Lorenzo Musetti e Luciano Darderi, i due diversi volti della sconfitta

Master 1000 di Madrid. Non ce la fanno i due azzurri scesi in campo al secondo turno, Musetti e Darderi

Per i colori azzurri, ieri, pessime notizie provenienti dalla Caja Magica di Madrid. Al secondo turno del Master 1000 spagnolo, Lorenzo Musetti e Luciano Darderi sono stati entrambi eliminati in due set dal torneo, rispettivamente dal brasiliano Thiago Seyboth Wild e dall’americano Taylor Fritz.

Tuttavia quello che ci preme sottolineare in questa sede, più che la cronaca dei match, è la sostanziale differenza nella natura delle due sconfitte. Lorenzo ha affrontato sì uno specialista del rosso, piazzato peggio dell’italiano nel Ranking ATP, ma che in carriera non ha mai raggiunto i picchi tennistici del nostro giocatore, mentre Luciano, nelle vesti di underdog, ha affrontato il n°13 al mondo, certamente non un cagnaccio da mattone tritato, però in grande crescita su questa superficie, come dimostra la sua recente finale disputata a Monaco di Baviera.

In campo, tuttavia, abbiamo visto svilupparsi due partite completamente differenti. Il carrarino, nonostante abbia perso 6-4 6-4 con un break per set, è stato sostanzialmente dominato dal sudamericano, sempre pronto nell’aggredire ferocemente ogni palla a sua disposizione, e come spesso accade Lorenzo in versione tergicristallo si è trovato a remare sui teloni per cercare di contrastare il tennis d’assalto del rivale.

Il giovane italiano non è stato in grado neppure di sfruttare un momento di folle euforia di Thiago nel secondo set, quando il tennista brasiliano ha concesso delle chance di rientrare in partita a Musetti sbagliando numerose palle corte senza costrutto e senza senso.

Al contrario, Luciano non è stato dominato per nulla dal più blasonato avversario, costretto a sfoggiare un gran bel tennis per avere la meglio dell’italo-argentino col punteggio di 7-6 6-4: il Dardo ha lottato su ogni palla ed ha perso semplicemente perché Taylor nel corso del match non ha mai avuto cali di tensione e di rendimento, ha servito in maniera molto efficace e ha retto assai bene gli scambi da fondo, producendo spesso accelerazioni improvvise e letali. In sintesi, Luciano è stato sconfitto da un tennista qualitativamente superiore, che ha giocato probabilmente quasi al meglio delle sue attuali capacità tecniche sul rosso.

E dunque la differenza qualitativa tra le due sconfitte risiede, a mio avviso, proprio nell’approccio al match. Lorenzo e Luciano sono entrambi specialisti del rosso, ognuno con la propria impostazione di gioco: il carrarino lavora più di fioretto, l’italo-argentino più di clava, tanto per semplificare, ed entrambi, ovviamente in maggior misura il toscano, hanno ottenuto risultati significativi in carriera sfruttando le proprie caratteristiche tecniche.

Foto: SuperTennis – sito Web

La diversità che stiamo mettendo in luce non risiede tanto nello stile di gioco, quanto nell’approccio mentale all’incontro. Darderi è un fighter che lotta su ogni 15 senza arrendersi fino alla stretta di mano, mentre Lorenzo, da un po’ di tempo purtroppo, sembra non crederci più fino in fondo. Perde spesso i punti importanti, si lascia andare a momenti di scoramento, si lamenta spesso che i suoi avversari con lui si trasformino in fenomeni tennistici, in sintesi un atteggiamento negativo e remissivo che porta sempre più spesso alla sconfitta inaspettata.

Lorenzo ha evidenti lacune tecniche, come la tendenza a giocare sui teloni, e dai teloni le partite non si vincono quasi mai, ma grazie al suo tennis è arrivato comunque al Best Ranking di n°15 al mondo: ora come ora è più urgente lavorare sull’aspetto mentale dell’italiano, sul suo atteggiamento in campo, sulla sua capacità di affrontare i passaggi complicati del match perché da lì arrivano i guai veri con la conseguenza che sempre più spesso l’Illusionista perde partite che dovrebbe vincere.

Luciano invece, grazie alla sua garra in puro stampo sudamericano, vince, almeno sul rosso, quasi tutte le partite che deve vincere: in futuro, al netto del naturale sviluppo del suo tennis, ne vincerà anche altre che invece non ci si aspetta perché la sua grande forza mentale gli consente di contrastare efficacemente l’avversario, sebbene di qualità tennistica superiore: sono convinto che se Fritz non avesse giocato all’ottimo livello mostrato ieri, con molta probabilità saremmo qui a festeggiare una grande vittoria dell’italiano.

Per quanto riguarda Lorenzo Musetti, non perdiamo le speranze di vederlo tornare ai fasti del torneo di Amburgo, quando sconfisse Carlitos Alcaraz in finale. È giovane e ricco di talento: deve solo tornare a credere nel suo fantastico tennis, sebbene il percorso non sia dei più semplici.

In molti vorrebbero idealmente la testa di Simone Tartarini, suo storico mentore da sempre, ed un cambio sinneriano alla guida tecnica per l’italiano: non mi permetto di esprimere un giudizio in merito perché non conosco le delicate dinamiche che intercorrono tra coach e allievo. Tuttavia qualcosa va assolutamente fatto perché un giocatore della qualità di Lorenzo alla 53esima posizione nella Race non si può proprio vedere.

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