Lorenzo Sonego nr.1…bis. Ovvero, il piccolo Nole

Ebbene sì, per… mettere la targa a questo pezzo, almeno per la prima parte non siamo stati costretti a ricorrere ad eccessiva fantasia: abbiamo semplicemente riesumato un titolo di alcuni mesi or sono, che oggi ci sta come il cacio sui maccheroni. La fantastica prestazione al Foro lancia infatti il torinese verso orizzonti prestigiosi, inimmaginabili anche per i suoi più convinti sostenitori: i quali, come chi scrive, son costretti a rivedere un po' le proprie posizioni in merito. Che pure erano già piuttosto lusinghiere…

Bene, ne abbiamo un altro. Dopo il Bomber, il Predestinato, il Genialoide ed il Piccolo è arrivato pure Karate Kid: oh intendiamoci, mi rivolgo al colto ed all’inclita della materia tennistica, ma particolarmente a quest’ultimo, perché non è che Lorenzo Sonego sia sbucato fuori dal nulla (come molti fra gli appassionati dell’ultim’ora ritengono). Poveri, non sanno quel che fanno -consentiteci la citazione di stampo evangelico-, però è comprensibile: sino ad un mese fa stravedevano per il football, o il volley, o il ciclismo, ed ora che gli italiani sempre più prepotentemente, ed in forze, si affacciano alla ribalta mondiale della racchetta, corrono ad accostarsi con voluttà ad una disciplina di cui magari erano giusto giusto a conoscenza. Cresce la platea insomma, attratta dai risultati (vi ricordate ai tempi del Moro di Venezia, che tutti parlavamo come lupi di mare di strambate e spinnaker?…): ed anche se noi ‘esperti’, parolona ma non foss’ altro per la militanza di lungo corso sui campi rossi verdi o azzurri che siano, da un lato guardiamo -ebbene sì- con un minimo di alterigia i neofiti, dall’altro non possiamo ignorare che tanto nuovo interesse verso il ‘nostro’ sport è una cosa assolutamente positiva, da salutare con piacere se non entusiasmo. 

Detto ciò, torno a parlare ‘apertis verbis’ a chi qualcosina ne mastica. Mi sforzo, cerco di resistere, ma alla fine non ce la faccio più, e devo per forza esplodere nel fatidico grido “io l’avevo detto”! Ebbene sì, carta canta, fanno fede un paio di articoli umilmente -insomma…- vergati dal sottoscritto in epoca non sospetta, il primo dei quali all’indomani del trionfo di Sonego nell’Atp di Antalya, poco meno di due anni or sono. C’era già Berrettini in grande spolvero, principalmente su di lui si appuntavano le attenzioni generali, e sostenni con convinzione che se Matteo aveva un futuro da top ten, il torinese valeva quasi quanto lui (e quantificai, per così dire: una decina di posizioni di differenza, ergo top 20 per il ‘gemello diverso’). Non ci siamo ancora ma manca poco -questa settimana Lorenzino si issa al nr.28, best ranking-, eppure non è questo il punto. Già, alla luce delle mirabolanti prestazioni del nostro a Roma, contro diavolacci come Thiem e Rublev, più la…resistenza estrema al numero 1 mondiale, mi corre l’obbligo di ritoccare il mio giudizio di allora, adeguandolo non sull’emozione del momento, bensì alla luce di dati oggettivi ed incontrovertibili.

L'eccezionale sconfitta di Lorenzo Sonego - Tennis Fever

Sul palcoscenico nostrano più prestigioso infatti, il 26enne ha messo in mostra progressi clamorosi rispetto a quelli che venivano considerati i suoi punti deboli: penso principalmente al rovescio, chiave per reggere lo scambio sulla diagonale sinistra con i big, e spesso e volentieri esploso micidialmente lungolinea a chiudere il discorso. Ha mostrato insomma una sicurezza strabiliante nello specifico, quando prima se la cavava ma niente di più. E il drop? Già l’aveva nelle proprie corde, ma al Foro è divenuta un’arma impropria quasi sempre felice e vincente (non troppo spesso tuttavia contro il demonio principale, quel Nole che su palle impossibili riusciva ad arrivare e farci pure il punto: ma non si è Dijokovic a caso…). En passant, la grinta e la voglia di non darsi mai per vinto era di già nel suo carnet, così come un servizio importante ed un drittaccio assassino. Se devo dire tuttavia qual è l’aspetto che mi ha stupito di più, nella settimana-monstre dell’allievo di Gipo Arbino -fra parentesi: i miglioramenti tecnici del proprio pupillo son chiaramente farina del suo sacco-, è la tranquillità e la consapevolezza nel gestire i momenti topici: per dire, le tante palle break che ha dovuto fronteggiare, molto spesso le risolveva con un servizio vincente. Ed il bello è che tale serenità, non so come né perché, riusciva a trasmetterla pure a chi guardava: a me di sicuro, che mi son ritrovato più volte a pensare “ora sistemiamo le cose con una bella botta, e chi s’è visto s’è visto”…

Fuor di metafora: il parere di chi scrive, netto chiaro ed inequivocabile, è che il Sonego ammirato agli Internazionali d’Italia, riguardo alla fondamentale combinazione capacità tecniche/forza mentale, sia una sorta di piccolo Dijokovic. Già si son sprecati i paragoni, alcuni autorevoli commentatori ci hanno rivisto qualcosa di Connors nella capacità di coinvolgere il pubblico: ma francamente il buon Jimmy lo lascerei dov’è, dato che nei comportamenti in campo andava quasi sempre ben oltre la soglia del lecito, da maleducato di prima classe (oltre che campione indiscusso, ca va sans dire) qual era. No, il modello di riferimento è proprio il serbo, del quale ovviamente è meno forte: tanto che nel confronto diretto dell’altro giorno, nonostante Lorenzo tenesse botta avendo guadagnato uno straordinario secondo set, ricordo di aver valutato subito come la sua sorte fosse comunque segnata… Eh già, si scontrano due avversari simili per caratteristiche, per quanto si sbatta e dia filo da torcere all’altro il…numero 2: ebbene, il verdetto è scritto (ricordate Nadal con Ferrer?).

Sonego da sogno contro Djokovic: finale pazzesco

Insomma per tornare a quanto proclamavo sopra, il mio… ravvedimento cioè: sì, ritocco verso l’alto la previsione da top 20 ! Se continua così raggiungerà il livello in classifica di Matteo, il quale detto per inciso mi sembra già arrivato al suo massimo -spero di sbagliare, ma vedo che i suoi… difettucci fatica a migliorarli-. Si vedrà. Ma lo ammetto, mi disturberebbe assai non azzeccare il pronostico, perché il ragazzo è serio, mai sopra le righe, una bella persona insomma (prima che un ottimo tennista). E si meriterebbe, continuando a lavorar duro come sta facendo, di raggiungere i traguardi che questo… maghetto da quattro soldi gli vaticina…

Chiosette finali, e ve ne snocciolo 3, mica una sola:

  • Qualcuno si è lamentato del fatto che il piemontese, nelle fasi calde con Nole, abbia ‘aizzato’ il pubblico, chiedendo sostegno a piene mani: poco fair play, hanno detto… Bah: non son mai stati gesti provocatori verso l’altro, anche perché non sguaiati com’è nello stile del personaggio. Difatti  nella conferenza di fine match lo slavo, che è uno che sa stare al mondo, provocato in merito ha esclamato: “bello giocare con questa atmosfera, la gente era dalla sua parte e lo comprendo perfettamente: non mi ha dato alcun fastidio”. Stesso campo stesse scene stesso protagonista 2 anni fa, al termine di tre sets tiratissimi Kachanov si lamentò con lui, che fece spallucce un po’ sorpreso; ed il russo si era appena imposto, pensa che casino avrebbe messo su in caso contrario! Eh sì, signori si nasce…       
  • Un difettuccio l’ho trovato tuttavia: abbraccio conclusivo con Dijoko, bello da vedere, e che testimonia del reciproco rispetto. Okay: però, mi era piaciuto di più l’atteggiamento ‘ignorante’ di Sinner nei confronti di Nadal qualche giorno prima. Corrucciato e sfuggente Jannik, a Rafa ha dato la mano senza un sorriso, e se n’è scappato via… Giusto, giustissimo: sai di esser forte, di avere le tue chances, e non vinci… Ti incazzi, parlando fuor di metafora, e le buone maniere le metti temporaneamente nel dimenticatoio! Non ti basta cioè aver fatto dannare il numero 1 di tutti i tempi sulla terra battuta, non ti accontenti: la prossima volta vuoi batterlo, meglio ancora se sonoramente. Troppo un bravo figliolo, Sonego: ma spero che, al di là dei convenevoli, fra sé e sé si sia detto con aria minacciosa “ci rivediamo presto”…
  • A proposito di libere interpretazioni sulle parole che scambiano i tennisti a rete, dopo essersele date di santa ragione per 3 ore: sarei proprio felice se sabato sera Nole, nella ‘stretta’ affettuosa con un rivale che gli ha fatto sudare sette camicie, gli avesse sussurrato all’orecchio: “Bravo, sei il mio erede”… Vorrebbe dire che, in fondo in fondo, il boss è dell’avviso del sottoscritto: magari poi avrebbe sorvolato sul resto che aveva in mente, del tipo: “successore sì, ma prendila comoda: ancora ci sono io, come hai appena constatato!”. Non lo sapremo mai.  
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