Nick Bollettieri: “Djokovic e Murray sono incredibili, Nadal faticherà molto”

Il celebre coach americano ha parlato a Linz in una conferenza stampa. Su Djokovic ha detto: "È il giocatore perfetto, più di Federer"

A margine di una conferenza stampa in quel di Linz, il re dei coach, Nick Bollettieri, si è soffermato sulla sempre più agguerrita lotta per la prima posizione del ranking. Parlando dei due primi contendenti, Djokovic e Murray, l’americano si è espresso così: “Sono degli animali. Vi sfido a controllare l’off-season di Djokovic e Murray, sono letteralmente degli animali. E per questi due campioni immensi ci sono tantissimi giovani di grande talento e grande tennis che stanno arrivando, che magari devono migliorare fisicamente o mentalmente, come ad esempio Dimitrov in questo secondo caso o Raonic che nonostante tutti gli ace che fa non è ancora vicino alla testa della classifica. Eppure, al momento, non vedo nessuno che può anche solo avvicinarsi tennisticamente a Djokovic: a mio parere lui è il giocatore ‘più perfetto’ che io abbia mai visto in 60 anni di insegnamenti. Non ha alcuna debolezza, fisicamente, mentalmente o tennisticamente. Più di Roger Federer. Roger è un dono di dio, è quel giocatore che tutti vorrebbero allenare, peraltro è quello, tra quelli che non ho allenato, che più di tutti avrei voluto allenare, ma il suo tennis ha dovuto aggiustarsi, modificarsi. E dovrà modificarsi ancora una volta per vincere un altro Slam: dovrà correre a rete come mai non ha fatto in tutta la sua carriera. E spero possa riuscirci, il tennis ha bisogno di vedere Roger vincere ancora una volta.”

RAFA NADAL – Arriva il turno di Nadal, che arriva da un’intensa stagione ma attualmente attraversa un periodo un po’ più buio: “Un giocatore con quell’impugnatura, con una racchetta così leggera, è incredibile cosa abbia vinto, pagando però a caro prezzo fisicamente a causa del suo stile. Un tennis violento, a volte strappato, ma che grande campione è stato. Per lui non sarà facile tornare in alto per un motivo molto semplice, che vale per tutti i campioni: quando gli avversari perdono la paura di affrontarti, sei nei guai. È una paura che non è del campione invece, non puoi avere paura del favorito di una partita, è lui che deve avere paura di te, della tua voglia di fargli le scarpe, è lui che ha tutto da perdere… tu, da sfavorito, non hai assolutamente niente da perdere.”

THIEM E LA NEXTGEN – Non poteva mancare tra gli argomenti il tema relativo alla Next Generation, che vede in Dominic Thiem il giocatore attualmente più importante: “Thiem è un tennista eccellente, dotato di grande talento. Ma ricordatevi che il talento da solo non è più sufficiente. Ogni tennista deve ricordarsi che l’eccellenza deve essere costante. Non basta far dire ‘wow’ per un colpo o per un match, bisogna far dire ‘wow’ ogni giorno della propria carriera. Essere bravi presenta il conto: bisogna essere bravi ogni giorno, e questo non vale solo nel tennis ma anche nella vita.”

TENNIS AMERICANO – Toni polemici contro la Federazione tennistica americana, colpevole a suo modo di vedere della crisi attuale del tennis a stelle e strisce, in leggera ripresa grazie ai giovani talenti che pian piano si stanno facendo strada: “Negli anni 70 e negli anni 80 io ho dato una marea di borse di studio a tanti ottimi giocatori. Poi nel 1987 ricevetti una chiamata dal mio commercialista: ‘sei in bancarotta’. ‘Come in bancarotta, ho tutti i migliori giocatori qui!’: vero, ma appunto davo loro borse di studio. Al giorno d’oggi invece se si vuole prenotare un campo da tennis a New York bisogna svenarsi ed i grandi atleti si spostano su altri sport. Per fortuna negli ultimi anni la USTA ha cambiato rotta. Basti pensare che se un giovane vuole farsi un anno di tornei con un coach, il costo è di $150.000, quando il salario annuale medio in America è di $53.000. Come può qualcuno giocare a tennis, dove li prendi i soldi?! Grazie alla USTA le cose sono cambiate, ora di giovani statunitensi molto forti ce ne sono molti, ma il problema persiste a livello internazionale, è un problema che vale per tutti. Al momento ad esempio bisogna essere almeno 70-80 al mondo per sopravvivere bene, pagando anche un coach. Nemmeno gli sponsor danno più tanto.”

 

Credit: SportFace.it

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