[tps_title]Nadal e il Roland Garros: amore per l’eternità[/tps_title]
Undici trofei e 90 vittorie in 15 lunghi anni. Al Roland Garros, Rafael Nadal è sempre stato l’uomo e il tennista migliore che poteva essere nei vari momenti in cui si è trovato a giocarvici. Nella storia del tennis, e di tutte le altre discipline, probabilmente non è mai esistito un legame così forte, che del campo e dai risultati non può prescindere, ma che a tutto questo va oltre. Perché vincere è come scrivere o comporre un’opera d’arte: per farlo è necessario che tutte le nostre membra, l’anima e il corpo, la ragione e l’istinto, siano in totale armonia. E Rafael Nadal quell’armonia l’ha sempre trovata qui, esprimendo la miglior versione possibile, anche quando i segnali sembravano suggerire il contrario. Lo spagnolo si è ieri qualificato per la 13esima volta nei quarti di finale. Probabilmente è ancora lui l’uomo da battere, la concorrenza è alta. Non ci resta che scoprire chi si aggiudicherà il Roland Garros. Ma al di là del vincitore, la sorte sembra aver fatto le cose per bene quando ha scelto di far venire alla luce il maiorchino proprio nella settimana dello Slam parigino, perché ritrovarsi vuol dire anche festeggiarsi e Rafa ha sempre avuto e avrà, finché sarà un tennista, l’invidiabile possibilità di festeggiare sé stesso e la sua vita nel posto che gli ha dato di più, nel posto che lo ha reso immortale.
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