Svizzera per un consulto medico. Dopo aver appurato che l’infortunio all’anca che aveva condizionato le sue prestazioni durante lo Slam londinese non era di facile risoluzione, il manager di Andy aveva confermato l’intenzione di ascoltare diversi pareri medici prima di decidere come operare.
La stagione nordamericana si è, quindi, aperta con la grande incognita circa le condizioni di Murray e la sua capacità di difendere la prima posizione in classifica dagli attacchi di Nadal e di Federer. Una prima risposta è arrivata in Canada, lo scozzese ha, infatti, rinunciato a giocare perché non ancora guarito: “Mi dispiace non competere in Canada, è un torneo del quale ho tantissimi ricordi positivi – ha fatto sapere Murray – spero di poter rientrare al più presto possibile”. Ma proprio durante il torneo canadese è arrivata un’altra notizia negativa per il britannico, che ha comunicato che l’infortunio all’anca gli avrebbe impedito di prendere parte anche al terzultimo “Mille” stagionale, in corso di svolgimento a Cincinnati, perdendo così definitivamente la prima posizione in classifica a vantaggio di Rafael Nadal. “Sono estremamente dispiaciuto di non poter giocare il torneo – ha fatto sapere Murray – ma i postumi dell’infortunio all’anca che mi sta causando problemi in questo periodo mi costringono a proseguire il periodo di recupero lontano dai campi. Ho sempre adorato giocare a Cincinnati e non vedo l’ora di tornare l’anno prossimo.”

Lo scozzese sta continuando a lavorare in palestra per tornare in campo il prima possibile
Lo scozzese sta continuando a lavorare in palestra per tornare in campo il prima possibile

La sua presenza agli Us Open al momento non appare certa ed è impossibile fare pronostici sul ritorno in campo dello scozzese, almeno finché non si saprà qualcosa di più circa l’entità dell’infortunio che lo sta tormentando.

Marin Cilic

Anche Marin Cilic ha deciso di non prendere parte al Masters 1000 di Cincinnati, torneo sul cemento statunitense che il croato aveva vinto lo scorso anno. L’attuale numero 6 del mondo, che aveva già dato forfait per Montreal, continua ad essere alle prese con il pieno recupero dall’infortunio agli adduttori patito nella finale di Wimbledon, persa contro Roger Federer più di un mese fa.
“Ero molto carico per giocare a Cincinnati, dove ho vinto il mio primo Masters 1000 lo scorso anno, ma purtroppo non mi sento ancora al 100% per esprimermi al meglio e difendere il mio titolo –  scrive Cilic sulla sua pagina Facebook ufficiale – Ho già iniziato la preparazione, che sta procedendo bene, ma non c’è abbastanza tempo per essere pronto a giocare a Cincinnati. Sono comunque molto fiducioso del fatto che potrà tornare in azione molto presto e non vedo l’ora che arrivi lo US Open. Grazie a tutti per il supporto che mi avete e mi state dando durante questo infortunio”.

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Come confermato dallo stesso Cilic, il rientro in campo è previsto per gli Us Open.

Kei Nishikori

Dopo aver perso al secondo turno del Master 1000 di Montreal contro Gael Monfils, Kei Nishikori si era recato in Ohio per preparare il torneo di Cincinnati, ma durante l’allenamento è stato costretto a fermarsi per un dolore al polso destro. Il problema è sembrato immediatamente abbastanza serio, tant’è che poche ore dopo Nishikori, attraverso la sua app ufficiale, ha comunicato: “Sfortunatamente non sarò in grado di giocare a Cincinnati. Oggi (domenica 13 agosto) durante l’allenamento ho avvertito un dolore intenso al polso destro e in questo momento sto incontrando degli specialisti per discutere la diagnosi. Vi fornirò ulteriori dettagli non appena saprò qualcosa di più.”
Vista la particolare criticità che caratterizza un infortunio al polso, la partecipazione del giapponese agli Us Open è in forte dubbio, ma in attesa di comunicazioni più approfondite è bene lasciare aperto qualsiasi spiraglio.

Roger Federer

L’ultimo, ma sicuramente non per importanza, ad aver dato forfait per il torneo di Cincinnati è stato Roger Federer. Molti si erano accorti delle difficoltà di movimento di Federer durante la finale di Montreal, persa contro il giovane Alexander Zverev, in particolar modo della perdita di elasticità e flessibilità al servizio. Per rispetto del suo avversario Federer non aveva parlato del suo stato di salute durante la premiazione, ma lunedì lo svizzero ha confermato ciò che tutti temevano, la schiena è tornata a fare male. Per tornare presto in forma e per prepararsi al meglio per lo Us Open Federer ha, quindi, deciso di saltare il Master 1000 di Cincinnati, nonostante in palio ci fosse la prima posizione del ranking, ormai saldamente nelle mani di Rafael Nadal.
Come nel 2013, dunque, Roger si trova a dover fare i conti con la sua schiena; proprio di questo aveva parlato ad Aprile in un intervista per il Daily Telegraph: “ Il dolore alla schiena non è qualcosa che va via velocemente. È come una nube nella tua testa, ti rende infelice e ti infastidisce perché non ti permette di ritrovare la tua naturale connessione con il gioco”.
Al momento la presenza di Federer all’ultimo Slam dell’anno non sembra assolutamente in dubbio, anzi, lo svizzero sembra più determinato che mai a fare suo il major americano per entrare ancora di più nella leggenda.

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