Jakub Mensik, il predestinato che ha steso il suo idolo
A soli 19 anni, Jakub Mensik ha già scritto una pagina indelebile del tennis mondiale. Il giovane ceco ha conquistato il suo primo titolo Masters 1000 al Miami Open, battendo in finale Novak Djokovic, l’uomo che per anni ha rappresentato il suo punto di riferimento. Un trionfo dal valore tecnico e simbolico altissimo, arrivato dopo due tie-break giocati con una freddezza sorprendente per un ragazzo della sua età.
“Non ho dormito per due giorni dopo quella vittoria. È stata un’esperienza incredibile, vissuta in una giornata folle, con il ritardo per la pioggia e tutta la pressione. Ero lì, a giocare contro il mio idolo, colui che mi ha insegnato tutto. Non potevo chiedere di meglio”, ha raccontato Mensik in un’intervista esclusiva a Punto de Break.
Un titolo che cambia tutto
Il successo in Florida ha segnato uno spartiacque nella carriera del talento nato a Prostejov nel 2005. Mensik non ha solo sconfitto il numero uno, ma ha anche dimostrato di poter reggere la pressione degli eventi più importanti. “Mi ha dato una grande spinta per i tornei successivi. È stato il primo titolo della mia carriera, ma ora voglio di più”, ha detto con maturità.
In effetti, da quel momento, Mensik non si è fermato: al Mutua Madrid Open ha già raggiunto i quarti di finale superando avversari ostici come Ben Shelton e Alexander Bublik, confermando che il trionfo a Miami non è stato un episodio isolato.
Dalla timidezza alla consapevolezza
Nonostante la statura imponente – 196 cm – e un servizio che fa invidia ai grandi specialisti del circuito, Mensik resta un ragazzo semplice, ancora con lo sguardo timido di chi sta scoprendo il mondo del tennis d’élite. La sua filosofia è chiara: parlare con la racchetta. “Mi piace parlare in campo, non fuori. Sono ancora giovane, sto imparando, ma so di poter battere i migliori. Ho già dimostrato che è possibile”.
Nonostante la pressione crescente e le aspettative del pubblico, il ceco mantiene i piedi ben saldi a terra. Non si lascia distrarre dai confronti con altri talenti della sua generazione, come Joao Fonseca, che riceve maggior attenzione mediatica. “Non mi interessa il rumore esterno, quello che conta sono i risultati. Io penso solo a vincere”.
L’ammirazione per Djokovic e un legame speciale
Il rapporto tra Mensik e Djokovic non nasce dal caso. Dopo la finale degli Australian Open Junior 2022, il serbo lo invitò ad allenarsi nel suo centro a Belgrado, un gesto che lasciò il segno nel giovane ceco. Da allora si sono incontrati più volte per condividere sessioni di allenamento, cementando un rapporto fatto di stima e affetto reciproco.
Ora, dopo averlo battuto nella finale più importante della sua giovane carriera, Mensik non nasconde il rispetto: “Novak sta ancora lottando per stare in top 5 o top 10. Non vincerà quattro Slam in una stagione, ma può ancora trionfare. Sta inseguendo il 25° Slam, e spero davvero che ci riesca. Per me, è il più grande di tutti i tempi”.
Un futuro ancora tutto da scrivere
Con il primo Masters 1000 in bacheca e una classifica che lo proietta vicino alla top 20, Mensik ha già superato gli obiettivi prefissati a inizio stagione. “Sarebbe fantastico chiudere l’anno nei primi 25 o 20. Per ora le cose vanno meglio di quanto immaginassi”, ha detto sorridendo.
Il suo colpo più temuto è il servizio, costruito con anni di lavoro e potenziato da un fisico imponente. “La mia altezza è un bonus, ma ho lavorato tanto su questo fondamentale. Dietro ogni battuta c’è concentrazione e ore di allenamento”, ha spiegato. Quando gli chiedono se possa considerarsi tra i migliori battitori del circuito, ride: “Forse sì, sono lì anche io”.
Jakub Mensik ha iniziato il suo viaggio tra i grandi del tennis. Ha battuto il suo mito, conquistato il cuore del pubblico e alzato un trofeo prestigioso. Ora, per lui, il futuro non ha più limiti.