Londero, da quasi-massaggiatore a 80 del mondo

El Topo Londero nel 2017 stava per abbandonare il tennis. Poi una wild card lo ha fatto rinascere.

E pensare che stava per diventare massaggiatore. Juan Ignacio Londero era a tanto così dal concludere la sua carriera tennistica; nel 2017 arrancava tra i Challenger e soprattutto non aveva il focus sul tennis a trecentosessanta gradi, ciò che è invece necessario per un giocatore professionista. Così aveva deciso di seguire un corso da fisioterapista per avere la possibilità di intraprendere un nuovo tipo di carriera. Aveva iniziato a giocare a tennis ispirato dalla Legìon di argentini che hanno segnato col pennarello indelebile gli anni duemila (Gaudio, Nalbandian, Puerta, Monaco, Coria), ma la fiamma andava via via spegnendosi. La carriera del mediocre non faceva per lui.

Poi, ecco la svolta. Dopo un 2018 incoraggiante, in cui El Topo ha fatto esperienza vera e vinto due tornei, a inizio febbraio 2019 il torneo di Cordoba decide di offrirgli una wild card. Mai scelta fu più azzeccata: Londero vince il torneo perdendo un solo set in finale contro Guido Pella e si affaccia al tennis vero, dei grandi.

«Quello per me è stato un momento importantissimo, nemmeno i miei parenti credevano ai loro occhi quando sono tornato a casa col trofeo», ha detto Juan Ignacio in un’intervista per il sito ufficiale della Coppa Davis. «Nel 2019 poi ho avuto la fortuna di sfidare Nadal al quarto turno del Roland Garros sul Philippe Chatrier (con cui ha perso 6-2, 6-3 6-3, ndr) e Djokovic sull’Arthur Ashe a New York. Con Rafa ero teso e in me c’era un mix di sensazioni, non capivo bene cosa mi stesse succedendo. Con Novak ho giocato meglio, ero più sciolto. Per non farmi mancare nulla nel torneo precedente avevo anche giocato contro Federer a Cincinnati.»

Come per i suoi colleghi, anche per Londero il 2020 è stato un anno complicato in cui ha chiuso, per la terza volta in carriera, con un bilancio negativo (9 partite vinte contro 14 perse). Con i vari problemi di Del Potro, anche nel 2021 toccherà a lui e al Peque Schwartzman tenere alta la bandiera biancoceleste argentina. E El Topo sembra prontissimo: «Ora ho capito come allenarmi e quanto sia importante l’alimentazione. Dò più attenzione all’aspetto extra-campo e sono sicuro che avrò le mie soddisfazioni.» 

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