Indian Wells: Musetti e Nardi al terzo turno, eliminazioni per Sonego e Fognini

Concluso il secondo turno dell'ATP 1000 di Indian Wells: focus sugli azzurri impegnati in California

Quattro gli italiani impegnati tra ieri ed oggi al secondo turno del Master 1000 di Indian Wells: bilancio tutto sommato positivo, due vittorie, Lorenzo Musetti e Luca Nardi, e due sconfitte, Lorenzo Sonego e Fabio Fognini, in verità con qualche piccolo rammarico.

Partiamo subito dalla note dolenti. Sonny ha perso in due set con l’inglese Cameron Norrie, un doppio 6-4 in 1 ora e 30 minuti. Senza entrare troppo nel merito del match, la sconfitta dell’italiano è tutta racchiusa in un dato: 33% di punti vinti dal torinese con la seconda di servizio. Senza l’ausilio della prima, il mancino Cameron è riuscito a chiudere troppo spesso l’azzurro nell’angolino sinistro sul suo rovescio e alla fine il punto ha quasi sempre preso la strada per Londra.

In altre occasioni invece, è stato lo stesso italiano a sprecare le occasioni per rimettersi in carreggiata, causa imprecisione o troppa fretta. Mi vien quasi da dire che la vittoria sia da attribuire più ai demeriti di Sonny che ai meriti della testa di serie n°28 del seeding, che non è parsa in giornata straordinaria.

La sconfitta del Fogna con l’argentino Sebastian Baez, 7-5 6-3 in 1 ora e 40 minuti, a mio avviso, è ascrivibile a tre fattori determinanti: la grandissima forma del n°19 al mondo reduce dall’eccezionale swing sudamericano, la differenza di età e quindi di freschezza atletica e soprattutto la pessima prova al servizio del ligure, vero tallone d’Achille tecnico nella carriera dell’italiano.

Se consideriamo che globalmente l’azzurro ha servito con il 45% di prime in campo e che ha regalato il break ed il primo set all’argentino con due doppi falli, ecco qui servita la vera ragione della sconfitta del mio amatissimo Fabio.

Ma siccome oggi piove che Dio la manda, rallegriamo la giornata con due splendidi raggi di sole, le vittorie del Muso e quella di Nardi, che più lo vedo giocare e più lo vedo somigliante all’allora cecoslovacco Miloslav Gattone Mecir.

Lorenzo ha sconfitto in tre set col punteggio di 6-4 2-6 7-5 il canadese Denis Shupo Shapovalov: 2 ore e 22 minuti di partita per palati fini, con le due mosche bianche dal rovescio ad una mano impegnate a dilettare la platea con scambi ricchi di classe e invenzione tennistiche da leccarsi i baffi, tant’è che me li son fatti crescere apposta per la ghiotta occasione.

Tuttavia, e dico purtroppo, non dobbiamo lasciarci andare a facili entusiasmi. Entrambi i giocatori, per ragioni differenti, stanno attraversando un periodo molto delicato della loro carriera e spesso fanno fatica a mettere due vittorie in fila, se non addirittura una. Ero fiducioso sull’esito positivo del match a favore di Lorenzo perché Il canadese Shupo normalmente regala all’avversario un 15 a game e quando è veramente in giornata, anche due.

Con il toscano non si è naturalmente smentito e come spesso gli capita Denis si è sciolto sul più bello: il nord americano ha sprecato un vantaggio di 4-2 nel set decisivo per poi arrendersi 7-5 all’azzurro, che comunque ha avuto il grande merito di non lasciarsi andare allo sconforto, lottando e facendo infine suo set e match.

Prova ben più tosta attende il nostro genietto al terzo turno di Indian Wells: il discolo danese Holger Rune, n° 7 al mondo, che non ha versato una sola goccia di sudore al secondo turno grazie all’ennesimo ritiro del lungodegente canadese Milos Raonic, il quale, senza infortuni, sarebbe stato Top 10 fisso dai tempi di Noè.

Partita che si presenta molto complicata per il nostro rappresentante, nonostante sia l’esordio per Holger e nonostante il non eccelso periodo di forma del danese. Lorenzo in conferenza a stampa ha ostentato ottimismo, dinamismo e fiducia, qualità che ad onor del vero a volte gli difettano in campo. Se fosse la partita della svolta per il talento carrarino, sarei felice come un bambino il giorno di Natale, anche se ormai siamo quasi alle porte di Pasqua. Tra di loro un solo precedente, risalente al 2023 sull’erba del Queen’s, 6-4 7-5 per Rune: pareggio in vista? Magari!

Luca Nardi -Foto Giampiero Sposito

Lasciatemelo scrivere, dire ed urlare pure ai quattro venti: questa vittoria di Luca Nardi, Nardir per chi scrive, è una vittoria che attendevo da sempre. Chi mi legge, sa quanto adori questo giocatore dal puro talento cristallino, dal tennis fluido e facile, dalle movenze leggere e feline. Ogni sua sconfitta è una vera stilettata sanguinosa al mio cuore di appassionato, come quella incassata al turno decisivo delle qualificazioni di Indian Wells dal belga Goffin.

Tuttavia gli dei del tennis, stanchi come me di tanto spreco tennistico, hanno regalato una seconda chance al pupillo di Giorgio Galimberti: non solo è stato ripescato come Lucky Loser, ma addirittura con effetto catapulta Luca si è ritrovato al secondo turno grazie al forfait dell’argentino Etcheverry, che godeva di un bye al primo turno in qualità di testa di serie del torneo.

Il giovane pesarese ha finalmente sfruttato la grandissima occasione offerta su un piatto d’argento ed ha sconfitto con un’ottima prestazione il forte cinese Zhang in tre set, col punteggio di 6-3 3-6 6-3 in quasi due ore di battaglia. La vittoria dell’azzurro è una di quelle dal peso specifico dell’uranio impoverito, pesantissimo: prima vittoria contro un Top 50, prima volta ad un terzo turno di un 1000, e nuovamente ad un passo dalla Top100, traguardo che significherebbe un balzo spaziale nella carriera del 20enne marchigiano.

Ora ostacolo sulla carta insormontabile per Luca Nardi, ovvero sua maestà il GOAT The Djoker, che ha avuto la meglio in tre set sull’australiano Vukic. Partita che vede Nardi nelle vesti di underdog che più underdog di così non si può, ma ormai il torneo dell’italiano è di quelli da incorniciare e mi piace pensare che sia arrivato il punto di svolta nella carriera di Luca. Lo ha capito benissimo pure lui e lo ha detto anche in conferenza a stampa: “A questi livelli ci posso stare.”. Eccome! E lo dico da un pezzo: dipende solo da lui.

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